Angelo Summa, Segretario generale Cgil Basilicata in una nota replica al presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella in merito al Commissariamento della aziende sanitarie locali e all’ospedale San Carlo. Di seguito la nota integrale.
Le illazioni del presidente Pittella dimostrano che quando non si hanno argomenti per rispondere nel merito si introduco elementi che nulla hanno a che fare con le questioni sollevate, questioni che attengono al rispetto della legge e delle norme che sovraintendono le nomine dei direttori nella sanità.
La strenua difesa del proprio operato spinge il presidente Pittella su un terreno da noi non toccato.
Non abbiamo espresso alcun giudizio sul profilo o sulla qualità dei nominati. Il tema è altro: il quadro normativo vigente non prevede la possibilità di nominare i commissari nelle aziende sanitarie e ospedaliere se non in ipotesi tassative, che non ricorrono nel caso di specie. Come evidenzia lo stesso presidente, non siamo di fronte alla soppressione di enti, e dunque a un processo di riordino che necessita di essere traghettato da figure che hanno in sé carattere e funzioni di straordinarietà ed eccezionalità. Siamo, invece, dinanzi a una mera e naturale scadenza di un incarico a suo tempo conferito.
Se il Consiglio regionale, in sede di approvazione del riordino del sistema sanitario regionale non ha ritenuto di prevedere la figura del commissario straordinario, come invece fece espressamente in occasione della precedente riorganizzazione, può il presidente della Regione avocare a sé tale prerogativa in assenza di una norma che disponga in tal senso? Il tema è solo ed esclusivamente questo.
Stiamo ai fatti e i fatti sono questi: oltre alla violazione delle norme che regolano il commissariamento delle aziende sanitarie ospedaliere, vi è la violazione della legge Madia che prevede espressamente la incoferibilità degli incarichi dirigenziali a chi è in pensione. La ratio di tale norma è favorire la rigenerazione della dirigenza pubblica. E poi ci si lamenta se i giovani abbandonano la nostra terra. Altro che “rivoluzione democratica”, altro che “rinnovamento”, qui siamo di fronte ad una vera e propria “restaurazione”.
Sul piano politico, poi, il fatto che il presidente Pittella abbia deciso di non nominare i direttori generali, visto l’approssimarsi della scadenza del suo mandato, fa emergere, in tutta la sua pericolosità, il fenomeno della lottizzazione della sanità lucana.
Il presidente Pittella aveva diritto, dovere e tempo di nominare, attraverso l’albo dei direttori generali appena aggiornato, il meglio che c’è, nel rispetto delle norme, assicurando cosi stabilità alla sanità lucana e garantendo con tali scelte il diritto alla salute dei cittadini.
Stia sereno il presidente Pittella perché la Cgil, come sempre, agisce in piena autonomia, a tutela di diritti dei lavoratori e non è assoggettata a nessuna forza politica o partica.
Vorremmo ricordare, a chi è ormai abituato a un consenso acritico e generalizzato, che la tutela della legalità è prerogativa di tutti e non sta certo in capo al presidente Pittella scegliere chi sia titolato a farlo.