Presumibilmente a maggio 2015 i cittadini materani ritorneranno alle urne per scegliere il nuovo sindaco e il nuovo consiglio comunale. Nel dibattito in corso sulle prossime elezioni comunali di Matera 2015 si inserisce anche Franco Vespe. Di seguito la nota integrale.
L’anno è finito e, aldilà del contesto complessivo desolante in cui versa il nostro paese, per Matera è stato storico ed indimenticabile! Anno che l’ha incoronata Capitale Europea della Cultura (CEC) per il 2019. Il 2015 si prospetta altrettanto impegnativo perché si dovrà rinnovare il governo della città che, si suppone, dovrà gestire la CEC nel 2019. Già le formidabili, opache macchine elettorali stanno agendo carsicamente per giungere all’appuntamento elettorale del 17 Maggio. Già si fanno i nomi dei possibili futuri sindaci. A sommesso parere dello scrivente personalità buone al massimo per farsi una buona birra al bar in loro compagnia, ma francamente quasi tutte inadeguate a rappresentare degnamente la Matera CEC del 2019! A contendersi la palma del primo cittadino ci sono 2 categorie di personalità che alla nostra città converrebbe lasciarsi alle spalle se vuole svoltare con decisione. Da una parte c’è quella nomenklatura espressa dal cooperativismo di centro-sinistra (prevalentemente muratori!) che ha trasformato il PD e dintorni materano in una S.p.A. dove, piuttosto che praticare la nobile arte della politica, si programmano carriere politiche, si fanno affari e si programma il saccheggio di risorse pubbliche senza dare in cambio alcuna qualità amministrativa. La cifra di questa epopea del declino è lo standard amministrativo sconcertante di questi ultimi 20 anni che non ha saputo far altro che creare solo opportunità speculative in campo edilizio (in verità per pochi intimi!) cementificando tutti gli orifizi interni ed esterni alla cinta urbana della nostra città. Altro che Capitale della Cultura! Dall’altra si accarezza ancora la nostalgia di affidarsi a quella classe dirigente espressa da quelle ristrette famiglie alto-borghesi che ha governato indisturbata Matera nel passato e che oggi continua a farlo a tratti, anche se costretta a chiedere il permesso ai principi dei “clientes”. La prima esprime una classe dirigente che nei fatti non ha le qualità necessarie per definirsi tale. I suoi epigoni non sono “guide” per la nostra comunità, ma parte di quello squallido ceto parassitario annidatosi nelle pieghe della politica. L’altra, pur avendo avuto degli indubbi meriti politici e culturali nel passato, oggi manifesta dei seri limiti culturali e non può oltremodo ambire a costruire un adeguato futuro per la nostra città, presa com’è dal proprio auto-compiacente snobismo culturale e dalla atavica tracotanza, non ancora estinta, di avocare a se il compito di dettare l’ “ortodossia” dello sviluppo e dei comportamenti civici nella nostra città. E’ parte di questa cultura ritenere che la rocca della cittadella da preservare comprenda solo i Sassi con mulino Alvino e poco altro annesso sul piano; mentre la periferia, pur piacente nei suoi tratti, può tranquillamente essere scassata come e quando si vuole, abbandonandola alle speculazioni, riducendola a luogo dove c’è solo pianto e stridore di denti. Per tutte queste ragioni questi due serbatoi di (non) classe dirigente appaiono del tutto inadeguati a fornire un governo decente per Matera CEC. Spesso questi due schieramenti si scontrano ma, molte altre volte si intrecciano e si alleano: la prima dà i muscoli; mentre la II si illude di dare la testa! Dobbiamo rassegnarci al già visto ? Io credo di no! La classe dirigente della nostra città non è più confinabile in quella stretta elites di famiglie borghesi ed illuminate che continua a popolare i margini alti dei Sassi. L’anno scorso ci fu un dibattito sui giornali locali riguardo la classe dirigente delle nostre terre e Verri, in un suo intervento disse che la nuova classe dirigente della nostra città oggi è fatta di quei tanti giovani adulti (ed adulti giovani!) ad alta scolarità, con fruttuose e significative esperienze all’estero, fermamente convinta che la “internazionalizzazione” sia via obbligata per raccogliere e vincere le sfide del futuro. Sono più o meno le stesse tesi proposte da Pino Aprile in uno dei suoi libri quando ha parlato del possibile riscatto del Sud. Chi vuole sovvertire lo “statu quo” nella nostra città non può che intraprendere questa III via. Le forze di opposizione vere sono avvertite!
Vi è infine una quarta soluzione, forse più “esotica” e suggestiva, in stile americano, che è quella di scegliere più che un sindaco, un testimonial della città che sia un biglietto da visita dignitosissimo e prestigioso per la città di Matera CEC, (ancora meglio se donna!).
Chi persegue questa via deve però sapere che ci sarà bisogno di mettere su una guarnigione agguerrita di “pretoriani”che possa coprirle le spalle soprattutto quando passa per i corridoi del municipio! Soluzioni significative e risolutive dai cannibali del M5S materano non è nemmeno il caso di attendersi. Per quel che riguarda lo scrivente i soliti vecchi-giovani mi hanno già comprato il biglietto per assistere in prima fila allo spettacolo del prossimo Maggio 2015 ! In attesa che città (straniere? per CEC del 2020? Chissà!) propongano copioni più degni, non mi rimane che godermelo tutto!
Francesco Vespe
Ben vengano questi adulti giovani, altamente scolarizzati, internazionalizzati, preparati…. soprattutto non arrivisti, dotati di cuore, conoscenza ed onestà che a mio parere sono le tre qualità essenziali per gestire Matera 2019. Purché non resti utopica ed evanescente teoria di fronte al decadimento totale della politica attuale così ben descritto da Vespe. Se conosce gente di tale fattura, li proponga, verrà accolta nel migliore dei modi.
Ritengo doveroso formulare il mio più sincero apprezzamento per l’analisi che il prof. Vespe offre nella sua nota sulla nostra città. Innanzitutto per la qualità dell’eloquio pregno di qualità lessicale e cultura, ed in secondo luogo per la sua civile chiamata alle armi per salvare la città dall’assalto delle orde barbariche sia in termini politici che morali, che la hanno cinta d’assedio.
Ebbene sì, Matera ha bisogno di una via, di una via di uscita dallo stallo nel quale versa; non interessa se deve essere la prima , la seconda, e via dicendo. Matera ha bisogno di un progetto di sviluppo che deve coinvolgere anche il suo territorio provinciale, capace di invertire la deriva verso la quale sta precipitando. Ed i soggetti idonei per relizzare questo progetto non sono certo i mestieranti della politica che da più di un ventennio stanno perperuando le proprie rendite parassitarie. Per questi va bene la lo “status quo” una condizione cioè che li gratifica sia sotto l’aspetto econimico che sociale. Poco importa che a Matera in Urbanistica si reciti a soggetto, che non si disponga di un Regolamento urbanistico, che non si disponga di un piano energetico, che non si disponga di un piano che disciplini corretto uso della risorsa idrica e dei rifiuti, che non si proceda ad serio piano di bonifica dei siti inquinati.
Questo ai mestieranti non importa perchè un aqualunque strumento di pianificazione approvato e vigente non consentirebbe a chi volesse eluiderlo, anche se amministratore pubblico, di fare e disfare a prorio piacimento a tutela di malcelati interessi che comunque non hanno nulla che vefere con quelli della collettività.
A proposito dalle suggesdtioni esotiche che hanno portato il prof. Vespe a definire la declaratoria di un possibile candidato sindaco (uomo o donna che sia), vorrei aggiungere un ulteriore requisito che mi viene suggerito dall’art. 2 della Costituzione italiana che definisce l’Italia una Repuibblica fondata sul Lavoro. Auspico che il futuro sindaco/a provenga dal mondo del lavoro… quello vero, quello dei calli sulle mani, quello da esauriomento nervoso, quello da Equitala, da IMU da TASI, da TARI sia insomma sia insomma, uno di noi.
Ebbene per chi vovesse candidarsi a realizzare questo progetto sono disponibile per fare parte dell’agguerrito manipolo di “Pretoriani”, per dirla con Vespe, in riserva però per i miei raggiunti liti di età per difenderlo a spada tratta dai profanatori del tempio cittadino nell’adempimento dell’impegno assunto con i suoi concittadini.
Egidio Tamburrino.
ringrazio Egidio e Marco per l’apprezzamento dato al mio contributo. Per quanto riguarda i nomi da proporre per il prossimo Maggio alcuni/e ne ho in mente ma è troppo prematuro farne….! Delle conferme e disponibilità devono ancora arrivare! Nomi che potrebbero dare valore aggiunto e lustro alla nostra città. Per quel che mi riguarda sto puntando tutto sul Laboratorio : “2019 un’altra Matera”. Vuole essere una fucina di idee e chiamare a concorrere allo sviluppo della nostra città chi ha energie per realizzarle nelle more della designazione di Matera a capitale della Cultura. Un lavoro che predilige tempi lunghi e ha l’ambizione di continuare quel lavorio dal basso capace di sollecitare e tradursi in indirizzi amministrativi che è tanto piaciuto alla commissione che ha deciso in favore di Matera capitale della cultura 2019. Mi farebbe molto piacere avere Egidio come Marco ai lavori del laboratorio ….
Francesco Vespe