Il Consigliere Comunale Gaetano Recchia in una nota contesta le scelte amministrative e politiche del sindaco Gennaro Martoccia. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Il Consigliere Comunale Gaetano Recchia: “Il potere dà alla testa”.
Da Assessore al Bilancio del Comune di Ferrandina, in circa due anni e mezzo di mandato, ho assistito ad una vera e propria escalation di comportamenti alquanto discutibili in termini politici e gestionali messi in atto dal sindaco Gennaro Martoccia. Il Sindaco, la cui candidatura fu proposta dal Circolo PD di Ferrandina, (come egli stesso si autodefinisce continuamente e in terza persona, in una sorta di non tanto velata autocelebrazione) ha perso la maschera rivelando la sua vera natura.
Una persona improntata all’esaltazione del proprio “ego”, assolutamente incoerente e senza alcuna capacità politica e amministrativa.
Proprio così.
All’inizio di questo percorso, come maggioranza, siamo partiti tutti insieme come una squadra, senza distinzione di ruoli e colmi di buona fede e uniti per il bene comune, ma man mano che si andava avanti, mi rendevo conto che l’idea di squadra era viva solo nella mia testa , e che in realtà ognuno andava per la sua strada, allontanandosi sempre più dalla mia idea di “bene comune.
Il Sindaco, continuando sempre a parlare di sé in terza persona, ha cominciato ad imporre decisioni dall’alto del suo trono, senza ricevere alcuna opposizione. Senza sentir ragioni o consigli. Anzi, è stato addirittura assecondato dalla Giunta nelle decisioni a lui più convenienti senza alcun contraddittorio, tranne quello del sottoscritto, il quale non è stato soltanto ignorato, ma ritenuto
ormai “elemento scomodo”.
Quello che mi fa rabbia tuttora è aver sostenuto la candidatura di Gennaro Martoccia, ma mi rincuora apprendere di non essere il solo, che il mio sentimento si interseca con quello di tanti ferrandinesi che hanno visto la loro fiducia tradita da un sindaco che non è mai stato in grado di dare risposta alle domande e alle richieste che ogni giorno gli vengono poste dagli stessi elettori.
Un sindaco sordo e assente, anche ai tentativi, da parte del sottoscritto, di riportare questa amministrazione sulla “via maestra”.
La “via” della correttezza politica e morale, la stessa “via” che i cittadini auspicavano venisse percorsa il giorno in cui, con il loro voto, hanno dato fiducia al sindaco e agli eletti tutti.
In realtà tutte le speranze dei ferrandinesi si sono risolte in una sorta di borgo medioevale con tanto di Signore e Padrone impegnato solo nelle sue manie di protagonismo.
Per anni Gennaro Martoccia ha ambito a tale candidatura, ma puntualmente è stato scavalcato da qualcun altro e forse, col tempo, il suo obiettivo si è trasformato in mera ossessione di indossare la “prestigiosa” fascia tricolore.
Il mio personale apporto alla coalizione “Ferrandina Bene Comune”, in termini di consensi, è quantificabile e nel contempo dimostrabile, così come di risonanza è stata la mia opportuna dissociazione da un percorso che nulla aveva a che fare con le necessità del mio paese e le
aspettative dei miei concittadini.
L’apporto del Sindaco Martoccia invece non è dato sapersi.
Da ex Segretario del Circolo PD di Ferrandina, e attualmente da delegato nell’assemblea regionale del PD, mi trovo a subire una revoca alla delega di assessore perché non ho voluto assecondare le volontà del Sindaco.
Egli stesso sottolinea nelle motivazioni di revoca del mio mandato le divergenze di carattere politico-programmatiche e gestionali.
Sindaco Gennaro Martoccia, assecondare è scarsa partecipazione, le divergenze e i dibattiti, anche esasperati, sono invece sempre frutto di un attivismo che solo chi ha a cuore il proprio compito mette in atto, con onestà e senso di responsabilità!
E in questo la mia partecipazione, affinché la gestione fosse trasparente e corretta nei confronti dei cittadini, è stata non solo massima e accorata, ma anche da lei non gradita!
Oggi di fronte a tale provvedimento, mi sento in dovere di chiedere scusa a tutti i cittadini che mi hanno sostenuto scrivendo sulla scheda elettorale Recchia e non Martoccia.
Vado via con la rabbia di chi ha fallito nel voler portare avanti lo stendardo dell’onestà morale ed intellettuale ( cosa rara ma non assente “a palazzo”) e con l’orgoglio di chi non ha voluto assecondare scelte che nulla hanno a che fare con il tanto inneggiato “bene comune”, ma anzi, lontani anni luce dal bene di Ferrandina e dei ferrandinesi.
Sarò da oggi un consigliere comunale di opposizione senza venir meno all’impegno che ho assunto davanti alla cittadinanza, cercando di svolgere il mio compito con gli stessi buoni propositi e gli stessi valori che mi hanno spinto a candidarmi. Valori come la coerenza e trasparenza di intenti, valori completamente estranei a buona parte di questa amministrazione.
Come consigliere, ma soprattutto come membro di questa comunità, farò il possibile per mandare a casa questi rappresentanti incompetenti ed irresponsabili.
È proprio vero, per uccidere il topo abbiamo bruciato il pagliaio! E lo dice un semplice uomo a cui il cuore batte dal verso giusto.