“Non possiamo rinunciare alle politiche di coesione, esse rappresentano la più grande politica di investimenti per i nostri territori. Senza politiche di coesione non vi è possibilità di ridurre i divari che penalizzano soprattutto le regioni del Sud”.
E’ quanto ha affermato il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Vito Santarsiero, al termine del seminario sulle politiche di Coesione e Pac (Politica agricola comune) post 2020 che si è svolto oggi a Reggio Calabria, dove si è tenuta anche la Conferenza dei presidenti delle Assemblee regionali. Presenti al seminario Nicola De Michelis, capo di gabinetto del Commissario europeo per le politiche di coesione e Antonio Caponetto, direttore dell’Agenzia nazionale di Coesione territoriale.
“È necessario inoltre – ha aggiunto – che nel nostro Paese le politiche di coesione siano realmente addizionali e non sostitutive dei fondi ordinari per la crescita dei territori, solo così saranno realmente efficaci e solo così costruiremo veri percorsi di crescita per il Mezzogiorno.”
Approvato dalla Conferenza dei presidenti delle Assemblee regionali un documento sulle politiche europee con il quale si richiama la centralità delle politiche di coesione e “si esprime contrarietà alla riduzione del 10 per cento dei fondi per la coesione nella proposta di bilancio 2021-27”, “contrarietà alla riduzione dei tassi di cofinanziamento dell’Unione europea” nonché “contrarietà ai tagli sul bilancio relativi alla Pac (Politica agricola comune), ritenendo irragionevoli le decurtazioni che vanno dall’11 per cento per il Feaga (Fondo europeo agricolo di garanzia), al 28 per cento per il Feasr (Fondo europeo agricolo sviluppo rurale) e al 13 per cento per il Feamp (Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca)”.
Il presidente Santarsiero ha anche sostenuto “l’importanza della Politica agricola comune per il ruolo portante dell’agricoltura nelle nostre economie regionali e per lo sviluppo delle aree rurali.”
Richiamando una sollecitazione di De Michelis Santarsiero si è dichiarato del tutto d’accordo ad “iniziare subito a riflettere su cosa fare nel prossimo ciclo di programmazione 2020-26 e non aspettare regolamenti e programmi in fase di definizione da parte della Unione europea “.