Conferenza delle Donne Democratiche: “Alla Basilicata occorrono investimenti in politiche per l’infanzia e l’uguaglianza di genere”. Di seguito la nota integrale inviata da Lucia Sileo, portavoce Donne Democratiche Basilicata
Tra i cinquanta partecipanti di tutta Europa ad intervenire alla terza edizione del #ProgressivesSpeakUp: School of Young Local Politics che si è svolta dal 7 al 9 luglio 2022 a Reggio Emilia, per rappresentare il Sud Italia è stata scelta Valentina Garripoli, consigliera del Comune di Lavello. Questa manifestazione è stata co-organizzata con i Giovani Socialisti Europei (YES), il Partito del socialismo europeo (PES) e la Fondazione per gli studi progressisti europei (FEPS).
Tra i relatori hanno partecipato: Christophe Rouillon, Presidente del Gruppo PSE nel Comitato Europeo delle Regioni, Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia, Cristian Fabbi, Presidente Reggio Children, Brando Benifei, Membro del Parlamento Europeo e Capo del la delegazione italiana al Socialist&Democrats, Yonnec Polet, Vice Segretario Generale del PSE e Membro del Gruppo PES nel Comitato Europeo delle Regioni, Ana Pirtskhalava, Segretario Generale dei Giovani Socialisti Europei, Simona Lembi, responsabile del Piano per la Parità di Genere della Città Metropolitana di Bologna, dirigente del PD Emilia Romagna
La scuola di quest’anno si è concentrata su un tema cruciale e di priorità per i progressisti europei: promuovere la parità di accesso all’istruzione e alla cura della prima infanzia di alta qualità per tutti i bambini nell’Unione Europea.
La pandemia di COVID-19 ha esacerbato le sfide e le disuguaglianze esistenti e ne ha create di nuove. I bambini sono stati esposti a un aumento della violenza domestica e agli abusi e allo sfruttamento online, al cyberbullismo e più materiale pedopornografico è stato condiviso online. Procedure come l’asilo nido o il ricongiungimento familiare hanno subito ritardi. Il passaggio all’apprendimento a distanza ha colpito in modo sproporzionato i bambini molto piccoli, quelli con bisogni speciali, quelli che vivono in povertà, nelle comunità emarginate,e nelle aree remote e rurali, senza accesso a connessioni Internet e apparecchiature informatiche.
La pandemia ha colpito fortemente anche la salute mentale dei bambini, con un aumento segnalato di ansia, stress e solitudine. Molti non hanno potuto partecipare ad attività sportive, ricreative, artistiche e culturali essenziali per il loro sviluppo e benessere.
Inoltre, il divario occupazionale tra uomo e donna è un problema che riguarda tutti i paesi europei. Una disparità che dipende in gran parte dalla tendenza a far ricadere sulla donna, più che sull’uomo, le responsabilità genitoriali. Rispetto agli uomini, sono molte di più le donne che, una volta diventate madri, si trovano a uscire dal mercato del lavoro per occuparsi dei propri figli a tempo pieno.Una scelta che spesso è spinta, oltre che da una discriminazione di genere, dalle difficoltà per le famiglie di accedere ai servizi educativi per la prima infanzia. Sia per la carenza di asili nido o altre strutture sul territorio, sia per il costo che in molti casi risulta elevato. L’Italia è tra i paesi Ue dove la disparità occupazionale tra padri e madri risulta più alta. Nell’Ue nel 2019, il tasso di disoccupazione è il 7 % per le donne e il 6,4 % per gli uomini.
Infografica ISTAT
Secondo l’Istat le scuole per l’infanzia, che sono un indicatore relativo alla numerosità delle strutture pubbliche e/o private che hanno lo scopo di prendersi cura dei neonati e dei bambini in età prescolare, sono anche funzionali a promuovere lo sviluppo dell’identità, dell’autonomia, delle competenze e della cittadinanza del bambino ed a farne, in un futuro anche piuttosto lontano, un cittadino consapevole. Oltre a questa funzione esse svolgono la complementare funzione di alleggerire il carico familiare e consentire ad i genitori di vivere la propria quotidianità in maniere più serena ed interattiva.
La scarsità di asili nido e servizi prima infanzia nel mezzogiorno, anche nelle città maggiori, ha conseguenze sull’accesso al sistema educativo.
Si è concluso il 31 maggio l’ulteriore Avviso per gli asili nido destinato ai Comuni delle Regioni del Mezzogiorno, con priorità per le Regioni Basilicata, Molise e Sicilia, finanziato con risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per circa 70 mln residui. Viene così definitivamente conclusa la procedura del PNRR per l’Istruzione 0-2 anni, con l’utilizzo completo dei 2,4 mld disponibili, e rispettando la percentuale del 55,29% di risorse prevista per il Sud. Con l’aggiunta dei fondi per Poli dell’infanzia e Scuole dell’infanzia, verranno impiegati per intero i 3 mld messi a disposizione dal PNRR. Per l’Avviso chiuso a fine maggio sono arrivate complessivamente ulteriori 74 domande, per un totale di richieste di finanziamento per 81.199.333,64 euro. Il maggior numero di candidature è arrivato dalla Sicilia (22), seguita da Campania (10), Abruzzo, Basilicata, Molise (9 ciascuna), Calabria (7), Puglia e Sardegna (4 ciascuna).Sono solo 9 le strutture in più finanziate con il PNRR, rispetto a 131 comuni, dove non sono presenti in tutti i comuni asili, E dove in totale in tutta la Basilicata forse ne arriviamo a 40. Asili nido e partecipazione delle donne al mondo del lavoro sono temi strettamente legati. Aumentare l’occupazione femminile era l’intento esplicito degli obiettivi di Barcellona, stabiliti dall’Ue per ampliare l’offerta di servizi prima infanzia.È importante puntualizzare che il ruolo degli asili nido è persino più ampio. I servizi per la prima infanzia svolgono una duplice funzione: sociale e educativa. In Basilicata la dimensione educativa è stata per molto tempo sottovalutata. Solo negli ultimi anni in Italia si è affermato il concetto che è nei primi mesi dello sviluppo che i bambini pongono le basi per gli apprendimenti successivi. Perciò avere accesso o meno a queste opportunità ha conseguenze decisive sulla possibilità per il minore di sottrarsi alla povertà educativa.Accanto al ruolo educativo, c’è una funzione sociale molto importante. Offrire questi servizi a un prezzo accessibile può essere un incentivo all’occupazione femminile, e quindi alla parità di genere nonché a una migliore condizione economica del nucleo familiare. In particolare, in Basilicata, dove l’occupazione femminile è rimasta tradizionalmente indietro.
La scuola desidera riprendere e promuovere una strategia sui diritti dell’infanzia pubblicata al fine di porre i bambini al centro dell’UE e delle sue politiche, mettendo in luce allo stesso tempo diverse criticità in primis il rischio di oltre 23 milioni di piccole creature a rischio di povertà ed esclusione sociale.«Ci auguriamo – dichiara Garripoli – che l’investimento promesso dal PNRR venga utilizzato per il contrasto alla povertà educativa minorile e a rafforzare l’azione di coordinamento tra scuola, famiglie, privato sociale, civismo educativo, istituzioni locali e il raggiungimento del maggior numero di bambini.
Sono necessarie – conclude Garripoli – scelte amministrative di ampio respiro che sappiano mettere al centro le politiche per i minori e le donne innanzitutto a livello comunale. È un cambiamento necessario, per evitare che quello sugli asili nido sia l’ennesimo capitolo di un libro delle favole che non serve a nessuno. Vi è la necessità di aprire dei tavoli di lavoro con la regione per poter definire un piano per le donne e per l’infanzia”.