Consigliera regionale Carlucci (M5s): “Il presente dell’UniBas è il futuro della nostra Regione”. Di seguito la nota integrale.
Che istruzione e formazione non siano al centro dell’agenda politica dell’attuale maggioranza è arcinoto. A poco servono i proclami e le fumate bianche sulla nascente Facoltà di Medicina, se mancano, di fatto, una profonda conoscenza della realtà scolastica e universitaria del territorio e la solida volontà politica di fare dell’istruzione il primo e inaggirabile motivo di sviluppo e ricchezza della nostra Basilicata.
Non vi racconterò dell’annoso esodo degli studenti dalla nostra terra né dell’ormai trita “fuga dei cervelli”, degli sforzi e dei mutui delle famiglie lucane per mantenere i figli fuori, consapevoli del fatto che, poi, difficilmente torneranno, delle stazioni affollate di studenti, pacchi e valigie diretti altrove… No, questo lo sapete già.
Una condizione, quella dell’emigrazione, che sembra affliggere il nostro Meridione dal secondo dopoguerra in avanti, quasi fosse un destino ineluttabile. E invece no, questa realtà ha precise responsabilità politiche, a partire da quelle regionali.
A partire, cioè, dall’annoso mancato investimento da parte della nostra Regione sul diritto allo studio. È vero, la Regione finanzia, come è giusto che sia, l’Università degli Studi della Basilicata (UniBas), almeno quel tanto che serve a garantirne, se non la sopravvivenza, almeno un esitante galleggiamento. Non è sufficiente.
Come abbiamo ribadito in numerose occasioni, investire sull’Università significa non già assicurarle lo stretto necessario, ma avere il coraggio e la lungimiranza politica di investire sul diritto allo studio e sull’intero ecosistema che dovrebbe gravitare attorno all’università. Significa, cioè, creare un ambiente appetibile per gli studenti e per le tasche delle loro famiglie: dall’alloggio ai trasporti, dalle agevolazioni presso gli esercizi commerciali alla promozione dell’internazionalizzazione.
La realtà, purtroppo, è un’altra e non dobbiamo temere di raccontarla ad alta voce: sono pochi gli studenti che scelgono di restare in Basilicata, molti di più coloro che sono “costretti” a rimanervi, perché non potrebbero sostenere le gravose spese di una vita fuori regione.
Cosa intende fare questo governo regionale: continuare a investire pochi spiccioli e poche attenzioni nei confronti dell’università oppure provare a cambiare la rotta e a rendere desiderabile la vita dello studente in Basilicata?
Le ultime classifiche Censis sono state impietose nei confronti dell’UniBas. Sappiamo bene che i dati forniti dall’istituto di ricerca sono parziali, fotografando solo una porzione di realtà e facendo astrazione dal contesto decisamente più complesso; tuttavia, le criticità esistono e probabilmente interessano anche aspetti diversi da quelli segnalati, non ultimo quello relativo ai servizi digitali.
Se la Regione Basilicata non deciderà di scommettere sulla sua Università, ne posticiperà di poco l’estinzione. Allettati e incentivati dai numerosissimi mezzi di trasporto che collegano Matera a Bari, gli studenti del materano preferiranno spostarsi verso la Puglia e, incoraggiati dal prestigio e dal costo della vita più basso, gli studenti del potentino migreranno, inevitabilmente, verso Napoli e Salerno.
E questa emorragia non si sutura aprendo, “semplicemente”, un’altra facoltà – quella di Medicina, che, per di più, richiederà un cospicuo stanziamento di risorse – ma esprimendo una visione di sviluppo della nostra Regione che parta proprio dai banchi dello studio e della ricerca. Dalle cosiddette “eccellenze”. Ben venga, dunque, anche la Facoltà di Medicina, ma solo a patto che non sia l’ennesima bandierina politica, a cui si accompagna uno sperpero immane di risorse pubblico.
Bisogna pensare a un percorso di eccellenza, altrimenti perché uno studente dovrebbe scegliere di restare in Basilicata e di non spostarsi nelle regioni limitrofe? Viste le condizioni in cui versa la sanità lucana, poi, la faccenda si complica ulteriormente!
Interessante, infine, la proposta avanzata dal PD rispetto alla possibilità di azzerare le tasse per i giovani lucani. Peccato, però, che abbiano avuto un’intera legislatura per ideare e applicare l’iniziativa! Meglio tardi che mai.
Al di là delle singole e pur apprezzabili iniziative, bisogna ripensare, radicalmente, il ruolo e l’importanza dell’Università per il presente e soprattutto il futuro della nostra Basilicata.