Consigliere comunale Doria (Matera Civica): “Che fine ha fatto il parcheggio in via Gramsci?” Di seguito la nota inviata da Pasquale Doria, consigliere comunale Matera Civica.
Questione posti auto in centro. Breve discorso agli smemorati. La Giunta comunale del sindaco Salvatore Adduce, nel 2011 aveva ripreso e approvato la realizzazione di un parcheggio per 120 posti auto in via Gramsci. Era tutto pronto e lo è ancora ma, nel frattempo, è diventata ormai da tempo un cimelio la misteriosa tabella che svetta in questa via a ridosso del centro. Non è facile notarla, sembra quasi nascosta e l’incedere degli anni influisce non poco a renderla quasi invisibile. Eppure, c’è e può parlare ancora, perché la sua storia – senza neanche entrare nel merito di intricate vicende sospese tra insipienze burocratiche, inerzie politiche e concreti interessi privati – è di quelle che vanno raccontate.
Non è difficile orientarsi. Salendo da via Lucana, superata l’area verde tra tutti i materani nota come Boschetto, dopo la sede dell’ex Onmi, solo un muro separa la vista da un’altra area che è ancora più verde. Qui doveva sorgere un parcheggio prima meccanizzato multipiano e successivamente su due piani non interrati e ingresso a raso, che non c’è. Bisogna andarci sul posto. Lo stupore assale anche gli occhi più distratti. Una fitta vegetazione nel cuore della città, abbandonata con tutta evidenza a se stessa, è dominata da una lamiera arrugginita, mesta sintesi di una vicenda paradossale. Fa male sapere che in questo preciso posto, come anticipato, doveva sorgere un parcheggio meccanizzato per 220 posti a servizio del centro storico della città. Un’idea progettuale che dal punto di vista logistico non fa una grinza. Non è tutto. Per quanto non siano più nettamente distinguibili, tra i caratteri impressi sulla lamiera si legge ancora la data dell’inizio dei lavori: il 12 dicembre del 1990. Ovviamente, non manca l’indicazione riguardante la chiusura del cantiere: 15 dicembre 1992. Lo stanziamento era di oltre 3 miliardi e 800 milioni di lire. Una cifra niente male, specialmente se si considera la capacità d’acquisto, il peso reale che allora riusciva a esprimere la valuta nazionale.
Insomma, da allora, sono trascorsi 34 anni anni e del parcheggio multipiano – a parte la tabella che indica l’associazione temporanea d’impresa e tutti gli altri dati anticipati – non c’è neppure l’ombra. Anzi, al suo posto un’insolita enclave selvaggia è la muta testimone dell’incedere del tempo, che non attende e compie il suo corso naturale nel desolato stato d’oblio che grava su tutta l’area. Invece, in questa zona un parcheggio risolverebbe moltissimi problemi a favore della mobilità cittadina. Effettivamente, mantiene intatta tutta la sua utilità il progetto del 2011 che non intacca la collina e, non è poco, ricava 120 posti auto a due passi da piazza Vittorio Veneto.
Oggi, rimane l’area verde, dall’incerto destino come quella assegnata nel 2020 alla Casa delle Tecnologie, dalle parti di piazza degli Olmi. In fretta e furia, anche in quel caso, scattò la solita variante al Piano regolatore. Poi, è maturato il ripensamento. Dovrà tornare alle origini, da edificabile a verde, ma in questo caso chissà perché non c’è nessuna fretta.