La tassa sui rifiuti (Tari) si può ridurre già dal 2024. Di seguito la nota inviata da Pasquale Doria, consigliere comunale di Matera Civica.
Questione Tari, la tassa sui rifiuti, ha subito un nuovo aumento. Si poteva almeno in parte mitigare il costo di un servizio affidato a una società privata? Sono stati molteplici gli interrogativi sollevati nel corso dell’ultimo Consiglio comunale. Alcune suggestioni avevano il sapore della pura propaganda elettorale, apparendo lontanissime da soluzioni concrete e sostanziali. Se si vuole fare davvero sul serio, senza entrare nelle complesse dinamiche del PEF (Piano Economico Finanziario, il “conto economico” che contiene costi e ricavi del servizio di raccolta dei rifiuti), è il caso di evidenziare che il Rendiconto comunale 2023 si è chiuso con un avanzo disponibile (libero) di oltre 2 milioni di euro.
Domanda: una tantum, come è già accaduto alcune volte in passato, è possibile spalmare almeno una parte dell’avanzo a favore delle fasce sociali più deboli?
Per l’attualità e l’interesse che l’argomento suscita, qualche giorno prima del Coniglio comunale il quesito lo abbiamo girato a esperti della materia. La risposta, è stato fatto notare, è insita nel comma 2 dell’art. 187 del TUEL, il testo unico degli enti locali. La norma di legge fornisce un elenco di spese per il cui finanziamento è possibile fare ricorso all’avanzo di amministrazione, parte libera, dell’esercizio precedente: nell’elenco di priorità, ci sono anche le “spese correnti a carattere non permanente”, ovvero “una tantum”.
E’ quindi tecnicamente possibile impiegare una parte dei 2 milioni e passa di euro dell’avanzo di amministrazione “libero” per finanziare una riduzione “una tantum” sulla TARI già nel 2024: il Comune ha la potestà di deliberare le riduzioni che vuole e nelle modalità che più ritiene opportune in base al comma 660 dell’articolo 1 della legge 147/2013. Vista l’urgenza, con delibera di Giunta da ratificare entro 60 giorni in Consiglio, nella bolletta TARI 2024 è certamente possibile inserire una riduzione “una tantum”, ad esempio, per i nuclei familiari più numerosi e/o dei nuclei familiari mono-componente. La riduzione diventerebbe, quindi, automatica, tanto più che gli uffici comunali già dispongono, per legge, di tutti i dati necessari (anagrafe, accesso alle banche dati dell’Agenzia delle Entrate, del catasto, ecc.).
Di contro, le solite eteree risposte affidate ai social, cui non sarà mai possibile abituarsi, non convincono. Non bastano a interpretare il tempo presente, tanto più che i cittadini anche volendo non riescono a fare a meno di una certa cultura materiale e chiedere misure in equilibrio con le risorse disponibili. Per essere chiari, e rendersi conto come stanno davvero le cose, basterebbe ascoltarli i cittadini, specialmente chi fa sempre più fatica a mettere insieme il pranzo con la cena.