Pasquale Doria, consigliere comunale Matera Civica: “Nel 2024 aumento Tari confermato dall’Amministrazione Bennardi, nessun aiuto per fasce più deboli dall’avanzo di bilancio”. Di seguito la nota integrale.
A dicembre scorso, alla vigilia dell’approvazione del bilancio di previsione 2024-2026 chiedevo chiarimenti sulle modalità che avevano determinato gli stanziamenti in entrata e in uscita dei vari settori comunali. Non giunsero risposte particolarmente significative in merito: la riprova si è palesata con la delibera di Salvaguardia e Assestamento di bilancio che continua a proporre numerose altre variazioni di Bilancio 2024-2026. Esattamente come è accaduto al Bilancio 2023-2025, che ne ha subite ben 14 di Giunta, poi ratificate in Consiglio, e innumerevoli altre di competenza dei dirigenti (con determine dirigenziali).
La giurisprudenza contabile ha già più volte stigmatizzato l’eccessivo ricorso alle variazioni di bilancio, classificandole come pratica estremamente negativa, in quanto inficerebbe l’attendibilità del processo di programmazione, rendendo non credibile il Bilancio. Di conseguenza, con le ennesime, non condivisibili forzature proposte in sede di Assestamento, anche questa volta si ripropone lo schema di un percorso assai discutibile.
Per quanto riguarda la spesa corrente, abbiamo variazioni in aumento per complessivi 2 milioni e 250 mila euro, mentre la spesa in conto capitale presenta variazioni in aumento il totale è di 9 milioni e 440 mila euro, per un totale “manovra” di oltre 11 milioni e mezzo di euro.
Destano una certa meraviglia, intanto, reiscrizioni in bilancio di finanziamenti regionali e comunitari ricevuti anche da alcuni anni dal Comune per progetti e iniziative non realizzate: un’implicita ammissione dell’incapacità di realizzazione e di spesa. Quanto all’avanzo disponibile (o libero) – ovvero al saldo positivo 2023 che il Comune può riutilizzare nel 2024 – e che ammonta a oltre 2 milioni di euro, ai sensi dell’articolo 187 del testo unico degli enti locali, è possibile utilizzarlo per finanziare nell’ordine: copertura debiti fuori bilancio; riequilibrare il bilancio; finanziarie spese in conto capitale; finanziare spese correnti a carattere non permanente, ovvero non ricorrenti o in continuità (spese una tantum). Sorgono dubbi su molte delle spese finanziate con l’avanzo libero, ovvero di spese permanenti, ricorrenti. In particolare, desta perplessità l’utilizzo dell’avanzo libero per: incrementare il fondo di garanzia dei debiti commerciali, che lascia immaginare un aumento anche dei tempi nei quali il Comune salda i suoi fornitori. Stesso discorso per pagare le spese dei servizi digitalizzazione, gli studi per la Zes unica e altre ancora di consulenza. Per finire, non certo in bellezza, figurano 60 mila euro per l’affidamento dell’incarico a un professionista chiamato alla revisione del vigente regolamento urbanistico, partito bene e, chissà per quali ragioni chiuso in fretta e furia, al punto tale da rendere dubbia la sua efficacia e correre ai ripari con una ulteriore e non trascurabile spesa.
Insomma, l’avanzo libero 2023 risulta quasi del tutto speso per far fronte a spese correnti permanenti tra cui quelle per consulenze e incarichi: per il 2024, si pensi alla Tari, non sarà quindi possibile destinare risorse una tantum per alleviare, nei limiti del possibile, la pressione nei confronti di quelle famiglie, purtroppo in aumento, che a fatica riescono a mettere insieme il pranzo con la cena.