Firmare i decreti e scorrere tutte le graduatorie possibili per scongiurare il potenziale disimpegno di circa 40 milioni di euro.
“L’azzeramento del disimpegno dei fondi europei é l’obiettivo minimo da raggiungere. Restituire soldi sarebbe il primo concreto fallimento di questo Governo regionale, altro che eredità.”
Lo dichiara il Consigliere Regionale Luca Braia (Avanti Basilicata/Italia Viva), ex assessore all’agricoltura.
“Otto mesi trascorsi dall’insediamento del Presidente Bardi e sette dall’insediamento della nuova Giunta sono già tanti. Soprattutto – prosegue Braia – se si eredita una programmazione fortemente avviata, 32 bandi emessi, alcuni praticamente pronti sul tavolo solo da deliberare, oltre che graduatorie istruite e solo (o quasi) da pubblicare. Aggiungiamoci una organizzazione degli uffici già predisposta e tarata per seguire un cronoprogramma definito e abbondantemente in grado di rispettare gli impegni e i target di spesa al 31 dicembre 2019.
Così come fatto sistematicamente negli anni precedenti, con mesi di anticipo, in cui le “Eredità” erano veramente pesanti, come i 95 milioni di euro del Maggio 2015 a valere sulla vecchia programmazione, da chiudere e con la nuova da far partire. Disimpegno azzerato, così come gli anni a seguire con mesi in anticipo, allora, con una Task Force di dirigenti, funzionari e tecnici che ha operato per sette mesi senza sosta, stimolati, governati, organizzati e ai quali ancora dico grazie a nome dell’amministrazione e di tutto il comparto.
A maggio scorso, con 32 bandi, erano stati impegnati 514 milioni di euro (77% dei 671 milioni di euro a disposizione) ed effettuata una spesa (cioè quanto pagato da Agea agli agricoltori lucani) che superava i 158 milioni di euro, cioè oltre il 26% del programma.
Piuttosto che mettere le mani avanti e parlare di criticità ereditate, si faccia quello che ho chiesto da mesi (anche attraverso interrogazioni e mozioni al momento rimaste inascoltate) come lo scorrimento immediato di tutte le graduatorie che avrebbero potuto dare, per tempo, un contributo importante all’avanzamento tempestivo della spesa ma anche a creare ulteriore economia nei territori. A partire dalle filiere misura 16.0 con le graduatorie provvisorie pronte da aprile, dalla 4.1 ordinaria e quella destinata ai giovani Misura 6.1, e dell’integrato. Opzioni che avrebbero, in riferimento al bando Filiere, evitato contenziosi inutili, (alcuni ancora in corso) tra gli ammessi e non finanziabili per mancanza di fondi, salvo poi essere finanziati tutti come chiedo e spero si faccia nei prossimi giorni.
Da maggio 2019 si sono pagati solo 8 milioni di euro di misure strutturali e 17, come ogni anno, in automatizzato da AGEA per misure agro-ambientali, quindi si sta facendo solo l’ordinario. Si è pagato ciò che era stato lavorato e programmato, tra misure a superficie e strutturali, in precedenza, si è accelerato ben poco su altro. L’inerzia è evidente oggi e le colpe la si finisca di attribuirle alla gestione precedente i cui risultati sono oltremodo evidenti: anziché eventualmente velocizzare e rafforzare la squadra per velocizzare i processi, si é preferito forse rivedere iter valutativi e istruttori, con l’effetto di ritardare – e di tanto – la loro conclusione, e così ridursi all’ultimo momento mettendo a rischio risorse che il comparto agricolo non può e non deve perdere.
Chiedo al Presidente Bardi e all’assessore Fanelli di concentrare tutti gli sforzi possibili, mettendo a disposizione del bilancio le somme sponda a carico della Regione adeguate (come da dichiarazione del dott. Tripaldi, dirigente dipartimento programmazione e finanze, mancherebbero 5 milioni di euro) che consentirebbero ad Agea di pagare tutto quello che, speriamo, Ueca e il Dipartimento Agricoltura inseriranno a sistema per il pagamento. Perdere anche un solo euro sarebbe una sconfitta inaccettabile.
A tal fine convocherò in commissione bilancio l’assessore Fanelli per verificare l’avanzamento della spesa perché non si comprende dal suo comunicato se parla di eredità ricevuta o di quella che rischia di lasciarci a breve, dal momento che il 31 dicembre 2019 è praticamente domani e rischiamo di perdere oltre 40 milioni di euro. Nostro compito é stimolare e controllare perché a perdere non sarebbe solo la politica che governa oggi la Basilicata ma la comunità lucana tutta e quella agricola in particolare.
Sulla eredità ricevuta i dati già parlano. E spiegano tutto ma siamo qui per l’ennesima volta a ribadirlo. Per export dell’agroalimentare, PIL, attività di promozione, avanzamento della spesa, impegno, si rileggano i numeri presentati agli Stati Generali dell’Agricoltura: chiuso il 2018 con aumento PIL comparto agricolo +27,42%, aumento produzioni +43,11% e occupati agroalimentare +18%, negli ultimi tre anni oltre che +63,25% sul valore aggiunto negli ultimi 5 anni.
Soprattutto si legga anche l’ultimo dato dj Bankitalia presentato in questi giorni con un +0,8% in occupazione tra agricoltura e servizi con il traino di Matera 2019 per turismo e agroalimentare sempre più apprezzato che porta un saldo positivo per occupati del 12% (nonostante siano diminuite se non azzerate le attività di promozione da parte dell’istituzione regione.)
Mi compiaccio, infine, di come sui temi dei danni da cinghiali e sulle calamità, anche Fanelli della Lega oggi da Assessore, si rinneghi, dopo che per anni ha criticato l’operato regionale urlando con i suoi colleghi sui palchi elettorali e carpendo con malafede il consenso elettorale.
Ha compreso che senza la modifica della Legge nazionale, non si può fare nulla di più di quanto fatto sino ad oggi: se non si modificano le leggi 102 e 157, istanze rispetto alle quali si sono dimostrati sordi e assenti tutti, compreso il Ministro Centinaio dell’ultimo Governo Lega-5Stelle e per cui oggi riponiamo speranze sul nuovo Ministro Teresa Bellanova di Italia Viva.
Non vi saranno sconti e giustificazioni di sorta – conclude Braia – va raggiunto l’obiettivo di evitare il disimpegno, firmando tutti i decreti di finanziamento per consentire alle imprese agricole di avere il sostegno per gli investimenti in gran parte fatti e da fare e per proseguire quel percorso virtuoso di crescita di un settore rimesso faticosamente in carreggiata e che non può subire battute di arresto di nessun tipo.”