“Ritengo siano state tre serate meravigliose e magistralmente organizzate dal quotidiano Avvenire e dai vari sponsor, che voglio personalmente ringraziare. Finalmente si riaccendono su Matera e sulla Basilicata i riflettori nazionali, affrontando con competenza, profondità e visione in insieme a importanti ospiti, tematiche che hanno generato discussioni e riflessioni. Ne sono scaturite proposte operative con cui si può far ripartire la speranza, in un momento terribile che allo stesso tempo è fatto anche di grandi opportunità. Un futuro possibile e migliore esiste: realizzarlo dipende molto da ognuno noi, nei vari ruoli che si rivestono in società.”
Lo dichiara il consigliere regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva.
“La disponibilità di Mariella Enoc ad ampliare i servizi dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù anche in Basilicata – prosegue il consigliere Braia – attivando delle specializzazioni è un grande messaggio che la Regione dovrebbe essere capace di cogliere. E’ emerso nel talk conclusivo della terza serata “La sanità di domani: territorio, eccellenza e ricerca”, che ha visto insieme a Mariella Enoc, Presidente dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, anche la presenza di Lucia Aleotti, azionista di Menarini e Vicepresidente di Farmindustria e Pier Giuseppe Pelicci, Dipartimento di Oncologia Sperimentale dell’IEO e professore ordinario di Patologia all’Università degli Studi di Milano.
L’apertura di Claudio De Scalzi, Ceo dell’Eni a fare un confronto a tutto campo e non certo facile, proprio in Basilicata, tra il vescovo Orofino e il cardinale Gambetti nella prima delle serate di Avvenire, su quello che Eni può ancora rappresentare per la nostra terra e il suo futuro, che non può essere fatto di sole estrazioni ma di transizione ecologica adeguata, necessita il coinvolgimento di tutta la politica, insieme a tutti gli operatori della comunità lucana.
Una frase mi ha particolarmente colpito tra le tante riflessioni, relativa alla condizione attuale in cui viviamo e che dobbiamo superare insieme. Il cardinale Mauro Gambetti proprio durante il confronto con De Scalzi ha acceso una luce di speranza sul nostro futuro: “Quello che stiamo vivendo evidenzia la vulnerabilità sociale, personale e del creato, ma proprio questo fa emergere la domanda sulla fraternità. Dobbiamo salire ad un altro livello, dove si possa affrontare la complessità introdotta dalla globalizzazione e dalle nuove tecnologie. Oggi il sistema politico, economico ed educativo nel mondo non riesce a dare risposte adeguate: se riuscissimo ad assumere la fraternità come principio d’ordine di tutte le nostre azioni, avremmo anche le chiavi per risolvere le attuali crisi. Il metodo del dialogo è un esempio di quella fraternità che può aiutare a risolvere i problemi”.
La fraternità, la corresponsabilità istituzionale e sociale ritengo sia la strada maestra sulla quale dobbiamo incamminarci tutti. Recuperiamo lo spirito di comunità che appare oggi perso soprattutto dalla politica, recuperiamo soprattutto la consapevolezza che ognuno di noi può fare qualcosa pur essendo, per citare Gino Strada, solo una “Gocciolina nell’oceano”. E’ tempo di considerare che non possiamo bastare a noi stessi, e che cercare un senso nell’altro con cui condividiamo questo tempo è fondamentale per crescere, così come la responsabilità dei vari ruoli che ognuno di noi gioca nella comunità. Gli effetti che i nostri comportamenti, le nostre decisioni e le nostre azioni hanno su tutto il creato devono renderci maggiormente consapevoli che ogni pezzo che compone la prospettiva di sviluppo, anche economico, debba trovare adeguata collocazione.
Il progetto di Avvenire – conclude Luca Braia – che ogni anno porta a Matera cultura e grandi temi, parte da molto lontano, grazie al lavoro svolto in particolare da Auxilium in questi anni e dagli altri partner che man mano si sono aggiunti all’organizzazione. L’auspicio è che tali iniziative di grande respiro possano proseguire e accrescersi nel tempo, facendo nuovamente di Matera il palcoscenico ideale per i grandi dibattiti come questo, dai quali si possano mandare messaggi di ampio respiro, di cui può beneficiarne il mondo intero, eredità di ciò che una Capitale Europea della Cultura deve saper mettere in campo sempre.”