Consigliere regionale Braia: “Politica agricola non pervenuta. Comparto ancora senza governo rischia la deriva mentre le altre regioni volano”. Di seguito la nota integrale.
“Una Basilicata senza assessore all’agricoltura da 7 mesi e senza bilancio da 5. La politica che non sa guidare e non indica una direzione, non fa bene alla Basilicata. Il Presidente Bardi è praticamente braccato dai consueti litigi tra i partiti di maggioranza che si contendono la delega, senza pensare alle conseguenze per un comparto strategico come quello dell’agroalimentare oltre che della regione tutta. Il bilancio sarà posto in discussione e forse approvato con oltre 5 mesi di ritardo: di fatto siamo paralizzati. Sulla mancanza di un assessore all’agricoltura ci sono “troppi” silenzi e omissioni, inaccettabili nella fase dell’anno in cui si incrociano adempimenti legati alla programmazione 2014/2022 da chiudere e a quella 2023/2027 da aprire. Serve, oggi più che mai, una gestione politica forte e, soprattutto, esperta e competente, per operare immediatamente e non perdere altro tempo oltre quello che irrimediabilmente mai più sarà recuperato.”
Lo dichiara il Consigliere Regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva – Renew Europe e Presidente della II Commissione Programmazione e Bilancio.
“Emblematica la confusione e una quasi “autogestione degli uffici” – prosegue il Consigliere Braia – che non hanno indicazioni e fanno quello che possono con l’ordinario, accumulando purtroppo ritardi proprio quando altre regioni sono impegnate al massimo nella diffusione della politica agricola sul territorio, informano e formano i Caa, i tecnici e gli agricoltori sul territorio, sono pronti a far uscire bandi che daranno vantaggi ai loro agricoltori, a discapito dei nostri in termini di competitività.
Sarebbe il tempo dell’anno in cui preparare il comparto alla nuova stagione per puntare sull’agricoltura sostenibile, introducendo le tantissime novità, parlando di nuova Pac e di prospettive, lanciando bandi e misure, invece con il vuoto enorme creato da questa politica si rischia di complicare ancora di più la vita agli agricoltori lucani abbandonati al loro destino.
Il bilancio di previsione 2023/2026 di prossima approvazione non fa scelte strategiche e non affronta le emergenze. Nessuna traccia per lo sviluppo del comparto, su temi nevralgici per l’agricoltura del futuro come la logistica, la ricerca e l’innovazione, la formazione. Che fine ha fatto il progetto della piattaforma logistica in Val Basento? Perché non vi è più nessun progetto specifico su agricoltura 4.0 in sinergia tra dipartimento, università e Alsia?
Nel bilancio, nessuna difesa delle emergenze principali. Si appostano poche risorse sul cofinanziamento Psr, mettendone quindi a rischio i pagamenti Agea. Rispetto al tema ristoro danni da fauna selvatica tutto tace, così per il Consorzio di Bonifica con la prospettiva dell’aumento delle tariffe dell’acqua. Se il sostegno regionale è scarso, gli extra costi energia li pagheranno cittadine e cittadini.
Ritardi enormi sulle istruttorie dei bandi in corso come la misura 4.1 (investimenti attrezzature) scaduta il 17 Febbraio scorso e di cui non si conosce ancora nulla: questo tiene bloccati oltre 36 milioni di euro. Più si rinvia l’uscita dei bandi della nuova programmazione 2022-2027 più si accumulano criticità. Noi arriveremo a fine 2023, mentre le altre regioni avranno preso il volo su tutto. Eppure dovrebbe essere priorità favorire la vita e l’economia delle nostre aziende agricole, su cui gravitano tantissime famiglie che hanno scelto di vivere e lavorare nella nostra terra.
Anche la promozione e la comunicazione dell’agroalimentare subisce conseguenze negative che cominciano a registrarsi, nonostante la buona volontà degli uffici. Dalla visibilità internazionale del nostri prodotti, con la forza mediatica trainata anche da Matera 2019, a una presenza molto ridotta dei nostri produttori nelle fiere fondamentali quali Vinitaly: alla collettiva solo 17 aziende rispetto alle 45 del 2018. Azzerata la promozione del Tartufo Lucano: nel 2019 alla massima esposizione con una vetrina mondiale, da Matera collegata direttamente all’Asta mondiale del Tartufo d’Alba. Ancora, assente il sistema agricolo di Basilicata al recente MacFrut di Cesena-Rimini, principale fiera internazionale ortofrutta: tra le 40 nazioni estere e tra tutte le regioni italiane la Basilicata oggi non c’è. Eppure nel 2017 siamo stati regione partner con la Fragola di Basilicata simbolo dell’edizione e lanciata a livello mondiale come modello virtuoso da seguire per il riscatto dell’ortofrutta lucana e italiana ovunque.
Non è possibile andare avanti così, la Basilicata dell’agroalimentare – a cui si lega in maniera imprescindibile anche il comparto della ristorazione, dell’accoglienza e del turismo – dovrà tornare centrale nelle politiche regionali. Facciamo pertanto appello alle associazioni di categoria tutte per fare fronte comune nella lotta per i diritti di un intero comparto, in evidente stato di affanno e smarrimento, senza che Bardi nomini nemmeno l’assessore al ramo. Le conseguenze di questo agire del Governatore sono sempre più evidenti e anche gravi nella nostra Basilicata 100% rurale, così come definita dall’Europa.”
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