Non possono e non devono passare inosservate le parole con cui la Corte dei Conti (Deliberazione n. 56 del 22 dicembre 2020) acclara ciò che da anni noi denunciamo in merito alla disinvolta gestione avvenuta all’interno della Fondazione “Matera 2019”.
La magistratura contabile, infatti, ha accertato “l’esistenza di criticità nella utilizzazione dello strumento della ‘fondazione di partecipazione’ per la gestione degli eventi connessi alla nomina di Matera a capitale della cultura 2019, nonché dei finanziamenti pubblici ad essa assegnati, riconducibili anche alla natura atipica di tale strumento organizzativo”. Ma non solo, sono state inoltre “riscontrare, in particolare, la mancanza di un puntuale controllo esterno sull’attività della fondazione, sulla gestione dei fondi, sul costo del personale dirigenziale e dei contratti dalla stessa stipulati anche con riferimento alle assunzioni effettuate”.
Il riferimento all’assenza di controllo esterno è rivolto senza ombra di dubbio al Governo e soprattutto alla Regione Basilicata e in particolare della Giunta Pittella (PD) che della Fondazione determinò nomine ed assetti che hanno poi messo in campo una gestione “allegra” e in barba ad ogni elementare principio di trasparenza. In questi anni sono state molteplici le interrogazioni: parlamentari, regionali e comunali che hanno portato ad articoli di denuncia sulla stampa regionale e nazionale.
La giunta Pittella, tra l’altro, ha omesso anche di far luce – e per la verità ci attendiamo analoga attenzione della Corte dei Conti – anche sulla gestione dei fondi pubblici (gli unici all’epoca) trasferiti dalla Regione, allorquando non si era ancora costituita ufficialmente la Fondazione “Matera 2019”, ad un comitato MT2019 sempre presieduto dal PD e compagni.