“Finalmente il Governo tira fuori i numeri dei nuovi addetti previsti negli otto Centri per l’Impiego aperti in Basilicata per avviare la “rivoluzione” annunciata: appena 24 in più in aggiunta agli attuali 114 a fronte di un’utenza che oggi registra 32mila utenti ma che con il Reddito di Cittadinanza è destinata a crescere se non raddoppiare. Se questo è il modo di trovare lavoro ai beneficiari del nuovo strumento voluto da Cinquestelle e Leghisti c’è poco di buono da aspettarsi”. Ad affermarlo è il consigliere regionale Paolo Castelluccio per il quale “tra l’altro in attesa di conoscere la reale disponibilità delle risorse finanziarie necessarie per nuovo personale dei Cpi come per reclutare i cosiddetti “navigator”, che dovranno garantire il passaggio dal Reddito di Cittadinanza all’occupazione, è ancora impossibile sapere quando sarà possibile adeguare i servizi per l’impiego non a caso “snobbati” dalle imprese che, se hanno bisogno con urgenza di manodopera, preferiscono rivolgersi alle Agenzie interinali”.
Secondo Castelluccio “la presa di posizione della coordinatricedellacommissione Lavoro della Conferenza delleRegioni, Cristina Grieco, che denuncia l’assenza di unconfronto preventivo Regioni-Governo pesa, anche rispetto al provvedimento di sostegno alreddito che la nostra Regione sta attuando già da anni con l’abolizione della “card carburanti” e con risultati assai deludenti in termini di nuova occupazione prodotta specie per quelle categorie di persone ai margini del mercato del lavoro perché considerati troppi in avanti per età. Bisognerà aspettare aprile per verificare come sarà nei fatti applicato il provvedimento del Governo sempre più caratterizzato da aspetti di puro assistenzialismo. Il problema – dice – resta quello di una riforma vera dei servizi pubblici per l’impiego che risente fortemente della tendenza di sfiducia specie dei giovani a non iscriversi nei Cpi. Ma – conclude Castelluccio – sono certo che la delusione maggiore verrà dal numero effettivo di beneficiari del Reddito di Cittadinanza che da noi, dopo i “paletti” imposti dalla ristrettezza di risorse economiche, non supererà le poche migliaia di unità”.