Consigliere regionale Chiorazzo (Basilicata Casa Comune): Bardi improvvisa soluzioni last minute per l’emergenza idrica all’insaputa dell’assessore regionale Pepe e della Protezione civile regionale. Di seguito la nota integrale.
“Dopo circa due mesi di sostanziale indifferenza rispetto alla gravissima ed inedita crisi idrica che sta mettendo in ginocchio Potenza ed altri 28 comuni, per una popolazione di 140 mila abitanti, il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, ad un’ora dalla convocazione della Assemblea dei Soci di Acquedotto Lucano per la richiesta di riconferma dell’Amministratore Unico, Alfonso Andretta, improvvisa una conferenza stampa per garantire che, a sorpresa, ha trovato la soluzione alla crisi idrica senza averlo comunicato preventivamente al Vice Presidente della sua stessa Giunta ed assessore al ramo che, in questi mesi di emergenza idrica, insieme al responsabile della protezione civile regionale, ci hanno messo la faccia”.
È quanto ha dichiarato il Vice Presidente del Consiglio regionale, Angelo Chiorazzo, ritornando sulla gestione della crisi idrica che sta interessando un territorio esteso della Basilicata.
“Ai sindaci soci di Acquedotto Lucano, riuniti domani in assemblea, è richiesta l’approvazione del bilancio di esercizio 2023 con sei mesi di ritardo e con permanenti violazioni alle disposizioni del Testo Unico sulle partecipate pubbliche. Ai sindaci soci si chiede ancora di verificare e approvare il raggiungimento degli obiettivi sulla gestione da parte dell’Amministratore Unico e autorizzare la liquidazione del premio di risultato, circa 30 mila Euro, nel pieno della crisi idrica e con la certezza, finora, di aver perduto 34 Milioni di Euro di investimenti sulle reti idriche del React UE.
Come se non bastasse – ha sottolineato Chiorazzo, si chiede sempre ai sindaci soci di confermare l’Amministratore uscente nonostante la quasi unanime richiesta di discontinuità e di sostituzione dell’organo monocratico di Governo della società sollevate in questi giorni dagli amministratori locali, da amministratori regionali e da autorevoli rappresentati dei partiti di destra, di centro e di sinistra. Modifiche proposte per la governance di una società in grave e conclamata crisi che non solo non aggiungerebbero alcun onore di funzionamento ma genererebbero risparmi e una gestione realmente partecipata da sindaci e territori.
La cosa più grave è la deliberata violazione di una norma statutaria che impone, alla Giunta Regionale e non al Presidente, di comunicare al consiglio regionale la nomina che si intende proporre ad Amministratore Unico di Acquedotto Lucano per consentire allo stesso consiglio di avere l’obbligatoria informazione preventiva e richiedere eventuali chiarimenti nei successivi dieci giorni.
Sulla risorsa acqua – ha concluso Chiorazzo – quello che serve non è improvvisazione, ma al contrario chiarezza sulla gestione delle risorse, sugli investimenti, sui finanziamenti perduti e quelli che potrebbero perdersi a breve, sulla nuova organizzazione amministrativa della società, che non può essere sostituita dal ricorso sistematico a consulenti esterni, lautamente retribuiti e le cui attività risultano largamente evanescenti. Servono assunzioni di fontanieri, di quadri intermedi ma anche di nuovi dirigenti per sostituire tutti quelli andati via o fuggiti altrove in questi ultimi anni”.