Dopo la chiusura della camera ardente in Regione, il vicepresidente del Consiglio regionale, durante i funerali, ha rivolto il suo commosso saluto ad uno dei padri costituenti della Regione Basilicata. Alla famiglia le condoglianze del presidente Cicala
Sono stati in tanti a rendere omaggio a Romualdo Coviello, già presidente del Consiglio regionale, scomparso a Roma all’età di 81 anni. Presso la camera ardente, allestita nella sala antistante l’Aula consiliare presso il palazzo della Giunta regionale della Basilicata, nel rispetto del distanziamento e con accessi contingentati, si sono recati personalità istituzionali, leader politici, cittadini e rappresentanti della società civile per rendere l’ultimo saluto al già senatore, eletto con la Dc a Palazzo Madama nel 1987, mandato politico ricoperto fino al 2006, e consigliere regionale nella I, II, III e IV legislatura, dal 1970 al 1987.
Ad accogliere la salma il vicepresidente del Consiglio regionale Mario Polese e il vicepresidente della Giunta regionale, Francesco Fanelli, che si sono stretti attorno ai figli e alla moglie del senatore.
Presso la Chiesa “San Giovanni Bosco” a Potenza dove, nel primo pomeriggio, si sono tenuti i funerali, il vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata, Mario Polese, ha rivolto alla famiglia le condoglianze da parte del presidente del Consiglio regionale Carmine Cicala, impegnato a Roma per l’elezione del Capo dello Stato, e di tutta l’Assise regionale, per poi ricordare con stima e affetto il politico e l’uomo.
“Sento il peso della responsabilità nel parlare di Romualdo Coviello, il senatore, il costituente, il presidente del Consiglio regionale, il dirigente e docente, l’uomo, il padre, l’amico e il maestro, diretto e indiretto, di tanti di noi. Lo vivo come un onore, seppur doloroso, ma soprattutto come un dovere da parte di una comunità intera e da parte di una istituzione alla quale lui tanto ha dato. E’ un peccato doverlo salutare. Perdiamo una bussola. La Basilicata tutta è costretta a salutare un suo grande e autorevole protagonista. Un alfiere di quella irripetibile stagione politica che ha proiettato la politica lucana nelle più alte sfere delle cariche pubbliche. Di quella stagione della storia lucana che, grazie a personalità così competenti ed entusiaste, ha inciso non solo sul benessere e sullo sviluppo di questa terra ma ha contribuito alla costruzione delle regole. Da vicepresidente del Consiglio regionale e da legislatore mi sento di eprimere un ringraziamento a Romualdo Coviello che, in qualità di Presidente del Consiglio regionale, quando 52 anni fa furono istituite le Regioni, ha combattuto a tutti i livelli istituzionali per il riconoscimento dell’autonomia del Consiglio. Fu grazie alla sua capacità di governare i processi, con lo sguardo proiettato spesso qualche metro sempre più avanti di altri, che oggi il Consiglio regionale è l’Assemblea legislativa più importante dopo il Parlamento. Fu un processo lungo quello dell’autonomia regionale e non certo scontato. Il suo ruolo in Regione, al fianco di grandi personaggi che oggi non ci sono più e con i quali lavorò fianco a fianco come Verrastro, Azzarà, Peragine e Guarino, fu importante nei fatti. La carriera di Romualdo è stata lunga e importante. Era un amico sincero e un avversario leale. Un uomo colto ma anche semplice e umano”.
Gen 23