Consigliere regionale Gianni Perrino (M5s): “Italcementi autorizzata a bruciare quasi 98mila tonnellate di CSS-C per sostituire il pet coke”. Di seguito la nota integrale.
Ci tocca prendere atto dell’approvazione della DGR 570/2023 recante “Modifica non sostanziale dell’A.I.A. di cui alla D.G.R. n. 1197 del 7 novembre 2017 (e s.m.i.) rilasciata all’installazione denominata “Italcementi S.p.A.”, ubicata in Località Trasanello nel Comune di Matera. Proponente: Italcementi S.p.A. – Incremento utilizzo CSS-C” avvenuta durante la riunione di Giunta Regionale dello scorso 14 settembre.
Si tratta di una decisione avvenuta in tempi record considerando il potenziale impatto che la stessa potrebbe comportare per il territorio di Matera e per la salute dei suoi cittadini.
Italcementi, approfittando di una norma del decreto legge 31 maggio 2021, n. 77 (cd. “Semplificazioni), ha ottenuto l’autorizzazione ad aumentare di circa 38mila tonnellate la quantità di CSS-C (combustibile solido secondario – combustibile) da bruciare nell’impianto di Matera, diminuendo la combustione di pet coke. Il CSS-combustibile è un materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto e che pertanto viene considerato un nuovo prodotto dei rifiuti urbani non pericolosi e speciali non pericolosi.
Di fatto, Italcementi a Matera, per mandare avanti il suo impianto, brucerà circa 98mila tonnellate di CSS-C diminuendo la quantità di pet coke utilizzata sino a questo momento per lo stesso scopo.
Quello che sorprende è la straordinaria celerità dell’istruttoria che, come riportato dalla documentazione, non sembra aver visto il coinvolgimento del Comune di Matera tantomeno dell’ARPAB. La Regione non ha ritenuto minimamente opportuno approfondire l’impatto che questa ingente quantità di CSS-C potrebbe comportare sul territorio circostante: basti pensare che si stima un incremento del traffico indotto di circa 2 automezzi al giorno (con riferimento alla massima produzione). Inoltre, dalla documentazione emergono alcune contraddizioni come l’incremento annuo pari all’11% del consumo di energia elettrica che nella delibera di giunta regionale viene prima riportato e, solo poche righe dopo, del tutto azzerato in maniera a dir poco incomprensibile.
Una richiesta simile Italcementi l’aveva inoltrata alla Regione Lazio per lo stabilimento di Colleferro vedendosi respingere la stessa e poi perdendo i ricorsi di fronte a TAR e Consiglio di Stato (sentenza del 31 agosto 2023). La Regione Lazio aveva ritenuto opportuno procedere con una nuova valutazione di impatto ambientale anche alla luce dei pareri dell’ARPA laziale che, tra le varie motivazioni, aveva evidenziato l’incremento di nuove sorgenti sonore e di nuove potenziali sorgenti odorigene rappresentate dalle due stazioni di ricevimento del CSS dovute all’aumento del traffico indotto dalla cementeria.
Abbiamo deciso di chiedere chiarimenti con una interrogazione perché riteniamo che un incremento di 38mila tonnellate di rifiuti (nonostante si sia trovato l’escamotage per non considerali tali) non possa essere considerata una modifica non sostanziale, anche alla luce delle contraddizioni presenti nel testo della delibera e delle sentenze del TAR Lazio prima e del Consiglio di stato poi, relativamente ad una situazione che appare perfettamente sovrapponibile a quella dell’impianto ubicato in località Trasanello. La cosa più incredibile, a nostro avviso, è che tali manovre vengono spacciate per svolta green ed economia circolare.