“Il caro prezzi sta sempre più svuotando il carrello della spesa”. E’ la constatazione del consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Piergiorgio Quarto, che riprende l’analisi di Coldiretti, partendo dai dati Istat che fanno riferimento al commercio al dettaglio che nel mese di maggio su base annua fanno registrare una diminuzione delle quantità di beni alimentari acquistate per il quinto mese consecutivo. “Il caro prezzi – sottolinea Quarto – taglia la spesa alimentare degli italiani appartenenti, fatto estremamente preoccupante, a categorie sociali disparate e colpisce interi nuclei familiari costretti a rivedere le proprie abitudini alimentari rinunciando anche al classico pranzo della domenica. Purtroppo, e non è una impressione, siamo tornati e la situazione diviene di continuo più allarmante, ai tempi cupi del razionamento fatto in loco, quando gran parte della popolazione era costretta a concedersi il pasto, per così dire di pregio, solo una volta la settimana”. “La situazione è talmente critica che a dimostrarlo è anche il risultato positivo in valore – spiega Quarto – dovuto esclusivamente all’aumento dei prezzi aumentati, per quanto concerne i beni alimentari in media dell’8,8% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Questo – precisa il consigliere – il rilievo socio-economico emerso dai dati del mese di giugno. Tanto per non restare nel vago e dare punti di riferimento – continua Quarto –partendo dal + 68,6% dell’olio di semi al + 13,4% dei gelati, i rincari dei costi energetici e di produzione prodotti dalla guerra in Ucraina contagiano pesantemente i prezzi nel carrello della spesa con aumenti che colpiscono duramente le imprese e, quindi, le tavole dei consumatori. Da evidenziare poi che in cima alla classifica dei rincari ci sono gli oli di semi e subito a ruota c’è il burro con un +27,7% e al terzo posto la farina con i prezzi in salita del 20,5 %. A fare da traino gli aumenti del grano che vanno ad interessare in modo rilevante la pasta con un + 18,3%. Dopo la margarina, trova posto in questa escalation la carne di pollo con rischio notevole per la dieta che interessa l’alimentazione a basse calorie che coinvolge il riso con i diecimila ettari in meno seminati quest’anno per la siccità che sta inficiando anche i raccolti. Rincari a doppia cifra – dice Quarto – anche per le uova, il che contribuisce a ben delineare l’impatto dell’inflazione in virtù del fatto che in controtendenza aumentano a dismisura gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo di quasi il 10% nelle vendite di valore, il più elevato nel dettaglio tradizionale con buona pace della filiera corta e della produzione a chilometro zero”. “Il risultato dei discount è sintomatico – afferma Quarto – delle difficoltà davvero sostanziali in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dalla necessità, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo e su beni essenziali, senza poter troppo badare, purtroppo, alla qualità”. “Fin qui i numeri – esterna Quarto – ma andando verso quello che sta divenendo un vero e proprio nuovo stile di vita con il cambiamento purtroppo in peggio, bisogna sottolineare che il picco delle difficoltà vissute dai consumatori è rappresentato da 2,6 milioni di persone costrette addirittura a chiedere aiuto per mangiare, ossia per il normale sostentamento quotidiano e sono in netto aumento nel 2022 a causa della crisi dovuta alla guerra in Ucraina con il relativo incremento dell’inflazione, dei prezzi alimentari e, altra nota che dire dolente è poco, i rincari delle bollette energetiche. Il Fondo per l’aiuto europeo agli indigenti poi (Fead) in Italia fornisce ristoro ad oltre 2 milioni e mezzo di persone tra cui oltre 500mila bambini di età uguale o inferiore a 15 anni, quasi 300mila anziani, 81mila senza fissa dimora di età uguale o superiore a 65 anni, 31mila disabili”. “Senza voler approfondire l’analisi sociologica che lasciamo ai professionisti del settore – dice ancora Quarto – resta l’inquietante realtà che se i prezzi per le famiglie stanno diventando insostenibili, spinte dal caro energia e dalla guerra, l’aumento dei costi va ad incidere pesantemente sull’intera filiera agro-alimentare con i compensi riconosciuti ad agricoltori e allevatori che ormai in gran parte dei casi non coprono neanche i costi di produzione. L’aspetto tragico è che più di un’azienda agricola su 10, vale a dire l’11% è in una situazione talmente critica da condurre alla cessazione dell’attività e ben oltre il 30%, un terzo del totale nazionale, si trova comunque costretta a lavorare in una condizione di reddito negativo proprio per effetto dell’aumento consistente dei costi di produzione”. “I rimedi ci sono, ma certamente non di facile attuazione vista la situazione economica in cui versa il Paese caratterizzato da un debito pubblico assolutamente al di fuori della norma. E comunque, e il governo lo sta facendo, bisogna intervenire per contenere sia il caro energia che i costi di produzione. Urgono interventi subitanei per salvare le aziende e interventi strutturali per programmare il futuro, come ha giustamente sottolineato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini. Il governo con la legge di bilancio e con tutte le altre fonti finanziarie a disposizione, dovrà favorire con l’ausilio del Ministro all’Agricoltura Lollobrigida gli accordi di filiera, le intese tra le imprese agricole ed industriali. Fondamentale è che si tuteli la qualità, obiettivo principale del programma concordato tra governo e operatori, tra esecutivo e mercato, deve essere quello qualitativo, ma anche quantitativo, il tutto grazie all’importante apporto del titolare del dicastero all’Agricoltura Lollobrigida. Occorre ottenere perciò prezzi equi che salvaguardino i produttori non scendendo sotto i costi di produzione. Questo prevede – conclude Quarto – la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali ed alle speculazioni. L’auspicio è che gli italiani riescano a riempire di nuovo il carrello della spesa. La situazione riportata appare obiettivamente critica, difficile, complessa nella molteplicità dei suoi aspetti, ma il Governo con la manovra economica appena licenziata ha deciso di porre un argine alle difficoltà del momento emanando provvedimenti in aiuto delle famiglie che riescano concretamente a combattere il caro energia e la dilagante inflazione”.
Nov 23