ll vivace dibattito seguito al voto con il quale si è provveduto a sanare nel Consiglio Regionale il debito contratto alcuni decenni addietro dal Comune di Potenza ha suscitato a parere del Consigliere Quarto un clamore esagerato e diciamo pure ingiustificato tra quanti nella provincia di Matera hanno apertamente mostrato e dichiarato una contrarietà pregiudiziale alla decisione in questione. Finendo il tutto col dimenticare, cosa di non poco conto, l’agonizzante momento in cui si trovava esposto il capoluogo di regione, che sarebbe stato costretto ad interrompere i servizi indispensabili per una convivenza civile e pacifica dell’intera cittadinanza.
La discussione oggi va condotta e incanalata su forme più serene e costruttive onde evitare di cadere nella degenerazione del pensiero politico o peggio in una carenza di cultura di cui si nutre purtroppo il mostro dell’antipolitica.
Non è sbagliato comunque ricordare che già in anni passati la Regione con medesimi provvedimenti aveva disposto di intervenire a favore delle finanze del comune di Potenza, stanziando a vario titolo cospicue somme. Gli interventi specifici erano stati avallati dai precedenti governi di centro sinistra, che nella circostanza specifica ritennero opportuno rimpinguare le disastrate casse comunali a serio rischio default, poi regolarmente verificatosi. Nei giorni scorsi con legge di bilancio è stato approvato il fondo salva comuni in condizione di squilibrio finanziario, con uno stanziamento spalmato sui tre anni a concorrenza di 40 milioni di euro fino al 2024 per la sola città capoluogo, e per il solo 2022 di 3 milioni di euro per i comuni della regione. A margine dell’approvazione dello stesso, è altresì stato votato un ordine del giorno con il quale si è impegnato il governo regionale a reperire per gli esercizi finanziari 2023 e 2024 10.000.000 di euro l’anno per il fondo che interessa i comuni della regione in squilibrio finanziario. A dimostrazione della ferma volontà di porre in essere iniziative concrete a favore di tutti i comuni della Basilicata che si trovano nelle medesime condizioni del capoluogo di regione.
Ad onor del vero – prosegue il consigliere regionale Quarto- è bene precisare che il “salva Potenza” non nasce da un’operazione di aiuto indiscriminato o a carattere di beneficio discrezionale ad una città piuttosto che ad altre, quanto invece dalla particolare condizione nella quale si è ritrovata la città di Potenza . Con questo si intende precisare – afferma Quarto- che con il Decreto Aiuti a livello nazionale, lo Stato ha inteso porre un rimedio ai bilanci in rosso delle città metropolitane, con 2,67 miliardi in 20 anni messi a disposizione dalla legge di bilancio. In queste città , come del resto nelle province più piccole, lo squilibrio dei bilanci non nasce da shock momentanei, ma da gestioni che scavano disavanzi prodotti negli anni. La città di Potenza, non immune anch’essa da squilibri finanziari che vengono dal passato, ha inteso tramite questo finanziamento regionale , ripianare nei tempi previsti un debito che seppur con i conti in ordine non è risanabile se non con un aiuto massiccio ed economico immediato.
Una sentenza della Corte Costituzionale – precisa Quarto – ha infatti imposto di smaltire in tre anni anche i debiti contratti con Cassa depositi e prestiti, cioè una porzione del debito potentino, non più smaltibile con una lunga rateizzazione.
Senza voler ritrovare le ragioni dell’esclusione della città di Potenza, al momento, dalla previsione nazionale di un aiuto diretto da parte dello Stato, come invece fatto in prima facie per le città metropolitane,si vuole solo sottolineare che è del tutto evidente che la fattispecie nella quale rientrano le città capoluogo di regione non può e non deve essere assimilata a quella degli altri comuni, per vastità di territorio, gestione dei servizi e corposita e complessità del bilancio stesso.
È del tutto primario specificare che, qualoranon ci fosse stato questo sostegno immediato alla città di Potenza, sarebbe stato impossibile accedere ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, dando uno stop insensato ad un momento cruciale per l’economia della città ma anche dell’intero territorio lucano, che non può non riconoscere, la centralità e il ruolo di un capoluogo di Regione.
Occorre ulteriormente sottolineare che questo governo regionale riserverà la medesima attenzione e sostegno finanziario ai comuni che si dovessero trovare nelle medesime condizioni di quello potentino.
Guai invece, in conclusione ad insistere in una contesa nella quale si offrono spazi per far riemergere motivi di mero provincialismo, tale atteggiamento può risultare dissennato e diseducativo qualora in un futuro prossimo o remoto un qualsiasi altro Consigliere Regionale, senza alcuna responsabilità e fuori da ogni regola di correttezza istituzionale arrivi ad esprimere un voto contrario verso un provvedimento urgente e inderogabile presentato in favore della Città di Matera.