Carlo Trerotola, consigliere consiliare “Prospettive Lucane”: “La politica lucana sia unita contro il centralistico scippo operato con Acque del Sud Spa”. Di seguito la nota integrale.
Il governo Meloni/Salvini, a seconda delle contingenti convenienze particolaristiche, utilizza due pesi e due misure nei rapporti con gli enti locali territoriali, in particolare con le Regioni meridionali. Se si tratta di gestire inalienabili ed universalistici beni comuni nazionali, come la sanità, l’istruzione ed i trasporti s’invoca l’autonomia differenziata, se, invece, si tratta di gestire le risorse idriche ed irrigue, ci si trasforma in centralisti, che relegano le espressioni istituzionali delle autonomie locali ad un ruolo marginale e subalterno.
In questo desolante quadro, la Basilicata rischia di pagare il prezzo più alto, a partire dall’istituenda Acque del Sud spa, originariamente suddivisa tra le Regioni conferenti le risorse e le strutture idriche, tra cui la Basilicata in testa a tutte, ed oggi, dopo la modifica della legge 214 del 2011, centralisticamente in capo allo Stato, che deterrà il 65% del capitale sociale, con l’inopinato inserimento dei privati, che potranno disporre del 30% delle quote azionarie, in spregio alla netta ed inequivocabile volontà popolare espressa dai cittadini italiani col referendum sull’acqua pubblica del 2011, votato dal 96 per cento dei 26 milioni di elettori che si recarono alle urne.
Al variegato sistema degli enti pubblici non statali spetterebbe complessivamente soltanto il 5% di Acque del Sud spa, un vero e proprio piatto di lenticchie rispetto alla produzione della preziosa risorsa idrica.
Si tratterebbe dell’inopinata previsione legislativa di una società coattiva, che assai poco si concilia con le tendenze autonomiste affidate al Senatore Calderoli, visto che Acque del Sud va nel segno esattamente opposto: a favore del centralismo e contro ogni forma di autonomia regionale.
Soltanto uno sforzo corale contro la modifica, operata dal governo Meloni nella conversione del Decreto n.44/2023, potrà evitare uno scippo, che ha tutto il sapore di tutelare interessi centralisti e privatistici a danno di quelli generali del popolo lucano.