Venerdì 17 giugno 2022 dalle 16:45 alle 19:00 presso il Cestrim a Potenza il gruppo consiliare de “La Basilicata Possibile” presenta l’iniziativa “La città degli adolescenti”. In programma la proiezione di “Il tempo sospeso”, una video-indagine sulla condizione degli adolescenti della città promossa dal Gruppo Consiliare de La Basilicata Possibile con la regia di Salvatore Laurenzana. Una testimonianza diretta di 15 giovani di Potenza che ci aiuta a capire ciò che di solito risulta incomprensibile e inaccessibile alle istituzioni. Di seguito i particolari.
Continua l’iniziativa de La Basilicata Possibile per sollecitare le istituzioni a mettere in campo un progetto articolato per l’infanzia e l’adolescenza, che parta dall’ascolto delle loro esigenze, dai loro desideri.
Non più rinviabile la costruzione delle infrastrutture sociali (dai trasporti agli spazi liberi di incontro) necessarie alla realizzazione di una vita più autonoma e più ricca di opportunità di incontro e di crescita.
Solitudine, carenza di rapporti sociali, incertezza per il futuro sono alla base di un fenomeno di ansia e di angoscia che è generalizzato pur colpendo più duramente chi vive in condizioni di povertà economica, sociale, educativa. Un fenomeno che la pandemia ha solo amplificato.
Non a caso il tema della condizione degli adolescenti a Potenza era già tema centrale della campagna elettorale de La Basilicata Possibile per le elezioni comunali di Potenza del 2019. Per loro (benché non ancora in età per votare), per incontrarli, per ascoltarli e raccogliere le loro istanze, LBP organizzò due grandi eventi (uno al Grande Albergo e uno al Teatro Don Bosco) nel pieno della campagna elettorale.
Una attenzione che è continuata, anche dall’opposizione, con una interrogazione (protocollata in data 5 maggio 2021) poi con una lettera aperta al Direttore de La Nuova con le quali LBP ha continuato a chiedere con forza che l’Amministrazione Comunale si facesse carico di un progetto articolato per l’infanzia e l’adolescenza. Un piano che trovasse – anche (ma non solo) nel Piano Socio Assistenziale di Potenza, con la partecipazione delle famiglie, delle Scuole, delle Associazioni del Terzo settore, dell’ASP, degli Ordini professionali e dell’Università – lo spazio e l’attenzione necessari a realizzarlo.
Ma se anche, da allora, ancora poco o nulla si è mosso a livello istituzionale, la nostra azione di ascolto e di proposta continua. È questo il senso dell’incontro di venerdì 17 giugno.
Il video servirà a stimolare la discussione (alla quale, oltre agli studenti, abbiamo invitato a partecipare anche professionisti impegnati quotidianamente con gli adolescenti) e la condivisione di proposte precise da sottoporre all’Amministrazione Comunale per il tramite dell’Assessora Vittoria Rotunno.
Si tratta di una azione necessaria che l’impatto che la pandemia ha avuto sulle emozioni e sulla vita interiore delle persone e, in modo particolare, sullo sviluppo psico-sociale dei bambini e degli adolescenti, rende drammaticamente urgente. Per chi già viveva in condizioni di povertà economica, sociale, educativa, il rischio è quello di aggiungere nuove e profonde disuguaglianze a quelle precedenti!
Tutte le ricerche condotte a livello internazionale accentuano questo dato: “i cambiamenti repentini e prolungati vissuti dai bambini nei ritmi quotidiani della vita familiare e scolastica (perdita di routine, riduzione delle possibilità educative e ludico/esplorative all’aperto, ecc)” così come “il clima di ansia, paura ed incertezza per il futuro che si respira in molti ambienti familiari”, rappresentano una potente forma di stress, che determina sintomi depressivi ed ansiosi, con l’aumento dei problemi legati al sonno e alla concentrazione, alla sensazione costante di allerta e di insicurezza, all’emergere di pensieri e di sentimenti negativi. E questa nuova situazione inaspettata di incertezza per il futuro va a rafforzare le “passioni tristi”, che rischiano di caratterizzare la vita e gli stati d’animo di bambini e adolescenti per un periodo piuttosto lungo del loro “ciclo di vita”. Così come colpisce, ancor di più e in maniera profonda, i soggetti fragili e vulnerabili, che hanno vissuto in quest’ultimo anno una profonda solitudine.
In particolare, per gli adolescenti, il sentirsi “annoiati e soli”, l’aver dovuto recidere le relazioni e i contatti fisici con i pari, l’aver interrotto improvvisamente quel rapporto dialettico e conflittuale (ma pur sempre necessario alla crescita individuale e collettiva) con docenti ed educatori, in un momento significativo per la costruzione della propria identità all’interno dei rapporti psico-sociali, sta determinando una sostanziale deprivazione emotiva e psicologica, una prolungata e dolorosa sofferenza, evidenziando altresì una forte “associazione tra solitudine e depressione” (e questo non necessariamente in soggetti affetti da pre-esistenti difficoltà adattive).
Il recente Rapporto “Gli italiani e il Covid-19. Impatto socio-sanitario, comportamenti e atteggiamenti verso i vaccini” evidenzia come l’impatto di Covid-19 sui giovani e sugli adolescenti è maggiore che nella media. Se “gli accenni (o sintomi) di depressione vengono citati dal 16,5% della popolazione, tra i più giovani si sale al 34%, quindi più del doppio”. Il numero di persone che “avverte disagi psicologici è pari al 27,1% nella media della popolazione, arriva al 40,2%, quasi il doppio, fra i giovani”.
Inoltre, c’è da sottolineare come il Covid-19 abbia determinato anche un notevole impatto sui processi cognitivi, determinando, soprattutto nei minori in condizioni economiche disagiate, un forte rallentamento nei processi di apprendimento. Collegamenti non adeguati alla rete internet, impossibilità da parte dei genitori di seguire i figli nelle lezioni a distanza per problematiche legate soprattutto al proprio lavoro, condizioni familiari critiche hanno aumentato la distanza nei livelli di istruzione tra ragazzi che si trovano a vivere in condizioni economiche e culturali differenti. “La qualità dell’uso del tempo dei bambini aumenta con il livello di istruzione dei genitori” e con la loro condizione socio-economica.
Abbiamo sostenuto, nei mesi scorsi, come Gruppo consiliare de “La Basilicata possibile”, la necessità – non più prorogabile – di avviare un processo di partecipazione per definire obiettivi e azioni di un innovativo “Piano sociale”, all’interno del quale abbiamo posto i temi dell’infanzia, delle fragilità e delle vulnerabilità come assolutamente prioritari.
Per superare le difficoltà connesse al periodo della pandemia, avevamo chiesto, e oggi il Governo ha messo a disposizione le risorse necessarie per farlo, azioni specifiche finalizzate a garantire un supporto di carattere psico-sociale non solo per i bambini e gli adolescenti, ma anche per le famiglie e, in particolare, per quelle che si trovano a vivere in contesti socialmente ed economicamente deprivati.
Oggi chiediamo un piano d’azione specifico che metta a disposizione dei nostri adolescenti spazi e opportunità di incontro e di crescita che la città oggi non offre.
Questo significa luoghi sicuri, ad accesso libero e gratuito ove incontrarsi, sperimentare la propria creatività, ascoltare musica, leggere un libro, vedere un film. Luoghi dove ragionare insieme agli altri condividere problemi ed emozioni oppure dove andare semplicemente per vedere che succede, o perché non si sa dove altro andare.
Significa trasporti pubblici adeguati a muoversi autonomamente nella città senza dover dipendere da (ma anche ossessionare) genitori o amici più grandi per chi li ha. A volte la mancanza di trasporti pubblici adeguati ha determinato il fallimento di progetti importanti contro la povertà educativa oppure per la vita autonoma di ragazzi diversamente abili.
Significa affermare un innovativo Welfare culturale dove la cultura gioca il suo ruolo fondamentale per la socializzazione, lo sviluppo della creatività, della condivisione, dello star bene insieme.
Significa immaginare e realizzare una rete di infrastrutture sociali che possano supportare le famiglie nell’educazione e cura dei bambini e degli adolescenti. Infrastrutture sociali che sono fondamentali per alleggerire il lavoro di “cura” per le donne e, nel contempo, dare la possibilità a bambini e ad adolescenti di arricchire la loro cultura, allenare la creatività e abituarli a cooperare e socializzare con i loro coetanei – possibilità di cui sono spesso privati i bambini di famiglie con condizioni socio-economiche non agiate, contribuendo così ad allargare il gap di disuguaglianza di opportunità che caratterizza sempre di più il nostro secolo.