Consiglieri regionali Carlucci, Leggieri e Perrino (M5s): “Che fine hanno fatto i concorsi in Regione Basilicata? Sui mancati bandi per i centri per l’impiego la Basilicata rischia il commissariamento di Draghi”. Di seguito la nota integrale.
L’annuncio da parte del ministro Brunetta circa l’assunzione di 2.800 professionisti ‘high skill’ al Sud per la gestione dei fondi del Recovery Plan e l’approvazione del Decreto Reclutamento spingono ad una serie di riflessioni sul tema dei concorsi pubblici in Basilicata.
A voler dire il vero, per quanto riguarda i 2.800 professionisti, le assunzioni erano state già sbloccate dal Governo Conte nell’ultima legge di bilancio 2021. A beneficiarne saranno le regioni del Mezzogiorno che potranno assumere, con contratto di lavoro a tempo determinato, personale non dirigenziale in possesso di specifiche professionalità, per una durata non superiore ai 36 mesi: alla Regione Basilicata sono riservate 119 assunzioni a tempo determinato. Si avvia così un rinnovamento generazionale nelle PPAA, che vedrà l’ingresso di nuove figure tecniche per la gestione dei fondi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) appena varato.
Il recente decreto-legge n. 44/2021 ha introdotto, tra l’altro, nuove misure urgenti in materia di concorsi pubblici: per il reclutamento di personale non dirigenziale, è previsto l’espletamento di una sola prova scritta e di una prova orale.
Cosa sta accadendo invece per i Concorsi che deve bandire e gestire la Regione Basilicata? Tutto fermo e immobile, le lucane e i lucani sono costretti sempre a partecipare a selezioni fuori regione. Chiediamo al Presidente Bardi che fine ha fatto la stagione dei concorsi. Vogliamo ricordare che la Giunta regionale, con l’approvazione del Piano Triennale dei Fabbisogni del Personale (P.T.F.P.) 2019/2021, ex DGR n. 906/2019, ha manifestato la volontà di dare risposte alla platea dei precari e di prevedere un congruo numero di assunzioni da conseguire con procedure di evidenza pubblica. Con Determinazione dirigenziale n. 821/2020 è stato emanato apposito bando di concorso per l’assunzione a tempo indeterminato e parziale al 50% di n. 112 funzionari, ovvero riservato a chi ha maturato i requisiti di cui all’art. 20, comma 2, del D.Lgs 75/2017 (Legge Madia) per l’assunzione a tempo indeterminato dei precari storici della Regione.
Le prove di questa selezioni non sono ancora state calendarizzate, né sono state ancora avviate le procedure per l’ulteriore 50% dei posti disponibili da mettere a bando per l’accesso dall’esterno, quindi rivolte ai non dipendenti della regione.
Sono 1049, invece, le assunzioni previste nel prossimo triennio nel Piano dei fabbisogni in sanità sulla base dei fabbisogni adottati dalle singole aziende nei relativi piani predisposti, ma anche su questo versante tutto sembra essere fermo e immobile.
È assolutamente necessario immettere, nel più breve tempo possibile, forze nuove nelle nostre strutture sanitarie, come dimostrato – purtroppo – dall’emergenza COVID, per dare risposte ai cittadini e rafforzare i servizi socio sanitari pubblici, e nelle strutture regionali per gestire al meglio i progetti e i fondi del PNRR.
Il quadro è estremamente complesso e necessita di chiarimenti da parte di chi amministra oggi la nostra Regione. Pertanto, abbiamo presentato una mozione al fine di impegnare la Giunta regionale a mettere in campo tutte le azioni necessarie affinché, in primo luogo, si possano avviare le procedure, tanto annunciate, di evidenza pubblica per chi è fuori dai “palazzi regionali” e aspetta ancora di partecipare al concorso per l’accesso dall’esterno. Infine, vogliamo ricordare anche i ritardi e la confusione che si sta creando sul caso ARLAB, l’Agenzia Regionale per il Lavoro e l’Apprendimento Basilicata. La reiterata gestione commissariale dell’Agenzia ha paralizzato tutte le attività di politiche attive del lavoro e anche il Piano di Rafforzamento dei Centri per l’Impiego che in Basilicata potrebbe portare al reclutamento di circa 200 unità a tempo indeterminato. Questo espone la Regione a un possibile commissariamento del Governo Centrale, così come anticipato dal Premier Draghi nei giorni scorsi.
Il Governo è pronto a commissariare le Regioni che non si attiveranno per spendere le risorse finanziarie disponibili, 500 milioni di euro quest’anno, 4,5 miliardi nei progetti contenuti nel Pnrr, per ridisegnare le politiche attive sul lavoro, allestire i centri per l’impiego dove non ci sono, assumere le figure chiave e necessarie per la formazione di chi è escluso dal mercato del lavoro e percepisce un reddito di cittadinanza, o per l’inserimento nel mercato di chi ne è rimasto escluso. Bardi e la sua inerte Giunta sono avvertiti.