Consiglieri regionali Gianni Perrino, Gianni Leggieri e Carmela Carlucci (M5s): “Da Cicala nessun segnale sulla mozione di sfiducia: lunedì ultimo giorno utile per la discussione del testo”. Di seguito la nota integrale.
Sono passati sei giorni dalla data di presentazione della mozione di sfiducia, ma dal Presidente del Consiglio Regionale, Carmine Cicala, non è arrivata alcuna comunicazione ufficiale in merito alla convocazione dell’assise per la discussione della stessa.
Occorre ricordare che ai sensi dell’articolo 53 dello statuto la mozione deve essere discussa non prima di tre e non oltre dieci giorni dalla presentazione. Come termine ultimo quindi vi sarebbe la giornata di lunedì. Una convocazione oltre tale termine esporrebbe la deliberazione del Consiglio a palesi vizi dal punto di vista amministrativo. Evenienza, questa, che nel caos di queste settimane, non ci sentiamo nemmeno lontanamente di prendere in considerazione.
Dunque il Presidente del Consiglio Regionale farebbe bene a dismettere la casacca di partito e ad esercitare il suo ruolo super partes nell’assise regionale, cosa che non gli è riuscita affatto bene in questi tre anni.
Non sono più tollerabili giochetti di alcun tipo. Siamo pienamente consapevoli degli scenari che si aprirebbero con un’eventuale sfiducia a Bardi e la conseguente apertura di una campagna elettorale in uno scenario fortemente critico. Tuttavia, in mancanza di altre soluzioni, è rimasta l’unica alternativa per ridare slancio all’attività di una regione ormai paralizzata da mesi per via di meri interessi di bottega. Le manovre e i cambi di poltrona di cui si rumoreggia in queste ore sono un continuo insulto a tutti quei cittadini che stentano ad immaginare un futuro sereno.
Questa situazione imbarazzante deve essere un monito anche per coloro che intendono intraprendere un progetto comune alternativo al governo di centrodestra. Le accozzaglie messe su per rastrellare più voti possibile non garantiscono alcuno scenario di sviluppo concreto per questa regione: il fallimento dell’armata Brancaleone di centrodestra ne è l’esempio plastico. Il vero sviluppo di un territorio passa per il perseguimento del bene comune e non da meri calcoli, del tutto virtuali, di soppesamento dei pacchetti di voti dei capibastone di turno.