Domani le quattro Commissioni consiliari permanenti si riuniranno in seduta congiunta per esaminare una proposta di legge a firma di Consiglieri della maggioranza dal titolo: “Disposizioni di integrazione e manutenzione del sistema normativo regionale”; una sorta di legge omnibus che interviene su diverse leggi regionali, dalle norme sulla cartografia alla rete integrata dei servizi di cittadinanza sociale. Tra le norme da “manutenere”, riservandoci di approfondirle tutte prima del Consiglio convocato per venerdì prossimo, c’è n’è una che è risaltata subito all’attenzione.
L’articolo 8 di questa PDL, infatti, si riferisce alla Legge regionale n.9 del 2016 di istituzione dell’Agenzia regionale per il lavoro e le transizioni nella vita attiva, Arlab.
Ebbene, tra le altre cose, il centrodestra intende modificare i requisiti per l’incarico al Direttore dell’Ente, sostituendo la lettera b) ed abrogando la lettera c) dell’art. 7 della predetta legge. Tutto ciò in presenza di un avviso pubblico dell’autunno del 2019 per il quale il Presidente Bardi non ha ancora ritenuto di dover concludere il procedimento. A questo proposito giacciono ancora senza risposta alcune interrogazioni presentate nel tempo dalle minoranze consiliari.
Con tutta probabilità tra i concorrenti alla carica di Direttore non c’è nessuno che piaccia a Bardi e pertanto, modificando i requisiti di partecipazione in modo meno stringente rispetto a quelli dell’attuale normativa, il Presidente vuole ripubblicare il bando per scegliere all’interno di una platea di concorrenti più graditi.
Al di là dei dubbi profili di legittimità di una operazione del genere, avremmo l’ulteriore conferma della volontà dell’attuale governo regionale di procedere senza alcuno scrupolo nella becera spartizione partitocratica di occupazione del potere a cui abbiamo assistito fin dal loro insediamento.
La mission di Arlab è fondamentale, soprattutto in questa fase, per rispondere in maniera adeguata alle necessità di politiche attive per il lavoro e di incrocio tra domanda ed offerta di lavoro e tra imprese e lavoratori, oltre che per governare importanti processi di sostegno al reddito dei cittadini in difficoltà economica in attesa di lavoro.
Ebbene, ad oggi, l’ARLAB non ha una direzione generale, ma solo un provvisorio Commissario ad acta, e questo avviene a causa della incapacità decisionale della attuale maggioranza regionale che pur di nominare qualcuno in particolare, non si fa scrupolo nello stravolgere la legge regionale che definisce i requisiti per la nomina del vertice ammnistrativo della Agenzia.
Il tutto poi accompagnato da un ritardo nella tempistica delle decisioni e dei conseguenti atti che mette in seria difficoltà ed in affanno il lavoro dei tanti dipendenti che, nonostante tutto, assicurano con grande impegno una serie di servizi utili all’intero territorio.
Tutto ciò è inammissibile. Gli appetiti interni alla compagine governativa regionale ed i conseguenti posizionamenti nei posti di sottogoverno non possono essere consumati sulla pelle dei tanti cittadini lucani che, soprattutto in questo momento particolare, pretendono il sacrosanto diritto di ricevere servizi pubblici efficienti.
Pertanto, stigmatizziamo il comportamento della maggioranza regionale oramai impantanata nella loro “guerriglia” interna, ma famelica nell’occupazione delle poltrone, a tutto discapito dei Lucani.
Dic 02