“Lo Smart Working è stato un fenomeno che ha dato ai nostri paesi maggiori presenze durante la pandemia da Covid-19. Non c’è bisogno di ribadire opportunità e numeri emersi da ricerche ed indagini, a partire dalla Svimez e dal Politecnico di Milano, per il rilanciare il tema, definendo politiche ed investimenti adeguati”.
E’ la constatazione del capogruppo consiliare del Pd, Piero Lacorazza, che ha presentato una Proposta di legge insieme con i colleghi di partito Roberto Cifarelli e Piero Marrese
“In Italia – sottolinea Lacorazza – si è soliti oscillare nell’osservazione dei fenomeni tra la panacea di tutti mali o il benaltrismo. E’ il caso di valutare il sostegno al lavoro agile o smartworking come una della misure utili a sostenere la ‘restanza’ ad arginare, anche se per piccoli numeri, la complessità dello spopolamento delle aree interne, di montagna ed appenniniche. Ovviamente con spirito ed approcci diversi si tratta di ragionare, con la compatibilità delle risorse da impiegare, tanto per le aziende residenti in Basilicata, quanto per quelle che hanno sede nella nostra regione.
“Nella precedente legislatura – ricorda il capogruppo del Pd – il consigliere regionale Luca Braia, anche mettendo a valore il lavoro avviato in altre Regioni, tra cui il Molise, aveva avanzato una proposta di legge, anche largamente condivisa, ma non andata in porto per via della ‘incompatibilità’ finanziaria e normativa. La Proposta di Legge che presentiamo con i colleghi del Partito democratico Roberto Cifarelli e Piero Marrese, prova a fare un passo avanti e, nel configurare un assetto normativo, affida in particolare ai Piani triennale ed annuale, la compatibilità tra la tipologia di fondi da impiegare e sostegno delle lucane e dei lucani che lavorano per aziende non residenti in Basilicata, la relazione tra Ccnl e regimi d’aiuto, la conciliazione tra i tempi di vita e i tempi di lavoro nel rispetto delle direttive comunitarie della legislazione vigente”.
“Si tratta di pensare ad una normativa anche nazionale – fa rilevare Lacorazza – che vada oltre la legge n.81/2017, ragionando di un fenomeno non residuale per il mercato del lavoro e da intendere anche in forma ‘ibrida’, in parte da remoto ed in parte in ufficio per non depauperare il profilo collettivo e sociale. Anche per questo – conclude – la proposta prevede il sostegno ai Comuni per spazi di co-working che possano essere luoghi attraverso cui ripensare spazi urbani”.
“La proposta – spiega Lacorazza – sostiene l’acquisto di hardware e software, finanziamenti di corsi di formazione professionale, piani ed interventi di ‘destagionalizzazione’ per le attività ricettive che accolgono lavoratori in modalità smartworking. Auspichiamo che il lavoro nelle Commissioni consiliari competenti, anche a seguito di audizioni, possa migliorare il testo al fine di determinare il consenso unanime del Consiglio regionale della Basilicata”.