I consiglieri del Movimento 5 Stelle Gianni Perrino, Gianni Leggieri e Gino Giorgetti: “I diktat del capitano e le richieste di referendum last minute denotano tutta la debolezza della maggioranza Brancaleone di Vito Bardi”. Di seguito la nota integrale.
Evidentemente non si sono ancora esauriti i sintomi post sbronza da mojito con annessi colpi di sole che hanno colpito il capitano Salvini.
L’ultimo è quello sul referendum abrogativo della quota proporzionale dalla legge elettorale ai sensi dell’art. 75 della Costituzione, attraverso la deliberazione di almeno cinque Consigli Regionali.
Lasciando per un attimo da parte l’opportunità e il merito della richiesta referendaria, è evidente lo spregio e la scarsa considerazione che la lega ha delle istituzioni.
Far pervenire una richiesta di una portata del genere ad una manciata di giorni dal termine previsto dalla legge n. 352 del 1970 che determina le modalità di attuazione del referendum abrogativo, denota quantomeno una mancanza di strategia politica a medio – lungo termine, nonché la volontà di creare scompiglio con l’unico scopo di fare propaganda. Tanto per evidenziarlo nuovamente agli adepti di Pontida, la legge n. 352 del 1970 prevede che le richieste di referendum vengano depositate in ciascun anno soltanto dal 1º gennaio al 30 settembre.
Non paghi del ritardo massimo e dei tempi strettissimi, i leghisti in salsa lucana, forse sollecitati da qualche chiamata dal sottufficiale di Tolve, hanno deciso di rinviare la discussione al prossimo venerdì 27 settembre, convocando una seduta ad hoc.
Molto probabilmente ai lucani che chiedevano il cambiamento interesserà poco la discussione sulla legge elettorale nazionale, ma tant’è.
Speriamo che al più presto si ritorni a parlare di problemi seri e a dare risposte ai cittadini, piuttosto che piegarsi ai diktat di qualche stratega accampato sulle rive settentrionali del Po.