“Istituire in ogni unità complessa di oncologia un servizio di psiconcologia riservato ai pazienti e ai familiari, al fine di garantire agli stessi adeguati strumenti di sostegno piscologico, sia al momento della diagnosi, sia durante e in seguito ai trattamenti sanitari a cui devono sottoporsi, in grado di assicurare il benessere psicofisico complessivo del paziente oncologico e dei familiari”.
E’ questo l’impegno chiesto alla Giunta e contenuto nella mozione “Misure dirette a garantire l’effettività del servizio di psico-oncologia”, presentata alla stampa questa mattina dai consiglieri regionali di Basilicata Oltre, Massimo Zullino e Giovanni Vizziello, presenti la presidente della Commissione pari opportunità, Margherita Perretti, la presidente dell’associazione “Agata – Volontari contro il cancro OdV ETS”, Rosa Gentile, e, collegata in remoto, la Consigliera regionale di Parità della Basilicata Ivana Pipponzi.
“A livello globale – ha detto Giovanni Vizziello – è stato stimato che nel 2019 i tumori abbiano provocato complessivamente 10 milioni di decessi (124,7 decessi per 100.000), di cui 5,69 milioni maschi (156,1 per 100.000) e 4,34 milioni femmine (99,9 per 100.000), risultando la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari. Anche in Italia i tumori rappresentano la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari, dal momento che i dati ISTAT relativi all’anno 2019 rilevano 179.305 decessi per tumori (99.384 maschi e 79.921 femmine), di cui 169.521 per tumori maligni (94.064 maschi e 75.457 femmine), mentre nel Rapporto ‘ I numeri del cancro in Italia 2021’ si stimano per il 2021 100.200 decessi da tumore nei maschi e 81100 nelle femmine.
In Italia, nel 2020, sono stati diagnosticati 377mila nuovi casi di tumori,195 mila negli uomini e 182 mila nelle donne (6000 casi in più rispetto all’anno 2019 a carico delle donne e 1000 casi in meno per gli uomini rispetto all’anno 2019), quindi ogni giorno più di 1000 persone ricevono una nuova diagnosi di tumore maligno, con una sopravvivenza media, a 5 anni dalla diagnosi, del 63% per le donne e del 54% per gli uomini, con valori della nostra regione sostanzialmente in linea con quelli che si riscontrano nel Paese”.
“Nel 2020 – si legge nella mozione – sono stimati in circa 3,6 milioni le persone in Italia con pregressa diagnosi di tumore e la sopravvivenza a 5 anni, che definisce la quantità di tempo necessaria per poter dichiarare guarito il paziente consentendo di valutare gli esiti delle azioni di prevenzione secondaria e della tempestività ed efficacia delle terapie, i dati analizzati fino al 2019 mostrano percentuali in incremento rispetto alla rilevazione precedente (2010) per tutti i tumori, raggiungendo il 59,4% nei maschi (vs 54%) e il 65% nelle femmine (vs 63%). La sopravvivenza delle donne a 5 anni (65%) migliore di quella dell’uomo (59,4%) è dovuta in gran parte al fatto che nelle femmine il tumore più frequente è quello della mammella che è caratterizzato mediamente da una buona prognosi con percentuali di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi dell’88%. Le malattie oncologiche oltre ad avere un notevole impatto sanitario, sociale ed economico coinvolgono la totalità dell’esistenza della persona e della famiglia, determinando cambiamenti che concernono molteplici aspetti: il rapporto con il proprio corpo, la sessualità, le relazioni familiari ed i ruoli dei suoi componenti, i rapporti sociali e il proprio ruolo nella società, in particolare per quel che concerne il lavoro. La patologia neoplastica e i suoi trattamenti possano avere profonde ripercussioni sulla sfera psicologica del paziente e dei suoi familiari e possano causare una sofferenza multidimensionale definita dalla comunità scientifica mondiale con il termine di distress. È stato stimato che circa il 33-52% delle persone affette da cancro presenta livelli elevati di distress emozionale clinicamente significativi (con ansia, depressione, disturbi del sonno, disfunzioni sessuali ecc.) che possono richiedere un’attenzione e un supporto professionale individualizzato e
specialistico. Tale condizione può mantenersi nei mesi successivi alla diagnosi, oltre che presentarsi a distanza di tempo dalla stessa e, in una significativa percentuale di casi, cronicizzarsi compromettendo la qualità di vita, anche nella sopravvivenza libera da malattia. Ugualmente elevato è il fenomeno nei familiari dei pazienti. Nella maggior parte dei casi il ruolo di caregiver è svolto da un parente. Il carico psicologico e pratico è estremamente gravoso considerando sia le ore dedicate all’assistenza al paziente (in media circa 40 per settimana), sia il tipo di attività implicata come ad esempio il trasporto, il supporto morale e psicologico, i rapporti con l’équipe curante la gestione delle attività quotidiane, il supporto alle prescrizioni mediche, alla cura e all’igiene personale”.
“La psico-oncologia – ha aggiunto Vizziello – si propone di assicurare un supporto psicologico e psicoterapeutico competente ed adeguato a chi affronta o ha affrontato una malattia che coinvolge la persona e il suo sistema di vita da un punto di vista biologico, cognitivo, emotivo, relazionale, sociale e spirituale. Essa è fondamentale sia per un adeguato supporto psicologico e una precoce riabilitazione della persona malata nella famiglia, nel sistema lavorativo e nella società civile in generale, sia per il benessere mentale dell’équipe curante e per la sua formazione alle abilità comunicative e alla relazione con il paziente. Evidenze scientifiche dimostrano che l’approccio multi disciplinare e multi professionale alle patologie oncologiche aumenta le probabilità di guarigione e la qualità di vita delle persone che si ammalano di tumore attraverso un modello assistenziale (PDTA) che prevede l’attivazione di percorsi dedicati che consentono la presa in carico del paziente dalla fase di prevenzione, alla terapia sino alla riabilitazione specifica. In questi PDTA è pertanto, fondamentale la presenza di un gruppo di lavoro multidisciplinare/multiprofessionale che preveda la partecipazione anche di endocrinologi, dietologi, nutrizionisti, fisiatri, fisioterapisti e psicologi, oltre alla presenza chiaramente delle altre professionalità mediche (oncologo, patologo, genetista e radiologo) tradizionalmente impegnati nel percorso di cura dei pazienti oncologici.
Il concetto di multidisciplinarietà dell’approccio diagnostico-terapeutico assistenziale consente l’appropriatezza dei trattamenti erogati durante tutto il percorso della malattia (dalla fase iniziale a quella terminale) perché valorizza la condivisione delle esperienze da parte di tutti i professionisti coinvolti nei Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) e consente, al contempo, di ridurre la variabilità dei comportamenti professionali, identificando ruoli ed attività dei professionisti coinvolti”.
“L’art. 33, comma 6-bis del decreto legge 25 maggio 2021, n. 73 (decreto sostegni bis) convertito con modificazioni dalla legge 23 luglio 2021, n. 106 – si legge ancora nella mozione – ha istituito nello stato di previsione del Ministero della salute, un fondo di 10 milioni di euro per l’anno 2021, per promuovere il benessere e la persona, favorendo l’accesso ai servizi psicologici delle fasce più deboli della popolazione, con priorità per i bambini e gli adolescenti in età scolare, nonché per i pazienti affetti da patologie oncologiche. L’art. l, comma 290, della legge 30 dicembre 2021, n. 234 ha emendato il summenzionato art. 33, comma 6-bis rinnovando il fondo di 10 milioni di euro anche per l’anno 2022”.
All’incontro con la stampa era prevista la partecipazione del Direttore della Unità Complessa di Oncologia dell’Azienda Ospedaliera San Carlo di Potenza Dott. Domenico Bilancia, del Responsabile dell’Unità Semplice Dipartimentale di Oncologia presso l’Ospedale Madonna delle Grazie di Matera Dott.ssa Marina Susi, del Direttore della Struttura Complessa di Psicologia presso l’Azienda Sanitaria locale di Matera Dott. Salvatore Gentile, del Responsabile del Servizio di Psiconcologia del Crob di Rionero Dott. Alessandro Lettini.
“L’assenza dei medici di Matera e del Crob di Rionero – ha detto Massimo Zullino – è grave in quanto non sono stati autorizzati dal direttore generale Pulvirenti a presenziare a questa iniziativa. Prendo atto che un pezzo della democrazia lucana è stata infranta. Quanto successo è ingiustificabile e chiederemo spiegazioni nelle sedi opportune”.
Per Margherita Perretti “questa mozione arriva in un momento in cui vanno riuniti gli sforzi da parte di tutti per il miglioramento della sanità lucana. Al centro di tutto va messa la cura e il diritto alla salute e sono ancora troppi i fondi che vengono spesi per la mobilità sanitaria. Nel 2019 la Regione Basilicata aveva assunto con l’Agenas, su richiesta di ‘Europa Donna 2000’, di sviluppare sul territorio regionale la figura dello psico-oncologo e sono state anche adottate le linee guida per questo servizio che non è stato, però, mai strutturato. Le associazioni impegnate dovrebbero svolgere un servizio di supporto e invece, sempre più spesso, sono costrette a sostituirsi al pubblico”.
Rosa Gentile, dopo aver illustrato l’azione portata avanti da sei anni dall’Associazione Agata, volontari contro il cancro, che conta ad oggi 600 iscritti, ha spiegato come “si è costretti a sostituirsi al pubblico sostenendo in tutto, anche dal punto di vista economico, le famiglie che devono affrontare la malattia. I servizi – ha detto – vanno strutturati così come la rete che accompagna il malato oncologico. Dobbiamo ringraziare i medici che, a titolo volontario, ci supportano in questo servizio perché sostenere il malato significa sostenere l’intera famiglia. Il cancro non si cura solo con i farmaci, ma anche con il sostegno psicologico che aiuta a superare lo shock iniziale che la diagnosi di tumore produce tanto sul paziente quanto sui suoi familiari. Per questo è fondamentale garantire l’effettività del servizio di psicologia oncologica in tutte le strutture sanitarie della nostra regione deputate alla cura dei malati di cancro”.
“Plaudo a questa iniziativa – ha detto Ivana Pipponzi collegata da remoto – perché fa proprio l’articolo 32 della Costituzione sul diritto alla salute che non può riguardare solo la parte fisica ma anche quella psicologica. Bisogna supportare il paziente a 360 gradi con un approccio multidisciplinare e quindi psicologico. Quando si ammala una persona è tutta la famiglia che si ammala e per questo il supporto psicologico diventa fondamentale e a maggior ragione per una donna che deve fronteggiare, oltre alla malattia, una serie di problematiche relative alla gestione della famiglia”.
Consigliere regionali di parità, Ivana Pipponzi e Rossana Mignoli: garantire servizio di psico-oncologia negli ospedali
“La mozione presentata dai consiglieri Vizziello e Zullino relativa a garantire l’effettività, in tutte le strutture sanitarie regionali deputate alla cura dei malati di cancro, di un servizio di psico-oncologia riservato ai pazienti e ai familiari è un passo che la sanità deve compiere”. E’ quanto affermano, in una nota congiunta, le Consigliere regionali di parità, Ivana Pipponzi e Rossana Mignoli.
“Ricevere una diagnosi di cancro porta a uno sconvolgimento di tutti gli aspetti della vita. Si modifica la routine quotidiana, familiare, lavorativa, ed è necessario prepararsi a mesi, oppure anni, di frequentazione di ospedali e strutture sanitarie, sia per affrontare le terapie che tutti i successivi controlli. In brevissimo tempo cambiano le priorità, le aspettative, il rapporto con il proprio corpo ed è importante – da parte dell’ufficio della consigliera regionale di parità – riflettere sul trauma psicologico che le tante donne che si ammalano di tumore al seno devono affrontare nell’accettare lo stravolgimento della loro femminilità”.