A distanza di 30 anni dalla promulgazione della legge 771 sugli antichi rioni Sassi la città di Matera ha celebrato la ricorrenza con un consiglio comunale aperto convocato nel pomeriggio al cinema Comunale. Le legge, lo ricordiamo, riguarda la conservazione e il recupero architettonico, urbanistico, ambientale ed economico dei rioni Sassi di Matera e la salvaguardia del prospiciente altipiano murgico che, come recitava il testo della legge “Sono di preminente interesse nazionale”.
Sul palco i consiglieri comunali, il sindaco De Ruggieri, il presidente del consiglio comunale e il segretario comunale Maria Angela Ettorre. Hanno partecipato al dibattito il il presidente del Consiglio Comunale Angelo Tortorelli, il sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri, l’assessore comunale ai Sassi Paola D’Antonio, il senatore Cosimo Latronico, l’assessore regionale Nicola Benedetto, gli ex sindaci di Matera Nicola Buccico, Saverio Acito e Francesco Di Caro, la deputata Maria Antezza, gli architetti Lorenzo Rota e Antonella Guida, l’assessore all’innovazione e turismo Enzo Acito, i consiglieri comunali Angelo Cotugno, Salvatore Adduce, Maria Teresa Vena e Antonio Materdomini. Hanno seguito i lavori il Prefetto di Matera Antonella Bellomo, gli ex sindaci Michele De Ruggieri e Franco Gallo e un centinaio di cittadini.
E’ stata la relazione del presidente del consiglio comunale, Angelo Tortorelli, ad aprire la seduta del consiglio comunale che ha celebrato i 30 anni della legge 771/86 sui Sassi.
“Oggi assolveremo un dovere di civiltà in una città, capitale della cultura, che è deposito di memorie – ha esordito – in ossequio a ciò che 30 anni fa il Parlamento approvò con la legge 771, che giunse dopo un lungo peregrinare e in una stagione matura. Ricordo le firme del compianto on. Emilio Colombo, dell’on. Vincenzo Viti associate a quelle dell’on. Botta. Inoltre ricordiamo le iniziative dei senatori Cardinale, Ruffolo e Ermelli Cupelli oltre al contributo che tutti offrirono a cominciare dai giovani architetti materani che con la loro esperienza furono utili alla stesura della legge. Per anni una intera classe politica fu interessata a questo tema – ha proseguito – Valore aggiunto fu quello offerto da sindaci e amministratori che da quegli anni in poi hanno governato la nostra città. Da oggi in poi sarebbe utile riflettere sul futuro: i Sassi attendono di definire un significato vitale, con la rivitalizzazione richiamata dal titolo della legge, utilizzando il naturale incubatore di nuove attitudini, progetti innovativi con l’obiettivo di produrre ricchezza immateriale. La gestione dovrà essere sottratta a facili tentazione speculative. Questo consiglio comunale dovrà lanciare un appello alla collettività perché possa essere garante della salvaguardia di questi valori. Ci riusciremo se tutti insieme saremo in grado di aggregare le migliori professionalità, capacità di raffronto e cconfonto, superando steccati che creano mediocri e ingiustificate divisioni. La città ci appella a cercare queste forme di convergenza. Questa assise oggi dovrà recuperare i valori della democrazia e della rappresentanza che ci devono condurre a innovare quello che, grazie alle legge 771 abbiamo a disposizione. Chiedo al consiglio comunale di impegnare il governo cittadino – ha concluso il president edel consiglio – in un lasso di tempo relativemente breve ad organizzare una giornata dedicata alla riflessione sull’intera parabola legislativa dei Sassi, garantendo le testimonianze dei sopravissuti, recuperando quelle autorevoli presenze che anche per questioni organizzative oggi non è stato possibile avere qui con noi. A conclusione di questa giornata, una propost al Parlamento che contenga richiesta di ulteriori finanziamenti ad un progetto di straordinaria manutenzione di un patrimonio che rischia di cedere se non si provveder nell’immediato a interventi strutturali di consolidamento”.
Nelle parole del sindaco Raffaello de Ruggieri, l’illustrazione delal vicenda che condusse alla realizzazione della Legge 771.
“La ragione di questo incontro – ha esordito – è quella di ritrovare un momento di senso comune sulla storia di questa città, perché parlare dei Sassi vuol dire tracciare, dal dopoguerra in poi, la storia di questo territorio, della regione e della nazione. Quello che ricordiamo oggi è stato il prodotto di un lavoro corale che nel tempo ha recuperato la partecipazione politica, culturale, sociale della città. Insieme a Saverio Acito ero a Palazzo Madama quando il Parlamento approvò la legge e ricordo l’emozione per questo riconoscimento. Ci fu un momento – ha aggiunto – in cui qualcuno riteneva che i Sassi andassero eliminati perché rappresentativi di una tragedia umana legata al livello ecvonomico, sociale, igienico sanitario che ne facevano il baratro sociale della miserabilità. Nello stesso tempo, però, c’era qualcuno che suggeriva che quel luogo rappresentava la nostra identità, il nostro essere materani e meridionali. Va anche ricordato Leonardo Sacco, con la sua rivista “Basilicata” che riproponeva tempi e modi della valutazione di un gruppo di studio sulla città che, in parte aveva contribuito alla costruzione del borgo La Martella: i rapporti fecondi con Adriano Olivetti, al suo valore aggregativo e agli elementi che riproponevano il tema che uno dei luoghi più antichi del mondo non poteva essere rimosso e abbandonato. Sacco nel 1968 con la sua rivista organizzò in maniera eroica un convegno a cui partecipò anche Carlo Levi che ripropose il tema del recupero dei Sassi. In quella occasione il sindaco dell’epoca, per la prima volta, riprese il tema del recupero e della rivitalizzazione. Nel gennaio del 1970 nel corso di una assemblea popolare, nacque una proposta di legge per il ministro Lauricella, nella prospettiva della legge 1043/71 in discussione alla Camera in collaborazione con gli onorevoli Nicola Cataldo e Scutari.
Avvennero alcuni grandi momenti: per la prima volta nel 1970 si parlò di restauro urbanistico, ambientale dei Sassi. Si aggregò inoltre all’intervento nei Sassi la salvaguardia dell’altipiano murgico e si affermò infine che la commissione prevista per l’esame del concorso nazionale avrebbe dovuto presieduta dal sindaco. Furono queste le premesse che condussero al concorso internazionale e che giunsero a conclusioni importanti, perché da lì nacque ciò che accadde in seguito. La Commissione decise che il vincitore del concorso dovesse avere identità istituzionale ovvero che fosse il Comune di Matera a cui era deputata la pianificazione territoriale”. Nel suo intervento, inoltre, il sindaco ha citato le parole di Bernardo Rossi Doria, segretario della commissione dell’epoca e ha aggiunto: “Da quel momento in poi nacquero iniziative coraggiose innanzitutto nel creare una graduatoria di merito e di attribuir eil primo posto al progetto che piu degli altri proponeva il tema del recupero filologico e culturale dei Sassi con il gruppo Giuralongo. Quindi il grande progetto del collegamento di via Fiorentini a piazza Vittorio Veneto che non fu solo una operazione fisica legata a una valutazione urbanistica, ma aveva un valore politico”.
Subito dopo è intervenuto l’assessore ai Sassi, Paola D’Antonio: “Trent’anni sono un lungo periodo, nel corso dei quali sono accadute molte cose. Dopo la 771, nel 1986, nel 1993 Matera come primo sito meridionale, entrò a far parte del Patrimonio Unesco. Questo anno segnò tutto ciò che accadrà, d’ora in poi, fino al traguardo significativo del 2014 con la designazione di Matera a Capitale europea della Cultura per il 2019. Fra il 2015 e il 2016, infine, all’Università di Basilicata e di Matera, in particolare, è stata assegnata la Cattedra Unesco. Si tratta – ha proseguito l’assessore- di momenti importantissimi perché oggi, dopo 30 anni, ci ritroviamo con una realtà, i Sassi, che sono un paesaggio di indiscutibile importanza che rappresenta un insieme di cultura, storia, natura, architettura. Ora siamo chiamati a porci una domanda sugli obiettivi che vogliamo raggiungere, non dimenticando che il paesaggio è qualcosa che vive e che va gestito nella sua vitalità e nella sua evoluzione. E’ fondamentale che si lavori insieme in una logica di partecipazione attiva, alla luce dello sviluppo sostenibile che va contestualizzato. La sostenibilità deve declinarsi in una funzione che è anche sociale. L’accessibilità è qualcosa che oggi è condivisibile su diversi piani. Vuol dire rendere fruibile un determinato bene attraverso una strategia programmatoria. Oggi Sassi e Altipiano murgico sono patrimonio dell’Umanità e per questo attraverso la programmazione, bisogna orientarsi verso sostenibilità e accessibilità per garantire tutela e conservazione. Abbiamo attivato, infatti, un percorso di confronto con l’agenzia delle entrate e il demanio per un monitoraggio di tutto ciò che può essere trasferito al Comune per essere oggetto di concessione per tutelare e garantire le unità, mettendo a disposizione della città questi elementi. Le azioni però dovranno essere orientate all’insegna della tutela e del decoro”.
Particolarmente interessanti gli interventi dell’ex sindaco Nicola Buccico, che ha ribadito la necessità di scongiurare quel turismo-cartolina e di considerare i Sassi non come un corpo a parte della città di Matera, slegato dal destino della nostra città ma parte integrante del nostro contesto urbano.
L’ex sindaco Saverio Acito, che ha vissuto da primo cittadino quella giornata in cui Matera è riuscita a far approvare la legge 771 al Parlamento, ha sottolineato il valore di questa approvazione: “Se non c’era la 771 oggi Matera non sarebbe capitale europea della cultura per il 2019. Quella legge ha rappresentato il primo passo verso un processo che ha portato i Sassi da vergogna nazionale a patrimonio mondiale Unesco nel 1993 e poi alla candidatura vincente di capitale europea della cultura”.
L’ex sindaco Francesco Di Caro ha ripercorso con dovizia di particolari e qualche anedotto curioso che ha coinvolto anche il presidente del Consiglio Giovanni Spadolini durante la sua visita a Matera le tappe che hanno portato all’approvazione della 771 in Parlamento. “Un percorso legislativo che è cominciato all’indomani della visita a Matera di Spadolini, avvenuta il 30 dicembre 1981. Di Caro ha raccontato anche la passeggiata non prevista dal protocollo del presidente del Consiglio da via del corso verso piazzetta Pascoli per ammirare per la prima volta i Sassi di Matera che ha spiazzato anche il servizio di sicurezza, il pranzo frugale in Prefettura e il successivo trasferimento all’aeroporto. Di Caro all’epoca si trovava in compagnia proprio dell’attuale sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri, al quale era stato affidato nella sua giunta l’assessorato ai Sassi. De Ruggieri e Di Caro chiesero a Spadolini di poter salire sull’aereo che avrebbe accompagnato il presidente del Consiglio da Bari a Roma, dove erano attesi i due rappresentanti istituzionali della città di Matera, volo che poi sarebbe proseguito per Venezia. L’episodio non passò inosservato a livello nazionale tanto che i Socialisti esposero uno manifesto di cui Di Caro conserva ancora oggi una copia, manifesto che esprimeva tutto il disappunto per quanto accaduto. “Oggi ha dichiarato Di Caro – per questo episodio saremmo sotto processo”. Aneddoti a parte, Di Caro ha spronato gli attuali consiglieri comunali a proseguire la battaglia per garantire a Matera un collegamento ferroviario. Proprio l’ex sindaco sostiene un’associazione presieduta da Nicola Pavese e denominata “Matera ferrovia nazionale” con cui si vuole sollecitare il governo a garantire il completamento della tratta ferroviaria Ferrandina-Matera”.
A distanza di 30 anni dalla legge 771 c’è ancora molto da fare ma la politica è chiamata a dare una risposta a questa domanda: Quale futuro per i Sassi di Matera? L’assesore all’innovazione e turismo Enzo Acito lancia una proposta interessante: “Vogliamo portare la banda ultralarga nei Sassi perchè questa città non può vivere solo di turismo e dopo il 2019 inevitabilmente potrà subire un calo di presenze che manderanno in crisi coloro che oggi aprono b&b, alberghi e ristoranti. Ci sono colossi come Google a Napoli e Amazon a Roma che hanno investito rispettivamente 100 e 70 milioni di euro. Attivando la banda ultra larga questi grandi multinazionali potrebbero investire anche nei Sassi di Matera e favorire la crescita dell’indotto anche nel settore dell’innovazione, in modo da scongiurare la fuga dei cervelli e sostenere l’occupazione giovanile sul nostro territorio”.
Michele Capolupo
30 anni Legge 771 per i Sassi di Matera, intervento di Cosimo Latronico (Cor)
“La cultura deve essere una occasione per trasformare il tessuto infrastrutturale e produttivo della città di Matera e della Basilicata. I dati economici e sociali, come quelli che analizza il rapporto Svimez, non possono essere influenzati solo da Fca e dal petrolio, ma devono aprirsi ad un circuito molecolare che si incardini nelle emergenze culturali ed ambientali e nelle sue risorse imprenditoriali”. Lo ha dichiarato l’on. Cosimo Latronico (Cor) in occasione della seduta “aperta” del Consiglio comunale per i 30 anni dalla promulgazione della legge 771 sui Sassi. “Incalzeremo il Governo perché la promessa di Matera capitale europea della cultura sia onorata fino in fondo con risorse finanziarie e strumenti adeguati all’obiettivo. Ho presentato, d’intesa con la collega Maria Antezza, emendamenti alla legge di bilancio per assegnare risorse alla rete ferroviaria Ferrandina – Matera, per 230 milioni di euro; ed un altro per l’ammodernamento della tratta ferroviaria Salerno – Potenza – Taranto, che facemmo includere tra le opere strategica del Mezzogiorno nel decreto ‘sblocca Italia’. La direttrice Salerno – Potenza – Ferrandina – Metaponto -Taranto, rappresenta la spina dorsale del sistema trasportistico e produttivo della nostra Regione e serve per rilanciare il suo destino produttivo e la sua vocazione di regione cerniera del Sud”.
30 anni Legge 771 per i Sassi di Matera, nota Vincenzo Viti
“Sono stato firmatario con Emilio Colombo e con l’on Botta di una proposta divenuta Legge dello Stato nel 1986 : un provvedimento che disponeva una provvista di 100 miliardi di vecchie lire a sostegno di un progetto di recupero che a,sua volta, integrava, oltre trent’anni dopo, il percorso di bonifica,trasferimento degli abitanti,consolidamento e ricerche progettuali mediante il concorso internazionale. Ricordo doverosamente che a quella iniziativa vennero “associate” le proposte aventi analoga finalita’ di Cardinale, Ruffolo ed Ermelli Cupelli.
Il vero discrimine segnato da quella Legge fu nell’aver trasferito in una organica disciplina il ridisegno di competenze,poteri,finalita’, sottraendoli alla gestione esclusiva di burocrazie piu’ o meno illuminate per affidarli alla comunita’ materana e alle sue legittime rappresentanze.
L’approdo alla 771 fu il frutto di un grande dibattito locale e nazionale,del lavoro di tante energie intellettuali e professionali,di passioni politiche, di ruvide ma oneste intransigenze ed anche di intelligenti capacita’ di ascoltarle,di elaborarne il succo e di realizzare i fatti che si sono poi materializzati.
E’ giusto ignorare tutto questo? Oppure ridurne il senso a spezzoni di una storia fratturata? Magari fingere che non ci sia stata e che non abbia agito una intera classe politica da ricordare. Da De Gasperi che fissa tuttora corrucciato un albergo di via Nazionale, scultura anonima se non nella memoria dei sopravvissuti priva di una luce e di una targa. A Togliatti.Ad Emilio Colombo,Statista che oggi dimora in un rifugio clandestino della memoria. Fino a Bianco,aTantalo. Salerno, Guanti,Giuralongo, Bollettieri, Schiavone , De
Florio e potrei continuare .
Una comunita’ e’ piu’ ricca e civile solo se viene aiutata da un vero spirito civico e repubblicano a ricostruire tutti I passaggi di una storia difficile, senza censure o sospettabili innocenti distrazioni . Una storia vera dei giorni,delle idee e delle opere.
Non so se nella Città Capitale oggi vi siano sufficienti attitudini morali e lealta’ politiche che aiutino a recuperare il senso vero di un cammino prezioso che ha dato i suoi frutti : uno di questi il riconoscimento di Matera Capitale. Obiettivo terribilmente vicino. Spero non un miraggio destinato ad allontanarsi man mano che ci si avvicina.”
TRENTESIMO ANNIVERSARIO DELLA LEGGE 771/86 “CONSERVAZIONE E RECUPERO DEI RIONI SASSI DI MATERA”, CONSIGLIERE REGIONALE CIFARELLI (PD): “DOBBIAMO APPREZZARE QUANTO E’ STATO FATTO MA MOLTO RIMANE ANCORA FARE”
“La Legge Speciale n. 771 varata nel 1986 abilitò i cittadini a tornare nei vecchi rioni in tufo per farli rivivere, invertendo quello che era stato il flusso forzato verso i nuovi quartieri. Fu l’inizio di una nuova alba per i Sassi e per la città, ciò che un tempo era stato definito “Vergogna nazionale” poteva diventare testimonianza dello spirito di adattamento e sopravvivenza dell’uomo alle difficili condizioni di vita.
Questa legge, davvero speciale, ha consentito ai materani di riappropriarsi, con orgoglio, della propria storia.
A questo va ricordato la grande spinta che ha accelerato il processo di risanamento e riqualificazione della parte vecchia di Matera che è stata data dall’UNESCO che, nel 1993, ha dichiarato i Sassi Patrimonio Mondiale dell’Umanità, il sesto sito italiano ad entrare a far parte di questo speciale elenco, il primo dell’Italia meridionale, il primo sito ad essere definito “Paesaggio Culturale”.
Per continuare a crescere occorre discutere dell’efficacia dei due Programmi biennali di attuazione della legge, dell’ultimo programma “unitario” approvato circa 4 anni fa e, soprattutto, del Piano di gestione del sito Unesco approvato due anni fa dopo una lunga fase di ideazione e partecipazione, ma di fatto rimasto in un cassetto.
Occorre altresì riflettere sul sistema della sub-concessione e se non sia arrivato il momento di pensare alla sdemanializzazione degli immobili fatta eccezione per quelli inseriti nel catasto dei beni culturali.
Dobbiamo adoperarci tutti perché la designazione di Matera a Capitale Europea della Cultura per il 2019 sia un’occasione da non perdere e che porti la città nel futuro.
Quella di oggi segna una ricorrenza di cui tutti dobbiamo sentirci uniti nell’apprezzare il valore di quanto è stato compiuto ma soprattutto per quanto possiamo e dobbiamo ancora fare anche grazie al rifinanziamento della legge 771/86 nella legge di stabilità 2016”.
La fotogallery del consiglio comunale aperto per i 30 anni della Legge 771 (foto www.SassiLive.it)
I quaquaraquà e i codardi hanno sempre paura della verità.
questa autocelebrazione, è stata la rappresentazione dell’ipocrisia di questi “salvatori della patria” loro se la cantano loro se la suonano. FACCIAMOLI TUTTI #SANTISUBITO
Ieri al cinema comunale è andata in scena il melodramma di una classe politica e culturale, all’unico CITTADINO IGNORANTE DEI SASSI presente, gli è stato negato il diritto di PARLARE. Ma ancora una volta gli ho gridato in FACCIA la loro VERGOGNA. Forse non ho le capacità culturali del Vostro anziano Sindaco, ma posso mettere sul piatto di questa ricorrenza quasi 20anni di vita nei Sassi, senza dimenticare la mia vita di bambino e di adolescente nei sassi, metto sul piatto di questa ricorrenza non discorsi sulla cultura, sulla legge e altro,,ma soltanto l’esperienza di UN MATERANO che dei SASSI non si è mai vergognato, pur vivendoci anche quando noi ragazzini dei sassi eravamo considerati dai figli dell’elitè culturali di ieri, gente da evitare. Ora gli stessi si ergono come paladini e salvatori dei SASSI. Come sempre la storia la scrivono i Vincitori, loro sono sempre dalla parte della ragione, sono i più buoni, i più bravi, i più giusti, quello che hanno fatto, si vede dal risultato. Non possiamo non vedere , che i SASSI sono oramai diventati una meta ambita, lo sviluppo turistico è oramai una realtà. Si può pensare che si poteva fare meglio?Ma da questo sviluppo e da questa legge chi ne ha avuti più benefici? l’intera città o pochi eletti? IO la risposta la so, in anni che vivo nei sassi, mi sono preso la briga di scaricare tutte le delibere di sub concessioni, non può sfuggire che la gran parte del patrimonio è stato regalato a pochi, solo per il fatto di avere una proprietà, hanno potuto ottenere centinaia di metri quadrati di locali demaniali, qualcuno da subito ha fatto già speculazione, vendendo proprietà e sub concessioni. Qualcuno può dire che è il capitalismo: posso essere anche d’accordo, ma se fai sfruttare i tuoi soldi , non i soldi di tutti e le proprietà di tutti per arricchirti. Ma qui il problema nei sassi non sono gli imprenditori, ma le istituzioni e la legge 771, una buona legge, ma come tutti le leggi italiane, è stata interpretata secondo convenienza degli amici, e amici degli amici. Il braccio operativo di questa legge è stato l’ufficio sassi, che, in 30 anni, ha potuto fare tutte le magagne che si potevano fare per gli amici e amici degli amici,ma non possiamo lasciare solo a loro la responsabilità, mettiamoci anche tutta la classe politica di questi 30 anni. Questo sviluppo, avvenuto a discapito di molti e beneficio di pochi, solo il fatto che in 30anni il numero delle concessioni tramite BANDO, si contano sulla punta della mano, mentre le sub concessioni tramite assegnazione diretta sono la stragrande maggioranza. Faccio riflettere a chi ha avuto un padre una madre che viveva nei sassi, è ha regalato la propria abitazione allo stato, per averne un altra, nella legge non siete proprio menzionati, mentre sono menzionati i proprietari. Quale la differenza secondo voi? IO anche se non ho la cultura del sindaco, posso ricordare la mia esperienza di abitante dei sassi, di quello che ho visto. Un mia zia viveva in due lamioni di proprietà, situati in una dei palazzi storici di Matera, al cui il nuovo proprietario ha cambiato pure nome( alla faccia della nostra storia) lamioni senza acqua , senza fogna, andavamo a fare i nostri bisogni nel “quandro”. Quando gli venne assegnata la casa a San Giacomo, la proprietà nei sassi passo nelle mani dello stato. I miei cugini allora erano felici, di trasferirsi sapendo e subendo sulla propria pelle cosa vuol dire a quei tempi vivere nei sassi, sia sotto il punto di vista igienico, ma anche dal punto di vista sociale con quelli che abitavano in città. Ora si sono accorti che la madre e il padre avevano regalato una pepita d’oro che era solo nascosta dietro un po di terra. Ma come mia zia,quanti materani hanno regalato lo loro pepita d’oro?Sono stati ingenui? Non lo penso, allora il pensiero di chi viveva nei sassi era come mettere insieme il pasto con la cena,mica avevano il tempo di leggere le leggi e giornali,allora come ora la classe dirigenziale meridionale non ha pensato alla gente comune, ma solo ai propri interessi economici e di potere. Il muro che separava le città di sopra dai sassi,non è stato abbattuto , non è bastato aprire il varco sui sassi in piazza Vittorio veneto, il MURO L’ELITE CULTURALE POLITICA DIRIGENZIALE DI QUESTA CITTA’ é ANCORA BEN ERETTO NELLA LORO TESTA, questo muro è molto più difficile abbatterlo,ma il tufo con il tempo tende a sgretolarsi, prima o poi cadrà su se stesso, io personalmente, ogni giorno ci metto del mio per raschiare questo tufo.
L’ultimo indiano dei SASSI
Scalcione Mario