Riportiamo di seguito il testo del documento recepito dal Consiglio comunale di Matera su proposta del Consigliere comunale Pasquale Doria circa il codice etico che porta anche il nome di “Carta di Pisa”, dalla città in cui è stato approvato per la prima volta.
Al presidente del Consiglio comunale di Matera
Al sindaco di Matera
Oggetto: “Recepimento della Carta di Pisa”
premesso
che i poteri criminali e la corruzione sono una minaccia concreta e sempre attuale per le comunità del nostro Paese e per la sua economia, come dimostrano una seri di studi e indicatori;
che le forze politiche, unitamente all’azione repressiva delle forze dell’ordine e della magistratura sono chiamate ad agire sul fronte della prevenzione;
che già gran parte dei Comuni d’Italia hanno adottato un Codice Etico che dal nome della città in cui è stato redatto prende il nome di Carta di Pisa e che è basato sul Codice Europeo di comportamento per gli enti locali e per le Regioni (Risoluzione n. 60 del 1999) approvato dal Congresso dei Poteri Locali e Regionali del Consiglio d’Europa;
che questo Codice Etico potrà fungere da guida a tutti gli amministratori per l’adempimento dei loro doveri quotidiani, abbinando i principi dell’etica e l’applicazione delle misure preventive destinate a ridurre i rischi di corruzione;
che appare impensabile non prevedere anche nel nostro Comune la promozione dei valori etici nello svolgimento degli affari su scala locale, facendoli diventare una delle priorità del risanamento della vita pubblica, rafforzando la fiducia dei cittadini e degli imprenditori
Invito il Consiglio comunale ad approvare la Carta di Pisa relativa integrità politica degli eletti su scala locale il sottoscritto consigliere comunale
Pasquale Doria
Di seguito l’intervento integrale di Pasquale Doria in Consiglio Comunale nel quale ha spiegato perchè approvare la Carta di Pisa.
Sono molteplici le ragioni per dotare il Comune di Matera della Carta di Pisa. Le ultime sono contenute nel rapporto annuale Svimez pubblicato alla vigilia di questa seduta. Uno dei capitoli del corposo studio esamina il peso dell’economia illegale sullo sviluppo dei territori meridionali a valle dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo
Lo studio dedica particolare attenzione al ruolo delle organizzazioni criminali. Non sono più quelle di un tempo, che si affermano soprattutto con la violenza, come vero e proprio braccio armato dentro e contro le proprie comunità. Il quadro di riferimento è profondamente mutato, la loro trasformazione è in atto ed è mirata alla capacità di inquinare le economie locali. Da qui la necessità di contrastare queste realtà analizzando costantemente sia il quadro normativo e gli strumenti che da esso derivano, nonché sottolineando la necessità di intensificare una sensibilizzazioni, una diffusione di principi e regole da divulgare specie tra le nuove generazioni.
In particolare, un aspetto al quale prestare attenzione nei prossimi mesi è l’esposizione delle aziende manifatturiere, commerciali e di servizi il cui fabbisogno di liquidità si scontra con il rallentamento generale della dinamica dei finanziamenti, con le rigidità del sistema bancario, con i ritardi dei sostegni statali e dell’implementazione delle procedure connesse alle garanzie pubbliche, nonché con gli effetti del rallentamento o dell’interruzione dell’attività produttiva.
Contro le possibili forme di infiltrazioni va fatto un lavoro che veda opporsi a questi fenomeni in prima linea le Amministrazioni comunali, così che i sistemi corruttivi vengano contrastati per raggiungere i loro scopi, approfittando anche delle situazioni emergenziali, come quella in corso, sul corpo sociale, sul sistema economico e sulle imprese sane già pesantemente colpite dalla crisi. Importante, a questo proposito nell’ottica del bene comune la trasparenza nelle procedure andando ad individuare, per esempio, quale sia il modo migliore per far sì che un’opera pubblica sia portata a termine in tempi rapidi e soprattutto che i lavori vengano eseguiti a regola d’arte, scongiurando il rischio delle infiltrazioni illegali nell’economia legale. Dall’altro, trasparenza nel campo delle strategie di prevenzione della corruzione. Dunque, l’emergenza post-pandemia dev’essere caratterizzata da una diversa gestione amministrativa, che si ispiri alla prevenzione della corruzione mediante lo strumento della trasparenza integrale di ogni spesa e acquisto pubblico.
L’adozione della Carta di Pisa, di cui la città di Matera non si è ancora dotata, rappresenta un primo importante passo in questa direzione che potrà contraddistinguere la nostra comunità come attenta e capace di respingere preventivamente fenomeni e poteri che, agendo nell’ombra e al da fuori della legalità, minacciano soprattutto il futuro delle nostre generazioni future.