Non è la prima volta che accade e probabilmente non sarà nemmeno l’ultima. Ma l’ultima seduta del consiglio comunale andata in scena al “Circo” di via Sallustio è degna di una delle migliori puntate di Zelig. L’appuntamento è fissato alle 16,30 ma la seduta comincia come al solito in ritardo, di tre quarti d’ora. Il sindaco deve ancora arrivare quando Brunella Massenzio fa l’appello. Poi arriva anche Adduce. Sono ventisei i consiglieri presenti, la discussione sull’articolo 38 può cominciare e la prima sorpresa la regala Adriano Pedicini, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale. Pedicini mostra un barile di petrolio, per sottolineare il tema in discussione. “Questo barile – spiega Pedicini – è il simbolo di una terra in cui emergono la miseria, la disoccupazione, l’abbandono delle campagne, l’esodo dei giovani. Un modo originale per dire basta con questa politica, basta con le trivellazioni del nostro territorio”.
Il sindaco Adduce chiede ai firmatari dell’ordine del giorno sull’articolo 38 di ritirarlo perchè contiene diversi argomenti ormai superati e che non sono più presenti nello Sblocca Italia. Ma l’opposizione e i “dissidenti” della maggioranza, tra cui spiccano Angelo Cotugno e Michele Paterino, non accettano la proposta. Si passa così alla votazione dell’ordine del giorno, bocciato con 15 voti favorevoli, 15 contrari e 1 astenuto.
Il sindaco Adduce presenta al consiglio comunale un altro ordine del giorno che impegna la Regione ad impugnare l’articolo 38 del Decreto Sblocca Italia. L’ordine del giorno passa con i voti della maggioranza. Ma poi accade un colpo di scena. L’opposizione chiede al segretario Fasanella di verificare la corretta applicazione dell’articolo 50 dello Statuto del Consiglio comunale che si occupa di disciplinare l’esito in parità delle votazioni.
Il sindaco Adduce, il presidente del Consiglio Comunale Massenzio e la maggioranza abbandonano l’aula, Angelo Cotugno viene chiamato a presidere la nuova seduta composta da appena 14 consiglieri. Fasanella precisa che l’articolo 50 è stato applicato correttamente e quindi gli altri punti all’ordine del giorno vengono rinviati ad una prossima seduta del Consiglio comunale di Matera. Amen. Resta il dato politico relativo all’approvazione di un ordine del giorno richiesto sull’articolo 38 del Decreto Sblocca Italia. Le schermaglie sono tutte all’interno del PD e l’opposizione, nonostante la buona volontà espressa dagli interventi di Toto, Pedicini e Manuello, non può bastare per dare dignità ad un consiglio comunale di una città che il 17 ottobre è stata designata capitale europea della cultura nel 2019.
Michele Capolupo
SBLOCCA ITALIA: BENEDETTO (CD), ADDUCE DIFENDE LA SUA POLTRONA MA NON MATERA CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA 2019
“Il comportamento del sindaco di Matera Salvatore Adduce che ha determinato il voto del consiglio comunale, sia pure senza più maggioranza politica, risponde alla logica della difesa di un interesse personale per la ricandidatura a sindaco e, contestualmente, ad un interesse di una parte del Pd, ma in nessun modo risponde alle esigenze di tutela degli interessi della Capitale della Cultura Europea 2019”. E’ il commento del capogruppo di Centro Democratico in Consiglio Regionale Nicola Benedetto per il quale “sull’articolo 38 dello Sblocca Italia non ci possono essere atteggiamenti ambigui e tanto meno di parte. Subito dopo il prestigioso riconoscimento per la Città di Matera in tanti abbiamo sostenuto che la cultura vale più delle nuove migliaia di barili di petrolio che si vorrebbe estrarre bypassando Regione e Comuni e non tenendo conto della diffusa contrarietà che si è manifestata con numerosi ordini del giorno approvati da Consigli Comunali del Materano e del Potentino, oltre che con iniziative di protesta. Dobbiamo invece registrare che il sindaco Adduce, e con lui buona parte del Pd di Matera, dopo aver riconosciuto, a parole, i grandi benefici in termini di sviluppo, di occasioni ed opportunità di lavoro che verranno a Matera perché il turismo rappresenta il settore di autentico sviluppo e di occupazione stabile e duratura a differenza dell’occupazione legata all’attività estrattiva che, come è noto, ha una durata temporanea ed è quindi caratterizzata da precarietà, nei fatti, è venuto meno ai compiti istituzionali e politici di tutela della Città e dell’intero territorio. Se questo è il famoso “modello” di Matera 2019 a cui tutti dovrebbero guardare, noi di Centro Democratico – continua il capogruppo in Regione – non abbiamo alcuna esitazione nel dire che non ci stiamo. Impugnare l’art.38 dello Sblocca Italia e non limitare certamente la battaglia solo sul piano costituzionale ma continuando la pressione del sistema delle Autonomie Locali e la mobilitazione popolare – conclude – è l’unica strada che ci rimane perché la sostenibilità ambientale è condizione irrinunciabile per realizzare i progetti di turismo culturale”.
Consiglio comunale su articolo 38 Sblocca Italia, nota Attivisti Movimento 5 Stelle Matera.
Alla fine hanno deciso di non decidere. Cosa potevamo aspettarci da un Consiglio che a poche ore dal proprio insediamento dimostrava già tutti i suoi limiti? Cosa potevamo aspettarci da un Sindaco che in 4 anni e mezzo di mandato ha cambiato già 5 giunte? Per l’ennesima volta sono prevalse le logiche di partito, o meglio le logiche del Partito, il PD, che a Matera occupa tutta la “filiera” decisionale Governo-Regione-Comune.
Ormai la storia narra che nel giorno 27 novembre dell’anno 2014, il Consiglio Comunale boccia la richiesta di chi chiedeva GIUSTAMENTE di impugnare lo Sblocca Italia (Decreto o Legge non fa differenza sono entrambe porcherie) dinanzi la Corte Costituzionale e approva un codicillo che, in pieno stile ponziopilatesco, demanda a future modifiche future decisioni. Bravi!! Continuate così, continuate col non prendervi alcuna responsabilità, gli “abitanti culturali” vi ringraziano.
È inutile alla prova dei fatti siete tutti uguali. Dite ne una cosa ma ne fate un’altra. Sindaco Adduce perché aveva detto di essere pronto a votare a favore dell’impugniativa e poi non l’ha fatto? Perché nonostante i cambiamenti richiesti rispetto alla forma avete deciso di non approvare la sostanza? Lo sappiamo il perché, la risposta è contenuta nella Segreteria del PD di domenica scorsa (24 novembre).
Bravi!! Cosa vi inventerete quando dovrete spiegare ai cittadini che Matera può essere oggetto (così come è avvenuto in passato) di richiesta di istanza di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi? Userete Verri o Grima per dire che le trivelle sono da considerare installazioni artistiche, a metà strada fra art nouveau e art deco? Che il grafico che riporterà l’incremento dell’incidenza tumorale è un moderno esempio di Infographic Web 2.0? Che i dati sull’inquinamento sono almeno Open Data? Sicuramente farete uscire da quel Dossier un termine “figo” con cui maschererete la presa in giro dei cittadini materani, almeno di questo siamo convinti. Caro Sindaco questa volta è persino inutile chiedere le sue dimissioni, il suo è stato un comportamento disonesto e irresponsabile, stia pure li al suo posto ad ammirare il disastro che ha fatto in questi quasi 5 anni di mandato.
Consiglio comunale su articolo 38 Sblocca Italia, nota degli attivisti del Meetup “Amici di Beppe Grillo-Matera5Stelle.it”
Giù la maschera Adduce! Matera 2019 e i Sassi sporchi di petrolio!
Il 27 novembre 2014 passerà alla storia di Matera come una delle più
tristi pagine della pessima amministrazione Adduce: il Consiglio
Comunale consegna Matera alle compagnie petrolifere, che potranno
liberamente trivellare anche il territorio comunale, dopo essere già
arrivate a meno di una decina di chilometri dalla città dei Sassi, nel
territorio di Montescaglioso.
Su (meritoria) proposta di 5 consiglieri (di maggioranza e opposizione)
che raccoglieva il pressante invito contenuto in una mozione consegnata
quasi due mesi fa dagli attivisti del M5S di Matera, il Consiglio
Comunale era chiamato a votare un ordine del giorno che chiedeva al
Presidente della Giunta Regionale Marcello Pittella di impugnare innanzi
alla Corte Costituzionale l’articolo 38 “Sblocca Trivelle” del decreto
legge n. 133/2014 convertito in legge n. 164/2014, meglio noto come
“Sblocca Italia”. Un articolo che sottrae alle regioni ogni potere anche
sulle compagnie petrolifere, che potranno tra qualche mese ridurre la
Basilicata ad una vera e propria “gruviera”, trivellando fino ad oltre
l’80% del territorio lucano. E tutto ciò, nonostante il petrolio abbia
finora portato ai lucani solo ulteriore povertà, con l’aggiunta di
inquinamento e correlate patologie ai danni della salute di tutti i
lucani.
Dopo una votazione conclusasi con un pareggio (15 a 15, con Adduce e la presidente del Consiglio Massenzio tra i contrari), il sindaco proponeva un altro ordine del giorno col quale, come da tradizione consolidata della maggioranza PD, si “decideva di non decidere”, rimettendo la scelta se impugnare o meno lo “Sblocca Trivelle” proprio a Pittella. Una clamorosa presa in giro delle migliaia di cittadini, anche materani, che sono scesi in piazza domenica scorsa 23 novembre contro l’incubo trivellazioni. Adduce ci ha ormai abituato a queste “imprese”: anche il 16 aprile scorso, la maggioranza PD ignorò i 2.200 cittadini che avevano firmato la petizione contro l’inceneritore di Contrada Trasanello e votò un ordine del giorno “fasullo”, che non diceva un chiaro “no” all’incenerimento di 60 mila tonnellate di rifiuti a pochi chilometri da Matera2019. Purtroppo, l’ordine del giorno di Adduce stavolta passava con 16 voti favorevoli e 3 astenuti (l’opposizione era uscita dall’aula).
Alla fine giungeva anche la ciliegina avvelenata sulla torta di una
giornata davvero “nera” per Matera: a norma di regolamento del Consiglio comunale (art. 50, comma 4), alcuni consiglieri chiedevano di “rivotare” l’ordine del giorno iniziale (quello di autentica opposizione alle trivelle). La norma prevede che le “proposte che ottengono parità di voti sono dichiarate infruttuose e non si intendono approvate. Nel corso della stessa seduta, la proposta che ha ottenuto parità di voti può essere sottoposta, per una sola volta, a nuova votazione alla quale possono prendere parte anche Consiglieri che non avevano partecipato alla prima votazione o che si erano astenuti”. Incredibilmente, dapprima la Massenzio e poi anche Angelo Cotugno (PD) – che fino ad allora aveva “giocato” ad interpretare la parte dell’antagonista, oppositore interno ad Adduce – accettavano l’illegittima interpretazione del regolamento del segretario comunale, dott. Fasanella, e non permettevano che la nuova votazione si svolgesse, sciogliendo la seduta. Il tutto, nonostante la maggioranza avesse abbandonato l’aula e, quindi, c’era la possibilità di approvare finalmente l’ordine del giorno contro le trivelle! Bravo Cotugno! Anche la tua maschera è caduta! Si chiudeva così indecorosamente un consiglio comunale che, violando il proprio regolamento, ha deciso di abbandonare nelle mani di Marcello Pittella il futuro di Matera e dei Sassi: Pittella jr. ha già manifestato la sua contrarietà ad impugnare lo Sblocca Trivelle. Ringraziamo Adduce e a tutti i consiglieri comunali che hanno contribuito a rendere “nero”, in tutti i sensi, il futuro di Matera!
Corrado Arfò, Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale Città di Matera: “Le sorti della Basilicata e di Matera decise dalla direzione regionale del Pd”
È scandaloso che il Consiglio comunale di Matera si sia piegato alle ragioni del Partito Democratico abbandonando la difesa del Popolo lucano e dei Materani e bocciando l’ordine del giorno che chiedeva alla Regione di impugnare l’articolo 38 dello Sblocca Italia.
Quello che si è consumato ieri è l’ennesimo atto di sottomissione alle politiche renziane: Adduce, come Pittella, si nasconde dietro improbabili trattative con il Governo.
In una Lucania che chiede ascolto, loro si tappano le orecchie e subiscono passivamente: “aspettiamo che il Governo nazionale ci ripensi, aspettiamo che le altre Regioni impugnino”. Per il Pd lucano, schiavo di logiche partitiche, il Popolo deve sedersi ed aspettare che altri decidano di che morte farlo morire. Non sia mai detto che anche Noi possiamo avere autonomia di decisione!
A questo punto ci chiediamo: se l’Europa spinge per l’energia da fonti rinnovabili e la Capitale europea della Cultura risponde con maggiori estrazioni di petrolio non è forse il fallimento anticipato della politica materana dei prossimi anni?
Ecco che la nomina a Capitale europea viene svilita: non più un progetto per uno sviluppo sostenibile della cultura e dell’economia materana e lucana, ma una stelletta, un contentino in cambio dell’ubbidienza alla linea del partito. Noi non permetteremo che la nomina di Matera a Capitale europea della Cultura vanga sporcata dagli interessi politici del Pd. Matera merita di essere rappresentata da chi fa i suoi interessi e non quelli del partito di appartenenza.