Il Consiglio regionale della Basilicata ha approvato a maggioranza assoluta dei consiglieri (hanno votato a favore 11 consiglieri, quelli di Forza Italia, Lega, Idea e Bardi Presidente, non hanno partecipato al voto i consiglieri del centrosinistra e quelli del M5s) la proposta di deliberazione consiliare che contiene il quesito referendario, richiesto ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione, diretto ad abrogare le disposizioni sull’attribuzione dei seggi con metodo proporzionale in collegi plurinominali nell’elezione della Camera dei deputati e del Senato.
Per effetto della proposta di modifica, in Basilicata presentata dal consigliere regionale Tommaso Coviello (Lega), tutti i seggi dei due rami del Parlamento verrebbero attribuiti in collegi uninominali, in ciascuno dei quali risulterebbe eletto il candidato che abbia conseguito il maggior numero di voti. In pratica, verrebbe abrogata la parte proporzionale del sistema elettorale con conseguente estensione del sistema maggioritario, investendo in modo omogeno Camera e Senato.
La proposta referendaria che ha ottenuto il via libera in Basilicata, assieme a quelle delle altre regioni d’Italia che l’hanno già approvata entro il 26 settembre, sarà depositata in Corte di Cassazione lunedì 30 settembre e poi sottoposta al giudizio degli elettori di tutta Italia entro la prossima primavera.
Il voto alla proposta referendaria è arrivato al termine di un lungo dibattito al quale hanno partecipato i consiglieri Coviello, Zullino, Sileo, Braia, Cifarelli, Polese, Pittella, Acito, Baldassarre, Quarto, Perrino, Bellettieri.
“Le motivazioni di questo referendum – ha spiegato il capogruppo della Lega, Tommaso Coviello nell’illustrare la proposta – possono essere rinvenute nel quadro politico nazionale che ci ha consegnato nelle ultime tornate elettorali una evidente instabilità. L’obiettivo è quello di dare la voce agli italiani, dal momento che chi ci rappresenta in Parlamento non è espressione della volontà popolare. I cinque stelle strumentalmente e in modo innaturale sono alleati con il centro sinistra, una alleanza che serve solo per non andare al voto e ora si sottraggono al dialogo. La loro idea è quella di non favorire un progetto di riforma della legge elettorale e porre il Paese nella ingovernabilità, mentre con il maggioritario si assicura governabilità e, soprattutto, si garantisce che chi viene eletto risponde al territorio di appartenenza. La nascita del Governo giallo rosso serve solo a guadagnare qualche posizione in più, noi vogliamo, invece, fare la storia di questo Paese e occuparci dei problemi dei cittadini. Se l’opposizione ha da proporre un quesito referendario – ha concluso Coviello – lo facesse”.
Prima della discussione sono state poste dai consiglieri Cifarelli e Polese due questioni pregiudiziali sulla legittimità della convocazione del Consiglio regionale, la prima di ordine regolamentare e la seconda costituzionale. Queste pregiudiziali hanno assorbito anche quella presentata, ieri, con una missiva al Presidente Cicala, dai consiglieri del Movimento 5 stelle, Leggieri, Perrino e Giorgetti. “La prima eccezione pregiudiziale chiara – ha spiegato Polese – è che non risulta nessun elemento di comprovata straordinarietà tale da giustificare un Consiglio in data odierna. Questa interpretazione della norma comporterebbe che, ogni giorno, 5 consiglieri della minoranza potrebbero chiedere una seduta straordinaria del Consiglio regionale non dovendone motivare la straordinarietà. La seconda pregiudiziale è di natura costituzionale. Riteniamo che più che all’art.32 dello Statuto si doveva fare riferimento all’art.92 dello stesso che rinvia al regolamento vigente e che chiarisce in maniera inequivocabile l’iter da seguire in caso di materia referendaria. A nostro parere c’è una violazione della Costituzione che tutela gli Statuti regionali. Pertanto – ha concluso – oltre alla illegittimità e nullità di tutti gli atti eventualmente approvati in data odierna, vi sono i presupposti per un legittimo ricorso giurisdizionale al Tar e con richiesta di esame da parte della Corte Costituzionale”. Il Presidente Cicala prima e i consiglieri Coviello e Zullino poi hanno, invece, ribadito la correttezza delle procedure in quanto la straordinarietà – hanno detto – fa riferimento ad una convocazione non precedentemente calendarizzata, quindi a una seduta non ordinaria. Inoltre, la data del 27 settembre è stata concordata in Conferenza dei capigruppo dopo aver deciso di superare le date già previste nella prima convocazione del 25 e del 26 settembre.
L’Assemblea al termine della discussione ha respinto a maggioranza con 12 voti contrari di Fi, Lega, Idea, Bp e Fdi e 8 voti favorevoli di Pd, Ab, Pl e M5s le due pregiudiziali.
Subito dopo i consiglieri del Movimento 5 stelle, Leggieri, Perrino e Giorgetti, hanno abbandonato l’Aula in segno di protesta. “Non convincono – hanno detto i consiglieri M5s – le tiepide giustificazioni di Cicala, Coviello e Zullino. A nostro avviso l’eventuale approvazione dei quesiti sul referendum abrogativo della quota proporzionale dalla legge elettorale, durante la seduta odierna, è da considerarsi illegittima. Per questa ragione abbandoniamo i lavori del Consiglio per non assecondare questa forzatura, probabilmente incostituzionale”.
L’Assemblea ha anche votato a maggioranza assoluta (con scrutinio segreto) un delegato effettivo (Roberto Calderoli) e uno supplente (Carmine Cicala) così come previsto dall’art.29 della legge 352/1970 “Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo”.
Set 27