Il Consiglio regionale della Basilicata ha approvato in serata lo scioglimento del Consorzio Industriale della Provincia di Potenza e la costituzione della Società Aree Produttive Industriali Basilicata Spa. Una sceltà politica che andrà ad incidere in maniera netta su ruoli e funzioni del Consorzio Industriale della Provincia di Matera, con inevitabili ripercussioni sui dipendenti attualmente in servizio.
Un provvedimento approvato con 10 voti favorevoli, (consiglieri Bardi, Acito, Aliandro, Baldassarre, Bellettieri, Cariello, Coviello, Piro, Quarto e Sileo) e 1 contrario (consigliere di maggioranza Vizziello di Fratelli d’Italia). 10 i consiglieri assenti: Cicala, Carlucci, Leggieri, Perrino, Cifarelli, Pittella, Braia, Polese, Trerotola, Zullino.
L’opposizione non ha partecipato alla seduta che si è svolta in modalità telematica.
Michele Capolupo
Api-BasSpA, sì a disegno di legge da Consiglio regionale
Nasce una società per azioni denominata Aree Produttive Industriali Basilicata S.p.A. Obiettivo la promozione dello sviluppo industriale e del perseguimento della sostenibilità ambientale delle aree produttive.
Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza (con 10 voti favorevoli di Acito, Aliandro, Baldassarre, Bardi, Bellettieri, Cariello, Coviello, Piro, Quarto e Sileo e 1 voto contrario, quello di Vizziello)il disegno di legge concernente lo scioglimento del Consorzio industriale della Provincia di Potenza e la costituzione della società Aree produttive industriali della Basilicata SpA.
Con il disegno di legge si autorizza la Giunta regionale a costituire con propria deliberazione da adottare entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge, una società per azioni denominata Aree Produttive Industriali Basilicata S.p.A. (API-Bas S.p.A.). “La società – si legge all’art. 1 del Ddl – ha per scopo la promozione dello sviluppo industriale e del perseguimento della sostenibilità ambientale delle aree produttive in coerenza con gli indirizzi e le scelte programmatiche della Regione volte al perseguimento delle proprie finalità istituzionali”. Con l’art.2 si prevede che “A decorrere dalla data di entrata in vigore della legge, il Consorzio per lo Sviluppo industriale della Provincia di Potenza è posto in liquidazione e, contestualmente, la Giunta regionale, con proprio provvedimento, nomina il liquidatore che subentra in tutti gli organi gestori, ordinari e straordinari, del Consorzio. Al temine della procedura di liquidazione, il Consorzio è sciolto”. Stabilito che le singole posizioni debitorie del Consorzio non transitano all’API-Bas Spa ovvero nel bilancio della Regione e che il patrimonio disponibile del Consorzio è interamente ed esclusivamente destinato al soddisfacimento dei creditori da parte del liquidatore. La concessione in uso e la gestione di tutti gli impianti di accumulo, sollevamento, trattamento, distribuzione, depurazione delle acque e dei reflui industriali e delle reti di distribuzione di acqua ad uso industriale e di collettamento reflui siti nelle aree industriali della Provincia di Potenza, è attribuita all’Ente gestore del servizio idrico integrato in Basilicata. Al fine di evitare interruzioni dei servizi pubblici essenziali e garantire alle aziende la continuità produttiva, il trasferimento all’ente gestore delle reti e degli impianti di depurazione reflui riguarda esclusivamente quelli nei quali le imprese sono autorizzate allo scarico in pubblica fognatura. L’Api-Bas Spa opera a supporto della Regione e, tra l’altro, attua e gestisce interventi coordinati di infrastrutturazione, rilancio e valorizzazione delle aree produttive regionali, promuove le aree produttive regionali anche tramite azioni di marketing, sia a livello nazionale sia internazionale, gestisce unitariamente, nel rispetto delle indicazioni programmatiche della Regione, le azioni da promuovere nelle Zone Franche doganali, aree Sin, aree di crisi complesse e non complesse, riscuote i corrispettivi dovuti dai soggetti insediati nelle aree industriali a fronte dell’utilizzo o dell’attività di gestione e manutenzione di opere o impianti di competenza o proprietà dell’Api-Bas Spa.Le attività previste dall’art.3 potranno essere programmate e realizzate relativamente alle aree industriali della provincia di Matera, gestite dal Consorzio industriale di Matera, solo a partire dalla entrata in vigore del regolamento e, dunque, solo dopo lo scioglimento del Consorzio di Potenza successivo alla chiusura della liquidazione dello stesso. Il Consorzio per lo sviluppo industriale della provincia di Matera ha la facoltà di aderire alle disposizioni della presente legge. Nel caso della sua mancata adesione le attività permangono nella titolarità del Consorzio per lo sviluppo industriale della provincia di Matera. Qualora il Consorzio per lo sviluppo industriale della provincia di Matera decidesse di aderire alla società Aree produttive industriali Basilicata Spa conserverà le sedi in essere, con le dotazioni di risorse umane e strumentali esistenti.
Il capitale sociale è detenuto interamente dalla Regione Basilicata ed è determinato inizialmente in 5 milioni di euro.
Per quanto concerne il personale, alla società è trasferito quello attualmente impiegato presso il Consorzio per lo Sviluppo industriale della Provincia di Potenza ove non diversamente destinato. Entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge, il liquidatore del Consorzio presenta alla Giunta regionale e all’amministratore unico della società un piano per il trasferimento del personale con indicazione delle unità da assegnare alla società e ad altro organismo ovvero da collocare a riposo. Nella redazione del piano il liquidatore tiene in considerazione i profili professionali dei singoli dipendenti, l’esperienza maturata e valuta la sussistenza dei presupposti per l’accompagnamento al pensionamento anticipato ovvero per il collocamento a riposo. Il trasferimento del personale avverrà mediante la salvaguardia dei livelli retributivi in godimento. La Giunta regionale, al termine della procedura di liquidazione e al conseguente scioglimento del Consorzio, adotta un regolamento di delegificazione recante la disciplina organica della gestione, promozione e valorizzazione delle aree produttive regionali.Con il regolamento la Regione, qualora a seguito di apposita verifica la società risulti in una situazione di equilibrio economico e finanziario, potrà prevedere il trasferimento alla società del personale del Consorzio per lo sviluppo industriale della provincia di Matera.
Per dichiarazione di voto sono intervenuti i consiglieri Vizziello (Fdi), Acito (Fi) e Braia (Iv). Vizziello annunciando il voto sfavorevole al disegno di legge, si è detto “Favorevole a qualsiasi forma di ulteriore riflessione che si voglia esperire, nella consapevolezza che solo rifuggendo dalle decisioni affrettate e praticando percorsi diretti ad opportuni approfondimenti, troveranno soluzioni ottimali le esigenze delle imprese e dei cittadini della nostra comunità.Nessuna motivazione di carattere personale nei confronti dell’assessore Cupparo, ma solo l’attenta e rigorosa analisi del testo normativo hanno determinato e determinano a tutt’oggi il mio scetticismo rispetto al dettato normativo che caratterizza la riforma dei Consorzi di Sviluppo Industriale.Sgombriamo il campo – ha detto ancora Vizziello – dagli equivoci e dalle mistificazioni: nessuna lobby che si oppone al cambiamento, nessuna resistenza da parte degli uffici insensibili alle prospettive di sviluppo industriale della nostra comunità. Tutti vorremmo metterci alle spalle vent’anni di inefficienze e di mirabili esempi di mala gestione, come quelli che hanno riguardato la gestione del Consorzio ASI di Potenza, ma il problema che non possiamo farlo, a mio avviso, con un semplice tratto di penna.Non possiamo farlo, secondo me, contro il parere di tutti quelli che sono stati auditi nelle commissioni consiliari e che hanno manifestato dubbi non sulle finalità della legge, bensì sul modo con cui quelle finalità si vogliono perseguire”.
Il consigliere Braia (Iv), rivolgendosi alla maggioranza ha affermato: “Da domani state opzionando le competenze del Consorzio industriale di Matera al quale potevate assegnare le competenze del Consorzio di Potenza che non potete assegnare ad altri Enti. Avete fatto un pasticcio vestito di una strategia di lungimiranza. Vizziello non deve aver paura di consumare un proprio posizionamento. Votare contro è corretto e anche noi avremmo potuto farlo ma non lo faremo per come si è svolto questo Consiglio. Il mio appello al Presidente è di utilizzare il buon senso fino in fondo e di raccogliere tutte le criticità e i dubbi nel merito dei procedimenti e di come si è arrivati a questo disegno di legge. Non avete voluto ascoltare non solo le minoranze, ma neanche l’Anci, i sindacati, le associazioni di categoria e i dipendenti delle aziende e del Consorzio.
I dipendenti vedranno i loro crediti azzerati o posticipati chissà quando”. “Per una volta – ha sottolineato Braia – un Consorzio industriale come quello di Matera che ha dimostrato la sua efficienza poteva essere tenuto in considerazione. E’una prevaricazione di carattere metodologico l’approvazione di questo atto che porterà tante negatività sia alla Regione che alle imprese.
Il consigliere Acito (Fi) ha parlato di “Venti anni di gestione che hanno portato ad un accumulo di debiti incredibile. Non si può dimenticare tutto ciò e la precedente amministrazione ha pensato bene di consegnarlo a noi che ora stiamo provando a risolvere il problema. Se avessimo trasferito le stesse competenze al Consorzio di Matera avremmo condannato quest’ultimo all’indebitamento. Non si può per legge trasferire gli impianti di Potenza a quelli di Matera. Chi conosce le norme lo sa bene. Stiamo facendo oggi tutto ciò che la legge ci consente. I Consorzi industriali devono trasferire i loro impianti all’Egrib”.
Di seguito l’intervento del Consiglio regionale di Fratelli d’Italia Giovanni Vizziello
L’esame e la discussione del disegno di legge sulla cosiddetta riforma del Consorzio industriale di Potenza mi consenta una riflessione finalmente pacata su una questione che ha spesso trovato vasta eco sui media locali, oltre che nell’opinione pubblica, laddove hanno trovato spazio ricostruzioni dei fatti e dei comportamenti dei protagonisti della vicenda non sempre puntuali e fedeli.
Nessuna motivazione di carattere personale nei confronti dell’Assessore Cupparo, ma solo l’attenta e rigorosa analisi del testo normativo hanno determinato e determinano a tutt’oggi il mio scetticismo rispetto al dettato normativo che caratterizza la riforma dei Consorzi di Sviluppo Industriale.
Sgombriamo il campo dagli equivoci e dalle mistificazioni: nessuna lobby che si oppone al cambiamento, nessuna resistenza da parte degli uffici insensibili alle prospettive di sviluppo industriale della nostra comunità, ma solo il sano realismo di chi sa che certe cose non si possono fare se non attraverso comportamenti rigorosi che riguardano il metodo e il merito delle questioni.
Tutti vorremmo metterci alle spalle vent’anni di inefficienze e di mirabili esempi di mala gestio, Assessore Cupparo, come quelli che hanno riguardato la gestione del Consorzio ASI di Potenza, ma il problema che non possiamo farlo, a mio avviso, con un semplice tratto di penna.
Non possiamo farlo, secondo me, contro il parere di tutti quelli che sono stati auditi nelle commissioni consiliari e che hanno manifestato dubbi non sulle finalità della legge, bensì sul modo con cui quelle finalità si vogliono perseguire, non possiamo farlo contro quanto messo nero su bianco da organi dell’amministrazione regionale, l’ufficio legislativo o la struttura di missione del Consiglio Regionale, che hanno manifestato dubbi in ordine alla conseguenze di carattere economico finanziario derivanti dalla legge alla Regione o alla costituenda S.p.a Api-Bas e alle correlate esigenze di copertura economica di tali effetti che la Costituzione, non il consigliere Vizziello, impongono al legislatore regionale.
Tutti poteri forti che ostacolano il cambiamento o, molto più realisticamente, strutture terze chiamate ad orientare il legislatore regionale verso comportamenti improntati alla legalità e al buon andamento, vale a dire i principi cardine dell’operato delle pubbliche amministrazioni?
Mi chiedo e vi chiedo: risponde al buon senso pensare di poter cancellare con un tratto di penna qualcosa come decine di milioni di euro, cioè la parte dei debiti dell’Consorzio di Potenza che non troveranno soddisfacimento al termine delle procedure di liquidazione, senza che di questi debiti inevasi risponda tanto la Regione, quanto la costituenda API-Basilicata?
E’ giusto e politicamente corretto non prendere nella dovuta considerazione i rilievi al testo normativo che provengono dai suddetti uffici regionali, anche quando sono sorretti da valide argomentazioni di carattere normativo e che riguardano ad esempio la forma giuridica prevista per il Consorzio unico di Sviluppo regionale che si intende adottare?
E’ puro e semplice campanile preservare esempi virtuosi nella gestione delle aree industriali, come quello realizzato dal Consorzio di Sviluppo Industriale della Provincia di Matera, senza nemmeno porsi il problema degli effetti poco benefici che deriverebbero al Consorzio Industriale di Matera da una fusione che è sancita chiara e tondo dal titolo della legge che stiamo discutendo?
Non sarebbe più corretto interrogarsi sulla opportunità di difendere i pochi esempi virtuosi di gestione delle politiche industriali offerti dal nostro territorio, mediante l’adozione di un nuovo modello di governance che possa far crescere le nostre imprese, magari replicando sull’intero territorio regionale l’esempio del Consorzio di Matera, senza dover subire nel tempo gli effetti negativi delle vicende irrisolte del Consorzio di Sviluppo Industriale di Potenza?
Sono queste le domande che mi sono posto analizzando il testo normativo della legge di riforma dei consorzi industriali, rispetto alle quali i dubbi del primo momento, non essendo stati del tutto fugati, mi inducono oggi a manifestare il voto contrario all’approvazione del disegno di legge.
Certo le legittime aspettative dei lavoratori del Consorzio di Potenza sono e devono essere in cima alle preoccupazioni di tutti noi, al pari delle esigenze delle imprese che pretendono servizi di qualità, particolarmente in tema di tutela ambientale e di smaltimento degli scarti derivanti dalla lavorazione dei prodotti.
Ma quello che deve essere chiaro una volta per tutte è che il modo migliore per garantire il soddisfacimento di tali interessi non può che essere il rigoroso rispetto della legge e delle procedure dalla stessa contemplate, mettendo al bando le scorciatoie, che promettono risultati immediati e che, alla lunga si rivelano ben più dannose dei mali che si propongono di superare.
Temo che sia quello che potrebbe accadere con l’approvazione di questo disegno di legge, che, per usare una metafora, potrebbe mettere la nostra Regione nella condizione di chi ha fatto i conti senza l’oste.
Queste le motivazioni che mi inducono a dichiarare il mio voto sfavorevole a questo disegno di legge, rispetto al quale mi dichiaro favorevole a qualsiasi forma di ulteriore riflessione che si voglia esperire, nella consapevolezza che solo rifuggendo dalle decisioni affrettate e praticando percorsi diretti ad opportuni approfondimenti, troveranno soluzioni ottimali le esigenze delle imprese e dei cittadini della nostra comunità.