Il Consiglio regionale ha respinto la mozione di sfiducia nei confronti del Presidente della Giunta regionale, Vito Bardi, presentata, ai sensi dell’art. 53 dello Statuto regionale, dai consiglieri di opposizione Gianni Leggieri, Gianni Perrino e Carmela Carlucci (M5s), Cifarelli e Pittella (Pd). Hanno votato contro i consiglieri Aliandro, Baldassarre, Bardi, Bellettieri, Cariello, Cicala, Coviello, Leone, Quarto e Sileo. Si sono espressi a favore i consiglieri Braia, Carlucci, Cifarelli, Leggieri, Perrino, Pittella, Polese e Trerotola.
Alla base della mozione, come evidenziato dai firmatari “La mancata sussistenza delle condizioni per il prosieguo della legislatura, determinatasi a seguito dell’azzeramento della Giunta e della conseguente ricomposizione, originata dalla crisi politica tra le forze di maggioranza che ha causato l’inevitabile ‘paralisi’ amministrativa nonché il fermo dei lavori del Consiglio e delle stesse Commissioni consiliari permanenti e dagli interventi critici e le relative defezioni di una parte della stessa maggioranza che avallano i timori di un persistente scenario di instabilità politica”. “La società lucana e le sue componenti sociali, culturali ed economiche – si legge nel documento – non possono permettersi la precarietà di un governo regionale, ancor di più una fase di crisi economica e sociale”. Nel documento si faceva poi riferimento alla comunicazione del Presidente della Giunta regionale, tenuta durante la seduta del Consiglio regionale del 15 marzo scorso, che “non ha risolto i motivi della profonda crisi in cui versa la maggioranza di governo regionale, nonché l’indeterminatezza del punto di caduta politico relativo alla tenuta della maggioranza medesima; e alla delicatezza del momento storico che, invece, richiede chiarezza e stabilità politica”.
Nel dibattito sono intervenuti oltre al presidente della Regione Bardi, i consiglieri Cifarelli e Pittella (Pd), Trerotola (Pl), Carlucci, Perrino e Leggieri (M5s), Bellettieri (Fi), Braia e Polese(Iv), Coviello,Leone,Quarto(FdI),Aliandro e Cariello (Lega), Sileo, Baldassarre.
Precedentemente l’Assemblea regionale ha preso atto a maggioranza (con 13 voti favorevoli di Lega, Fdi, M5s, Pl e del consigliere Baldassarre e 4 astensioni di Pd e Iv)del decreto del Presidente della Giunta regionale n. 47 del 28 marzo 2022 con il quale si è proceduto alla nomina dei nuovi componenti della Giunta regionale (Alessandro Galella, Attività produttive, Formazione, Lavoro e Sport; Cosimo Latronico, Ambiente ed Energia; Francesco Cupparo, Agricoltura; Donatella Merra, Infrastrutture; Francesco Fanelli,Vicepresidente e assessore alla Sanità e politiche sociali). Rientra, pertanto, tra i banchi dell’Assemblea il consigliere Vincenzo Baldassarre, già Assessore all’Agricoltura, e cessa dalla carica di consigliere supplenteDaniele Giorgio Di Ioia. In seguito al decreto di nomina della Giunta Bardi ter, il consigliere Francesco Cupparo, sospeso temporaneamente dalla carica di consigliere, ricopre quella di assessore all’Agricoltura,mentre il già assessore alle Attività Produttive Gerardo Bellettieri, torna a ricoprire la carica di consigliere supplente.
La consigliera Dina Sileo, durante il suo intervento in Aula, nel ribadire la sua appartenenza alla coalizione di centro destra, ha dichiarato di sottrarsi ad un gruppo, quello della Lega, nel quale non si ritrova più. “Da persona autonoma, seria e coerente – ha detto -voterò contro la mozione di sfiducia al presidente Bardi”.
Di seguito il testo integrale della mozione di sfiducia al governo Bardi presentata dai capogruppo del PD in Consiglio Regionale Roberto Cifarelli nella seduta odierna del Consiglio regionale della Basilicata.
Gentile Presidente del Consiglio, Gentile Presidente della Giunta, Assessori e colleghi Consiglieri,
l’indecoroso e triste epilogo della scorsa seduta del Consiglio Regionale trova il suo naturale approdo nella seduta odierna, nella quale, per rispetto nei confronti dei cittadini che hanno riposto la loro fiducia in noi e dinanzi alla nostra coscienza di amministratori pubblici, siamo chiamati a pronunciarci in ordine alla fiducia da accordare ad un Presidente che oramai ha perso completamente la bussola.
Ricordo le parole illuminanti pronunciate dal Dalai Lama nella storica visita di qualche anno fa in Basilicata : “ Nessuno è nato sotto una cattiva stella; ci sono semmai uomini che guardano male il cielo “.
Presidente Bardi questo è il suo caso. Lei in questi tre anni di governo ha guardato il “cielo “ della Basilicata con gli occhi di un Governatore delegato da Roma per normalizzare una lontana provincia e non con gli “occhi” di un Presidente eletto dai lucani per prendersi cura del loro presente e del loro futuro..
Non a caso Lei ogni qualvolta si è trovato di fronte a nodi politici da sciogliere è sempre andato a Roma dai suoi mandanti, invece, avrebbe fatto meglio a stabilire una relazione empatica con i Lucani , coni loro rappresentanti Istituzionali e con le rappresentanze sociali ed economiche che di questa terra sono da sempre parte attiva e dinamica.
A volte“il destino mescola le carte ” e presenta il conto e, oggi, Lei si ritrova a pagare dazio di tutte le contraddizioni di cui si è reso protagonista.
Raccontare questi tre anni è alquantocomplesso in quanto abbiamomisurato il perenne scarto tra quanto dichiarato e quanto realizzato.
E i Lucani sanno bene quanto “ la storia dà torto e dà ragione ”
2019. L’anno tanto atteso.
“ Che non fosse del mestiere” ce ne eravamo accorti immediatamente giàal momento dell’insediamento del Consiglio ( 6 maggio 2019), non era mai accaduto che a distanza di 20 giorni dalla proclamazione non fosse ancora in carica l’organo esecutivo.
Infatti, non solo non era stata rispettata una disposizione statutaria,e non sarà l’unica volta, ma, il vero tema era ed è che i problemi restano lì ad aspettare che qualcuno li risolva.
Illudendosi, allora come oggi, che le questioni politiche si risolvano con artifizi tecnici.
Ed i vuoti politici li riscontrammo puntualmente nella sua relazione programmatica. Una relazione senz’anima. Una mera elencazione di propositi generici che, con il passare dei giorni, hanno deluso le aspettative dei cittadini lucani.
E, le “ragioni del cambiamento”, si sono rivelate ragioni prive di visione strategica, prive di ancoraggi economici e sociali che avrebbero dovuto sostanziarla.
Gli unici elementi degni di nota: la ZES Jonica che ancora oggi procede con alterne fortune, le riforme nel settore della forestazione che nel frattempo si sono completamente perse per strada, il superamento della strategia “RifiutiZero” anch’essa ferma al palo….nessun accenno sulle politiche di sviluppo e per l’occupazione. Né sulle politiche di sostegno al reddito…..tutte questioni ancora aperte!!!
A quel tempo,le uniche cose certe si rivelarono l’assunzione di diversi stretti collaboratori con macro stipendi e la volonta di dotarsi di un mastodontico staff (compreso un Consigliere diplomatico sic!), nenche fosse il Presidente della Repubblica. Tutto a spese dei contribuenti lucani.
Nel frattempo, sulle questioni strategiche ha regnato l’immobilismo più assoluto. Tra le più importanti spiccava la chiusura degli accordi con le compagnie petrolifere operanti in Basilicata.
Finalmente, e grazie ad un Consiglio regionale straordinario richiesto dalle minoranze, il Presidente Bardi rese pubblica la posizione della Regione sull’argomento.
In quell’occasione,apprendemmo che la vicenda petrolio era nelle sue mani e che la trattativa con Total proseguiva nel solco di quanto tracciato dal passato governo di centrosinistra in innumerevoli incontri, sia riguardo alle garanzie occupazionali a favore dei lavoratori lucani, sia per la tutela della salute e dell’ambiente, sia per le compensazioni ambientali più adeguate rispetto a quanto previsto nel 2006 e sia, e questo era stato il mio personale “chiodo”, rispetto all’impegno di Total ad effettuare ulteriori investimenti in Basilicata, ma questa volta in settori no-oil.
Temi ancora oggi molto attuali, infatti, posto che il petrolio non è una risorsa infinita, e posto che il mondo sta viaggiando verso l’affrancamento dal fossile, quando termineranno le estrazioni in Basilicata cosa succederà?
Come si attrezza la regione per traguardare la chiusura dei pozzi e quindi fare in modo che vi sia un corretto “smantellamento” di quanto costruito in questi anni, che non si perdano i posti di lavoro diretti ed indiretti legati alle estrazioni petrolifere, e che il bilancio della regione, e quindi i servizi (università, trasporti, sanità) non ne risentano?
A distanza di tre anni a queste domande non c’è una risposta.
Così come sarebbe bene rispondere a tutte le questioni relative alla nomina dei Direttori generali del Dipartimento Sanità e delle aziende Sanitarie lucane che a quanto dichiarato nello scorso Consiglio dall’ex assessore Leone (persona informata sui fatti), vedono un suo protagonismo eccessivo.
Protagonismo,eccessivo nella occupazione delle poltrone e scarso quando il Parlamento affrontava il tema spinoso dell’autonomia differenziata.
2020. L’anno del Covid19
“Bardi prenda coscienza che è stato eletto Presidente della Basilicata, che sia più presente in Basilicata, che si occupi di più della soluzione dei problemi e che la sua maggioranza si svegli dal suo arrogante torpore e la smetta di preoccuparsi solo di spartizione di poltrone”. L’ho dichiarato io, il 14 gennaio 2020.
Parole che, alla luce di quanto è accaduto neglle ultime settimane, conservano una sconcertante attualità visto cosa sta succedendo all’interno della maggioranza.
Il 2020 è stato, senza dubbio, l’anno che ha segnato il confine tra un prima e un dopo della storia.E’ stato anche l’anno delle diverse misure di sostegno che il Governo nazionale e l’Unione Europea hanno messo a disposizione dei diversi Stati e, a “cascata”, dei diversi territori, per programmare interventi a supporto della crescita e per fronteggiare la crisi economica causata dall’emergenza sanitaria.
Le risorse comunitarie 2021 -2027 e il PNRR rappresentavano una occasione storica per costruire una programmazione dal “basso” che avrebbe dovuto vedere protagonisti i territori, i Sindaci, le associazioni di categoria ed il mondo dell’impresa, le organizzazioni sindacali, la galassia del terzo settore e del volontariato in una sfida che avrebbe dovuto traghettare la Basilicata al 2030.
Invece, Presidente Bardi, ha preferito l’ordinaria amministrazione, il “minuto mantenimento” e con la scusa del covid ha tirato a campare presentando successivamente e approssimativamente un Piano discusso e programmato in poco tempo e da pochi intimi.
Lo strumento PNRR, è bene ricordarlo, rappresenta per gli anni avenire l’iniziativa più rilevante per il rilancio dell’economia, per l’aiuto all’occupazione e per l’inclusione dei soggetti più vulnerabili e più fragili.
Lei, Presidente,proprio in quei drammatici momenti di violenta diffusione del virus, è responsabile di non essersi aperto alle istanze della società lucana e di non aver saputo segnare il solco della ripartenza.
“Chi pensa di guidare gli altri e non ha nessuno che lo segue sta solo facendo una passeggiata .” E Lei, in questi anni, si è ritrovato a passeggiare sulle aspettative dei Lucani.
2021. L’anno delle liti.
In uno scenario sempre segnato dalla pandemia e con una gestione dell’emergenza alquanto altalenante, il 2021 si è aperto con le contrapposizioni sempre più esplicite tra esponenti della maggioranza.
Contrapposizioni che hanno determinatole dimissioni di Assessori un giorno si e l’altro pure, salvo poi continuare a svolgere le funzioni assegnate come se nulla fosse.
Il malessere,da Lei evidentemente sottovalutato,si è protratto fino ad oggi. Infatti, discutiamo una mozione di sfiducia che, faticosamente e dopo numerose trasferte romane, forse riuscirà a respingere. E dopo aver “ingoiato” gli ultimatum poco concilianti di una parte della maggioranza.
Ma, per ritornare ad un anno fa, va ricordato l’accordo fino al 2029 della concessione ENI-SHELL in Val d’Agri , lo definimmo un accordicchio in quantoil Presidente Bardi non ha esercitato il potere contrattuale della Regione Basilicata rispetto alle aspettative reali, mentre si è accontentato di poca roba.
Quella tra la Regione ed Eni rimane un accordicchio che non recupera progettualità e strategie più ampie di sviluppo.Il tutto senza alcuna condivisione con i Sindaci, le parti sociali e datoriali e più in generale con iterritori interessati.
Paradigmatica è la vicenda, da Lei allora minimizzata e non compresa, del contributo finanziario parametrato alla produzione che vale al massimo 1,05 euro/barile,macon l’introduzione di una condizione voluta da Eni edaccettaao da Lei,con la quale, con un prezzo del greggio sopra i 45 dollari al barile,siacconsente alla riduzione del contributo a favore della Basilicata fino ad un massimo del meno 20%.
Oggi con il prezzo del greggio alle stelle la Regione èsenza alcun beneficio ed il vantaggio è tutto della compagnia petrolifera. A danno dei Lucani.
D’altronde la stessa superficialità la si è riscontrata anche in circostanze piùfavorevoli.
Il Presidente Bardi in occasione della cerimonia di chiusura dell’anno da Capitale, alla presenza dei Ministri Franceschini e Provenzano e del compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, oltre che alle migliaia di persone presenti all’evento, garantì che l’esperienza di Matera 2019 non si sarebbe interrotta.
Il Presidente Bardi si è dimenticato degli impegni presi.
Cosa ne è stato fatto dello straordinario patrimonio di immagine, di comunicazione e di contenuti culturali costruiti in questi anni sotto la spinta di Matera 2019.
La risposta è zero assoluto. E’ vero che, dalla fine del 2019 a oggi, il percorso è stato purtroppo interrotto bruscamente dalla pandemia. Ma ci saremmo aspettati uno scatto di reni da parte della Regione Basilicata per riprendere il cammino, recuperando e valorizzando quanto di buono è stato fatto in questi anni e capitalizzando al massimo il brand di Matera come capitale europea della cultura.
Invece, osservo che il Presidente della Giunta continua a mostrare la più totale indifferenza nei confronti di un percorso decennale che pure ha visto il massimo ente territoriale nel suo ruolo da protagonista, come se si volesse appositamente affossare un percorso e una immagine che pure ha guadagnato consensi in tutto il mondo.
Si attende nella più totale ignavia la fine naturale della Fondazione Matera Basilicata 2019. Ecco l’ennesima occasione persa.
Al contrario, quando si è trattato di difendere a “spada tratta” amici di coalizione che, nell’occupare posizioni dirigenziali all’interno di aziende regionali, si sono resi protagonisti di diversi episodi deprecabili che hanno portato nocumento alla stessa azienda nonché alla Regione, Lei, Presidente, ha sempre mostrato una attenzione particolare fino a difendere l’indifendibile.
Ed è il caso del Direttore Generale di ARPAB. Successivamente dimessosi, e non rimosso, solo dopo l’ennesima figuraccia, questa volta certificata dalle forze dell’ordine.
Contravvenendo a quanto Lei stesso aveva dichiarato nel corso di un Consiglio di qualche settimana precedente sul valore dell’etica e dell’estetica per un pubblico amministratore……i Lucani però, hanno compreso benissimo quanto sia sottile il confine tra coerenza ed ipocrisia.
2022 L’anno della crisi politica.
L’anno in corso ci ha portato in dote una crisi politica regionale che mai avremmo potuto immaginare.
Questione di poltrone e di posizionamenti e nulla più. Ma, che Lei, signor Presidente, ha gestito malamente, credendo di poter muovere figure e figuri del teatrino politico locale a suo piacimento, in un surreale risiko che ha tenuto ulteriormente ferma l’attività regionale.
Ed il momento storico non poteva essere peggiore.
Gli effetti nefasti di un virus ancora in forte diffusione, le conseguenze tragiche di una guerra inaspettata, il caro energia che ha generato un rialzo dell’inflazione impoverendo i redditi delle famiglie e la capacità produttiva delle imprese, il PNRR che a livello regionale attende di essere implementato, la programmazione comunitaria che aspetta di essere “riesumata” da chissà quale cassetto, una legge finanziaria da discutere e approvarecon il serio rischio di far sprofondare l’Ente in una pericolosa gestione provvisoria……..e lei che fa ?
Si mette a giocare con il chi entra e chi esce dalla giunta, con il poco invidiabile record di aver dato vita alla giunta meno longeva della storia della Regione Basilicata e con una prova di forza contro i Partiti che la sostengono che, alla fine, l’ha vista soccombere e perdere ancora di più autorevolezza. Senza prendere atto che l’esperienza iniziata tre anni orsono è ai titoli di coda…….e non sarà certo la maggioranza rattoppata in fretta e furia nelle ultimeore a poterle dare la forza politica necessaria per guidare la comunità lucana.
Per carità di patria ho solo elencato alcune delle contraddizioni vissute nel corso degli ultimi tre anni, volutamente non ho voluto ricordare i ritardi accumulati sul Piano Strategico Regionale, sulla riforma del Servizio Sanitario regionale, sulle politiche attive per il lavoro e la formazione ………..voglio però ricordarle un ultimo caso circa la sua doppiezza.
In questi terribili giorni di guerra gli italiani sono impegnati sul terreno della solidarietà e dell’aiuto a migliaia di profughi, anche Lei con parole solenni ha invitato le Istituzioni tutte e il mondo delle associazioni alla mobilitazione.
Ebbene, ha fatto la morale agli altri,però, dovrebbe spiegare all’opinione pubblica, per quali ragioni, da anni, tiene chiusa nel cassetto una delibera già finanziata che autorizza il completamento della “Città della Pace per i Bambini” a Scanzano Jonico, un’iniziativa voluta dal Premio Nobel Betty Williams.
La struttura, terminata in tempi brevi,avrebbe potutorappresentare un gesto concreto di vicinanza ad un popolo in sofferenza.
A Lei può sembrare una questione minimale ma, simbolicamente, indica in modo chiaro come Lei, alle parole non fa mai seguire i fatti.
Presidente Bardi, Lei è il Presidente di centrodestra eletto tre anni fa che alla prova del governo ha dimostrato di non essere all’altezza del compito affidatogli. Perché fuori contesto, perché assente, perché privo di visione e di programmi e perché ha immobilizzato la Regione come ente e come comunità.
Quest’oggi, probabilmente riceverà la fiducia della maggioranza di questo Consiglio, sicuramente non la mia ma, quel che è certo è che ha perso la fiducia dei cittadini lucani.