Consorzio di Bonifica e forestazione, Consiglieri regionali Carlucci, Leggieri e Perrino (M5s): “Nei quasi 57 milioni di euro del 2019 qualcosa sembrerebbe non tornare”. Di seguito la nota integrale.
Una delle ultime operazioni messe in campo durante la scorsa legislatura è stata quella di affidare al Consorzio Unico di Bonifica della Regione Basilicata la progettazione ed esecuzione degli interventi di forestazione.
Per lo svolgimento di questi lavori si è contestualmente deciso di utilizzare anche i beneficiari del Reddito Minimo di Inserimento e i lavoratori ex mobilità in deroga (selezionati attraverso un avviso pubblico), in aggiunta a quelli già presenti nella platea unica dei lavoratori del settore idraulico-forestale.
L’avviso pubblico per “Selezione dei lavoratori fuoriusciti dalle platee della mobilità ordinaria e in deroga per l’inserimento in attività idraulico-forestali” ha ammesso 237 persone, mentre dalla posizione 238 alla posizione 567 le domande hanno avuto esito “Ammissibile e non finanziabile per indisponibilità di risorse”. Risorse, ricordiamo, che per questo bando ammontavano a circa 2,3 milioni di euro.
Nelle ultime settimane ci sono giunte numerose sollecitazioni da parte di coloro che hanno partecipato a questo bando: chiedono di conoscere se in qualche modo la loro esperienza continuerà anche quest’anno e se verranno impiegati anche coloro che sono rimasti fuori dal finanziamento.
L’occasione è stata utile per approfondire sulle attività della forestazione messe in campo dal Consorzio di Bonifica e dal suo amministratore unico, l’Avvocato Giuseppe Musacchio.
Il progetto generale degli interventi di forestazione deliberato da Musacchio a maggio 2019 prevede un importo complessivo di € 56.812.000,00. Una somma che abbiamo deciso di analizzare nello specifico e che ha fatto emergere alcune perplessità sulle procedure utilizzate dal Consorzio.
Premesso che dalle carte risulta che circa 52 milioni di euro sono stati impiegati dal Consorzio per pagare salari, stipendi (inclusi oneri fiscali e sociali) ai circa 3800 addetti della forestazione, permangono dubbi sui circa 3,8 milioni di euro di altre spese, esulanti da quelli riferibili al personale, relative a lavori e servizi acquisiti in “amministrazione diretta” (ovvero senza alcuna procedura di gara).
Altra stranezza che occorre chiarire è la nomina del Medico competente per la valutazione dei rischi e della sorveglianza sanitaria degli impiegati nei cantieri relativi alla Platea unica dei lavoratori idraulico forestali, cantieri che risultano aperti a giugno 2019 e chiusi al 31 dicembre 2019. Nonostante ciò la nomina del Medico competente risulta avvenuta solo il 21 febbraio 2020, quindi a cantieri ormai chiusi. Meglio tardi che mai!
Come si può desumere il Consorzio di Bonifica si trova a gestire un’ingente quantità di denaro pubblico nonché a fornire reddito a circa 4000 persone. Lasciando un attimo da parte i risultati tangibili delle operazioni messe in campo, è necessario porre la massima attenzione su come vengono spese le notevoli somme messe a disposizione di tale ente sottoposto al controllo regionale.
Già la scorsa legislatura, abbiamo spesso espresso forti dubbi sull’operato dell’amministratore unico Musacchio che, ricordiamo, è stato nominato dal già presidente Pittella. In una ricognizione fatta durante la X legislatura appurammo che il solo consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto, nel periodo 2014-2018 (primi mesi) aveva corrisposto, per servizi legali e/o tecnici, somme per più di 1 milione di euro, mentre quello del Vulture Alto Bradano, circa 900 mila euro. Ricordiamo pure lo strano caso dell’affidamento ad un legale esterno da parte del Consorzio di Bonifica Vulture Alto Bradano, legale che risultava condividere lo studio con lo stesso Avv. Musacchio.
Dalla precedente maggioranza non sono mai arrivate risposte alle nostre domande sull’operato di Musacchio. Ora siamo curiosi di vedere cosa avrà da dire la compagine “bardiana” del presunto “cambiamento”.
In ballo oltre a milioni di euro, alla dignità e al reddito per migliaia di famiglie, c’è anche la speranza di tante altre che attendono ancora, da troppo tempo, un lavoro degno di questo nome. E noi torniamo a chiedere con forza attenzione, oculatezza, onestà e trasparenza nell’impiego dei soldi pubblici da parte della Regione Basilicata, del Consorzio di Bonifica e degli altri enti pubblici sub regionali e non.