Marino Maria Contaldo, Segretario PD Ferrandina: “Giochi di prestigio e i “nuovi terroni” della Lega. Anche in Basilicata”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
La parola “Nord” è stata cancellata dal nome del partito e gli insulti a tutto il Mezzogiorno fortemente ridimensionati, anzi, per il momento occultati dietro un nazionalistico “prima gli italiani”.
Ma le idee di fondo restano tutte, anche se qualcuno da Roma in giù ha dimenticato il motivetto intonato solo qualche anno fa dal “capitano” della Lega. Era il 2009, mica il 1909 e Salvini a Pontida, definiva i meridionali “colerosi, terremotati e puzzolenti”.
Ed era il 2012, mica il 1912 quando dichiarava a mezzo social “Dire prima il nord è razzista? I razzisti sono coloro che da decenni campano come parassiti sulle spalle altrui.” oppure “La Lombardia e il Nord se lo meritano l’Euro, io a Milano lo voglio, perché qui siamo in Europa. Il Sud invece deve avere un’altra moneta, è come la Grecia.”
Beh, se qualcuno l’ha dimenticato, è bene ricordarglielo.
Salvini è riuscito nell’intento di ripulirsi l’immagine (ma non la coscienza) senza alcun atto concreto, senza alcuna capacità particolare, se non quella correlata ad una propaganda qualunquista, populista e pericolosa. Come quando giura sul Vangelo, salvo poi tirare fuori i muscoli davanti ad un gruppo di disperati, ammassati su una nave e allo strenuo delle forze.
E se tanto mi da tanto è facile intuire come sia cambiato il bersaglio, ma la strategia sia praticamente la stessa. I terroni 2.0 oggi sono i migranti. “Puzzolenti, scansafatiche e delinquenti”, nonché rei di “contaminare” l’Italia e rubare risorse agli italiani.
Sostituisci il Nord con l’Italia e i terroni con i migranti e il gioco di prestigio è riuscito.
Ecco allora che il vento del populismo, della demagogia e la pratica ormai usuale di parlare alla pancia della gente, di illuderla con chimere e promesse irrealizzabili soffia pericolosamente anche sulla nostra Regione.
Non dimentichiamoci però che l’esito elettorale di qualche mese fa è stato un voto espressione di una classe omogenea; espressione, purtroppo, della parte del Paese più sofferente, emarginata e priva di forza. Diciamocelo chiaramente: il voto del quattro marzo è stata l’espressione di una rabbia che cresce dal basso e la Lega ha raccolto, in parte, i frutti di questo voler “rovesciare il tavolo” dei cittadini. Anche di quelli lucani.
Per questo non possiamo far finta che nulla sia accaduto.
Il PD in Basilicata non può e non deve ripartire da strategie politiche da costruirsi dentro la propria bolla di vetro. Perché abbiamo bisogno di tornare tra la gente, di far scegliere alla gente, di tornare a immaginare il centro sinistra come un laboratorio di idee e azioni concrete in grado di costruire i luoghi di una partecipazione che decide, anche attraverso permanenti forme di democrazia diretta, senza continuare a confondere l’ orgoglio dell’appartenenza partitica con l’errore dell’arroganza e la presunzione.
Nei territori e nella società, vivono le forme più diverse di aggregazione sociale e politica che rappresentano una immensa ricchezza per la democrazia e per la Basilicata. Rappresentano un valore aggiunto importante da cui ripartire.
Bisogna avere l’umiltà di provarci, l’umiltà di coinvolgere anche e soprattutto i giovani.
Di ascoltarli. Di mettere al centro di un nuovo modello di sviluppo la loro creatività, forza intelligenza e fantasia.
Ci serve un netto nuovo investimento sul capitale umano, a cominciare dai giovani, o non ce la faremo mai.
Un investimento non solo e non tanto sulle élites dei giovani, sui “figli di” ma sul “popolo” dei giovani inteso come capitale umano a trecentosessanta gradi.
Lo sappiamo. Non è facile lottare contro i giochi di prestigio ed il populismo di chi ha sostituito i terroni con i migranti ed il Nord con l’Italia.
Però non possiamo mollare proprio adesso.
Nella foto Marino Maria Contaldo, Segretario PD Ferrandina e il leader della Lega, Matteo Salvini