È ufficiale: Giuseppe Conte ha rassegnato le dimissioni. Trenta minuti al Colle per comunicare la decisione di lasciare il governo al capo dello Stato. Che si è riservato di decidere e “ha invitato l’esecutivo a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti”. Da domani pomeriggio inizieranno le consultazioni per la formazione del nuovo governo. La lunga e amara giornata di Conte è iniziata alle 9 con l’ultimo Consiglio dei ministri dell’esecutivo giallorosso. “Ringrazio ogni singolo ministro, per ogni giorno di questi mesi insieme”, ha detto alla sua ormai ex squadra di governo. “Sostegno e compattezza”, hanno risposto i capi delegazione delle forze di maggioranza, Alfonso Bonafede (M5S), Dario Franceschini (Pd) e Roberto Speranza (Leu). Poi un lungo applauso ha chiuso il Consiglio dei ministri. A mezzogiorno la seconda tappa della giornata di Conte: puntuale è salito al Colle aprendo così una delicata crisi di governo. Poi in Senato e alla Camera per comunicare ai presidenti, Elisabetta Casellati e Roberto Fico, di aver rimesso il mandato al presidente della Repubblica. Da questo momento in poi, tutti gli scenari che dovrà valutare il capo dello Stato sono possibili. Prima però Sergio Mattarella avvierà consultazioni lampo con tutte le forze politiche, dal reincarico al premier uscente per un “ter”, come sperano Pd, M5s e Leu, fino alla soluzione estrema dello scioglimento delle Camere.
Su Renzi, solo un breve commento della vicepresidente del Pd, Deborah Serracchiani: “Nessuno può mettere veti a nessuno e in politica mai dire mai”. Intanto, l’avvocato deve trovare una soluzione in tempi rapidi. Conte spenderà le prossime 48 ore nel tentativo di sopravvivere anche a questa crisi. Sa di avere soltanto due giorni per favorire la nascita di un gruppo di “costruttori” e ottenere l’incarico a formare un esecutivo di “salvezza nazionale”. Sostiene di aver parlato personalmente con dodici responsabili. Ma è consapevole anche che finora nessuno si è manifestato alla luce del sole. Se non dovessero farlo prima di mercoledì pomeriggio, l’impresa diventerà quasi impossibile.
L’avvocato giocherà al buio la sua partita più rischiosa. Lo scenario che si apre porterebbe, almeno nelle intenzioni dei giallorossi, a un Conte ter, sostenuto da una maggioranza parlamentare più ampia. Il Movimento 5 stelle ‘blinda’ il premier. Per Luigi Di Maio questo “è il momento della verità, in queste ore capiremo chi difende e ama la Nazione e chi invece pensa solo al proprio tornaconto”, ha scritto su Facebook. Anche il Pd fa quadrato attorno a lui, stessa cosa Leu. Matteo Renzi al momento tace: ed è in programma per questa sera, alle 22.30, una assemblea dei gruppi parlamentari. Il centrodestra va all’attacco: i leader di Lega, FdI e il vicepresidente di Forza Italia si vedono oggi, in un vertice allargato anche ai centristi dell’Udc, ai totiani di Cambiamo e a Noi con l’Italia. FI da sola alle consultazioni? “Vediamo quali saranno le valutazioni che verranno fatte nella riunione”, ha commentato Antonio Tajani ribadendo: “Se tutti i migliori si mettono assieme per affrontare l’emergenza con un governo di unità nazionale stabile e serio” Forza Italia è d’accordo, “altrimenti per assicurare un governo serio lo strumento è il voto. Non c’è nessuna possibilità che Forza Italia esca dal centrodestra”.