“A seguito del pieno mandato che il Consiglio regionale ha conferito alla giunta per affrontare le problematiche insorte a seguito della sottoscrizione nel giugno 2006 di due contratti derivati, molta strada è stata fatta, soprattutto per fornire all’assemblea una serie di elementi chiari sulla vicenda”.
Il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella ha iniziato così – nella seduta odierna del Consiglio regionale – il suo intervento sulla questione dei contratti derivati.
“I contratti – ha spiegato il governatore – sono stati esaminati sia dal punto di vista finanziario che legale ed è stato chiarito che trattasi di un contratto sottoscritto dalle parti e sottoposto, per espressa volontà delle stesse, alla giurisdizione inglese”. Il presidente ha spiegato che “dal punto di vista normativo” esiste un divieto per l’ente “di rinegoziare il contratto, a meno che non sia modificata la passività sottostante: in caso contrario la Regione potrà effettuare la chiusura anticipata totale o parziale del contratto derivato”.
Sul fronte operativo, al fine “di verificare gli aspetti censurabili della condotta delle banche coinvolte, l’Ente ha formulato un esposto a Consob e Banca d’Italia”.
“Sull’opportunità di sospendere il pagamento delle rate – ha continuato il presidente Pittella – è stato spiegato che, in vigenza di contratto, il mancato pagamento equivale all’inadempimento dell’obbligazione, salvo il caso in cui lo stesso è dichiarato nullo: valutazione questa di competenza esclusiva del giudice inglese, il quale può essere adito dalle banche anche al contrario, cioè per confermare la validità dello stesso. Dal punto di vista più strettamente finanziario – ha proseguito – i flussi scambiati tra la Regione e le controparti bancarie derivano espressamente dal contratto, che avendo fatto confluire nelle casse dell’Ente circa 218 milioni di euro, ha previsto anche le modalità della restituzione degli stessi”.
Il presidente, quindi, ha evidenziato che “allo stato attuale l’Ente potrebbe contestare alle banche sia la quantificazione della perdita effettiva che la Regione Basilicata sta subendo a seguito della sottoscrizione del contratto, determinata in 2 milioni 500 mila euro e dovuta essenzialmente al margine applicato sull’operazione non esplicitato al momento della sottoscrizione del contratto, sia la duplice funzione di consulente e di controparte contrattuale assunta da una delle banche”.
Il presidente ha poi illustrato i procedimenti che potranno essere avviati. Il primo percorso prevede “l’estinzione anticipata del contratto con relativo ristoro delle perdite: tale soluzione sembra percorribile primariamente con una delle due controparti rivelatasi la più sensibile agli esposti inviati dalla Regione. L’Ente, per scongiurare coinvolgimenti coattivi presso la corte inglese minacciati dalla banca a seguito degli esposti, ha già tentato di instaurare una trattativa per l’estinzione anticipata. L’altra controparte, seppure interpellata, non ha dato corso a nessuna trattativa poiché risulta in qualche modo commissariata dalla casa madre”. Il secondo procedimento, invece, contempla “l’invio di un esposto alla Corte dei Conti per denunciare il presunto conflitto di interessi insorto a seguito del doppio ruolo di advisor e di controparte contrattuale assunto dalla controparte (Dexia) nella fase di contrattazione”.
Il presidente, nel concludere la comunicazione ha sottolineato “il lodevole lavoro di recupero svolto relativamente ad una vicenda che risale al 2006: si tratta di un impegno che serve a fare chiarezza non solo per l’ente, ma anche verso l’esterno, a fronte di tutto quello che è stato detto in questi mesi e che da oggi si potrà ricondurre ad uno studio di merito”.