La prima Commissione consiliare (Affari istituzionali) presieduta da Pasquale Cariello, riunitasi in modalità telematica, ha audito l’amministratore unico di Acquedotto lucano, Giandomenico Marchese, la dirigente generale della Stazione unica appaltante della Regione Basilicata, Liliana Santoro, i rappresentanti sindacali di Cgil, Fp Cgil e Fiom Cgil, Vitalba Acquasanta della Confapi di Matera, in merito all’applicazione del Ccnl ai lavoratori addetti alla conduzione degli impianti di depurazione di proprietà dell’Acquedotto lucano ed alla successiva richiesta di proproga.
Seduta interlocutoria, sebbene intensa, della prima Commissione che, su proposta del presidente Cariello, ha deciso di attendere gli esiti dell’incontro previsto per oggi pomeriggio tra le parti sociali e datoriali, Acquedotto lucano e con la fondamentale presenza dell’Ispettorato del Lavoro di Potenza e Matera, esiti relativi alla necessità di trovare un punto di accordo circa la possibilità tecnica di giungere all’applicazione del contratto di lavoro più consono ai lavoratori addetti alla depurazione. “Qualora si addiviene alla stesura di un documento condiviso – ha detto Cariello – la prima Commissione ne prenderà atto e si adopererà per quanto di sua competenza affinchè la situazione si risolva nella piena soddisfazione di imprese, lavoratori e, soprattutto, del territorio”.
Le problematiche poste in evidenza dal sindacato relativamente ai lavoratori addetti alla conduzione degli impianti di depurazione riguardano “l’applicazione scorretta del Contratto collettivo nazionale di lavoro di settore che li penalizza sul piano economico e ne condiziona la tutela e la sicurezza. Il codice degli appalti prevede in tema di determinazione del costo del lavoro che lo stesso sia determinato ‘sulla base dei valori economici definiti dalla contrattazione collettiva del settore di riferimento. Nei ‘Principi per l’aggiudicazione e l’esecuzione degli appalti’ è previsto che l’individuazione del contratto nazionale di riferimento sia strettamente connesso con l’attività oggetto dell’appalto e in aggiunta l’art.50, prevede da parte dell’aggiudicatario l’obbligo dell’applicazione dei contratti collettivi di settore di cui all’art.51 del d. lgs. 81/2015 (ripreso anche nel disciplinare di gara al punto 33). Acquedotto lucano è socio di maggioranza e il servizio di conduzione degli impianti di depurazione dell’intero territorio regionale è appaltato a imprese e società esercenti servizi ambientali. Nel settore ben definito, esiste un contratto identitario che individua con precisione ruoli, mansioni e costi per la sicurezza degli addetti agli impianti. Il contratto è stato stipulato dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale e attestato anche dal Ministero del Lavoro, comprensive della validazione delle Tabelle di costo ai fini della predisposizione delle offerte nelle gare di appalto. Le suddette problematiche di scorretta applicazione dei contratti di lavoro di settore assume un valore ancora più stringente a seguito della sottoscrizione del Protocollo di intesa sulle Misure preventive anti-contagio Covid – 19 per i servizi ambientali – Indicazioni per la tutela della salute dei lavoratori negli ambienti di lavoro – sottoscritto il 19 marzo 2020, molto più rigoroso rispetto ai protocolli firmati per gli altri comparti in virtù della particolarità del lavoro svolto. La Suarb ha sbagliato nel non contemplare tutta la casistica in merito e resta il fatto che il contratto da applicare, in quanto più affine al lavoro svolto, è il Contratto collettivo nazionale di lavoro – Fise ‘Igiene e ambiente’, anche attraverso una perequazione, tutelando il costo del lavoro e l’interesse delle imprese aggiudicatarie”.
Acquasanta della Confapi di Matera, viveversa, ha sostenuto che “l’intervento del sindacato è tardivo e doveva essere posto in essere al momento della predisposizione del bando, non ora ad aggiudicazione avvenuta. Si applica, pertanto, in contratto in uso, quello dei metalmeccanici, da cui non si può transigere. In quanto alle norme di sicurezza – ha detto – concernono alla legge di riferimento e le imprese sono le prime a tenerle nel debito conto. La proroga richiesta, inoltre – ha concluso – non può essere concessa procrastinando la consegna dei lavori alle imprese appaltatrici. Confapi tuttavia – ha detto ancora Acquasanta – è d’accordo nel trovare un punto di incontro e di conciliazione, pur ritenendo che il contratto dei metalmeccanici sia il più consono, salvaguardando tutti i livelli di sicurezza. Non vi sono preclusioni da parte nostra – ha concluso – né si vuole osteggiare la eventuale soluzione che dovrà prevedere soluzioni contrattuali tecniche reali che al momento sono di difficile individuazione”.
Santoro dirigente della Suarb ha detto che “il Dipartimento regionale ha operato in ossequio alle sue competenze che si limitano alle fasi di esplicazione della gara, tenendo quale riferimento improcrastinabile il quadro normativo che tiene conto dei contratti di settore e della clausola sociale, nel rispetto delle indicazione europee e di tutte le diciture imposte dall’Anac per il disciplinare e lo schema di contratto”.
Marchese di Aql ha auspicato “di trovare una soluzione nell’immediato attraverso l’intervento dell’Ispettorato del lavoro e di non lasciar cadere l’opportunità data dall’approvazione di un bando che prevede una contrattualizzazione per la durata di 5 anni. Aql esce fuori da mesi di proroghe – ha affermato – e bisogna ammettere che con la gara della Suarb sono stati fatti passi in avanti, si tratta ora di trovare un accordo con la regia di Acquedotto lucano tra sindacati e parti datoriali senza aggravi di spesa per le imprese e tutelando i lavoratori. Fermo restando che, oltre a quello metalmeccanico e quello di igiene ambientale, altri contratti non possono esistere, inapplicabile quello multiservizi, occorre trovare una soluzione condivisa. La proposta al momento più plausibile è quella di una armonizzazione dei costi nell’ambito del contratto Fise, altrimenti si andrebbe ad una richiesta di differimento tecnico per avviare i cantieri, differimento che prevede la disponibilità sia delle imprese cessanti che di quelle subentranti. Convocare, dunque, un tavolo con le parti interessate, verificare i contratti in essere e definire entro 30 giorni quello di riferimento definitivo”.
Per la parte politica è intervenuto il consigliere Bellettieri (Fi) che ha parlato di “fallimento della procedura delle proroghe e dei differimenti. Il tempo delle mele – ha rimarcato – è finito e non bisogna più assistere al fallimento di prese di posizioni tardive ed incongruenti. La consuetudine della proroga – ha continuato – è un danno per tutti ed occorre trovare un accordo prima che il bando di gara venga espletato. Ora il problema deve essere risolto in tempi brevissimi”.
Il consigliere Acito ha sottolineato come “diviene difficile snaturare una gara già espletata e, quindi, l’Amministrazione regionale dovrà porsi quale garante tra organizzazioni sindacali e Suarb per le gare da espletare in futuro”.
La prima Commissione ha, quindi, preso in esame l’istanza presentata dallo studio legale Tomasicchio circa la situazione del personale disabile presso il Comune di Pisticci (Matera) con contratto a termine e part time avente scadenza il 28 febbraio 2021. La nota inviata al Comune di Pisticci, alla Regione Basilicata e al dipartimento Politiche della persona alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e all’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità.
“I miei assistiti – dice l’avv. Alba Tomasicchio – sono lavoratori diversamente abili, tutti assunti con contratto a termine e part time del 18 marzo 2018. A seguito di un periodo formativo e di orientamento di 24 mesi (denominato Moire) e dopo aver superato la selezione pubblica indetta dal Comune di Pisticci del 1° agosto 2017, nell’ambito di un progetto di inserimento lavorativo di 11 disabili finanziato dalla Regione Basilicata. Per tutti il contratto a termine del 18 marzo 2018 della durata di 12 mesi, è stato prorogato dapprima in data 1° marzo 2019 per ulteriori 12 mesi e, successivamente, in data 28 febbraio 2020 per altri 12 mesi e, quindi, fino al 28 febbraio 2021. A breve questi lavoratori vedranno cessare ogni tipo di rapporto lavorativo con il Comune di Pisticci per scadenza del termine e l’Ente comunale non ha manifestato alcuna intenzione di dare seguito ai rapporti di lavoro ad oggi in essere. Di chiede di voler valutare e porre in essere – conclude l’avv. Alba Tomasicchio – tutte le più opportune misure e politiche di intervento dirette a consentire la prosecuzione dei rapporti di lavoro in essere tra i lavoratori ed il Comune di Pisticci, affinchè in questo periodo di emergenza sanitaria e sociale tutti i lavoratori disabili, in quanto persone diversamente abili, socialmente ed economicamente più vulnerabili, possano ricevere tutte le tutele che il caso di specie richiede”.
Il presidente Cariello, a nome della Commissione, si è riservato di approfondire la vicenda per comprendere come la Regione può intervenire per una soluzione del problema, anche attraverso una esaustiva interlocuzione con il Comune di Pisticci, in modo tale da individuare le eventuali carenze nella pianta organica dell’Ente e capire laddove i lavoratori in questione possono essere utilizzati, essendo, come specificato dall’avv. Tomasicchio, nelle più assolute capacità di adempiere al compito affidato.
Hanno preso parte ai lavori della prima Commissione, oltre al presidente Cariello (Lega), i consiglieri Acito e Bellettieri (Fi), Trerotola (Pl), Quarto, Baldassarre e Vizziello (Fdi), Cifarelli (Pd), Polese (Iv), Leggieri (M5s).