“La Basilicata che abbiamo in mente e che vogliamo rappresentare è quella fatta da donne e uomini pragmatici che chiedono alla politica di sporcarsi le mani, così come diceva Don Lorenzo Milani, per risolvere i problemi e non di esserne parte”. Così ha dichiarato il segretario regionale di Azione, Donato Pessolano, nel suo intervento di apertura al convegno “Basilicata Domani” organizzato dal suo partito.
“Per fare questo – ha continuato Pessolano – dobbiamo essere pronti anche a rinunciare a qualcosa di noi, a superare quel politicismo che immobilizza l’azione dei partiti, a non perderci nell’inutile tatticismo, a valorizzare le migliori esperienze del passato e liberare le nuove energie che ci permettono di essere al passo con i tempi. La società lucana negli ultimi quattro anni è cambiata più volte, la pandemia non ha fatto altro che accelerare questo processo. Se non sapremo interpretare questo cambiamento allora avremo fallito la nostra missione.
Quando nel 2019 abbiamo fondato Azione in Basilicata ci siamo dati un obiettivo: dare respiro ad una nuova storia. Il nostro modo di fare politica è questo, non abbiamo alternative. O meglio, le alternative ci sono, ma non sono né Azione e né la coalizione riformista, fatta da esperienze e visioni liberali, democratiche, cattoliche e civiche, che vogliamo mettere in campo. Le alternative sono l’immobilismo ed il populismo, la demagogia e il disfattismo. Perché la competizione vera alle prossime elezioni regionali non sarà solo tra le coalizioni ma tra passato e futuro, tra progresso e regresso, tra libertà e paure”.
” Quanto alle prossime regionali – ha aggiunto il leader di Azione – non mi sottraggo certo al commento. Sappiamo bene il nostro valore, conosciamo il nostro peso elettorale e la capacità che hanno le nostre classi dirigenti di avanzare proposte e programmi. Così come conosciamo bene la regola del gioco, la legge elettorale, che richiede ampie coalizioni per poter vincere la competizione. Non ci interessano i nomi, non ci interessa dire se la leadership deve essere espressione di Potenza o di Matera, non ci interessano i cognomi. A noi interessano i programmi e le proposte che andranno a definire la postura della coalizione. Sia essa di destra che di sinistra. Se ci saranno queste basi allora sceglieremo, se ci sarà un candidato spendibile e autorevole noi la sosterremo. Ma serve un patto chiaro, perché questa Basilicata che le forze riformiste vogliono rappresentare ha bisogno di un rinnovamento nei meriti e nei metodi dell’azione politica. Non sono uno che si appassiona alle rottamazioni se sono solo slogan, così come non mi interessa fare tabula rasa in nome di una presunta diversità. Penso però che la politica, tutta, debba uscire fuori dai palazzi, smetterla di raccontarsi storie rassicuranti, e guardare in faccia la realtà della Basilicata. Quella che ogni giorno le lucane e i lucani vivono. Perché noi vogliamo fare la Basilicata più libera e più forte, senza dimenticare chi siamo stati ma senza perdere di vista chi vogliamo essere domani”.