“La Basilicata è stata la prima regione ad aver superato i manicomi giudiziari attraverso l’attivazione di una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems) allo scopo di garantire la detenzione, unendola però a percorsi terapeutico-riabilitativi”
“Nel corso degli ultimi anni, in una prospettiva di continuità rispetto al percorso iniziato con la legge 180, abbiamo assistito a una vera e propria rivoluzione che si è manifestata con un nuovo approccio verso i pazienti e con l’introduzione di farmaci più efficaci”.
Lo ha detto stamane la vicepresidente e assessore alle Politiche per la persona della Regione Basilicata, Flavia Franconi, intervenendo al convegno “Inclusione: all’inizio fu Basaglia”, organizzato da Asm e Asp nell’Auditorium “Moscati” dell’Ospedale Madonna delle Grazie di Matera. Evento che ha visto la partecipazione dei commissari delle aziende sanitarie, Giuseppe Montano e Giovanni Chiarelli, di uno dei più stretti collaboratori di Franco Basaglia, Franco Rotelli, del direttore del dipartimento Salute mentale dell’Ausl di Parma, Pietro Pellegrini, e degli specialisti della materia delle aziende sanitarie lucane, Domenico Guarino e Pietro Fundone.
“Siamo stati innovativi – ha aggiunto Franconi – quando abbiamo creato i dipartimenti di salute mentale e dobbiamo essere orgogliosi, in quanto la Basilicata è stata la prima regione ad averlo fatto, di aver superato i manicomi giudiziari attraverso l’attivazione a Tinchi della Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems) allo scopo di garantire la detenzione, unendola però a percorsi terapeutico-riabilitativi.
Dobbiamo essere sempre più inclusivi per vincere insieme uno degli aspetti più difficili da fronteggiare della malattia mentale, lo stigma sociale. Senza un inserimento lavorativo delle persone che vivono problematiche di natura psichiatrica, non possiamo parlare di vera inclusione. A tale riguardo – ha concluso la vicepresidente – desidero ringraziare la Lucana Film Commission che ci offre la possibilità di chiudere il convegno con la proiezione di un filmato incentrato proprio sulle storie di tre persone lucane con malattie mentali che hanno trovato lavoro in una comunità terapeutica, in una mensa scolastica e in una biblioteca comunale”.
Nel corso dell’iniziativa, a quarant’anni dall’introduzione della legge che porta il suo nome, è stata ricordata la visione di Franco Basaglia: la sua idea di istituzioni che da luoghi chiusi dovevano diventare comunità aperte e democratiche ispirate dai principi della Costituzione, da un’idea di welfare universalistico e dalla pratica continua dell’inclusione. Tutto questo per garantire il rispetto della dignità di persone da sostenere lungo il percorso di vita, non solo nella cura della malattia, in una logica estesa a tutte le sfere: casa, famiglia, scuola, interazioni sociali, lavoro.