Mettere in una sala un migliaio di persone nella serata dell’ultimo sabato di luglio è un “miracolo politico” che, specie nei tempi di sfiducia per la politica (oltre al tempo della vacanza), richiede doti paranormali. C’è riuscito l’assessore regionale all’agricoltura e coordinatore di Centro Democratico Nicola Benedetto che ieri a Policoro, nella più ampia sala conferenze dell’hotel Marinagri, ha tenuto un’affollatissima convention con la presenza di una ventina di sindaci, una trentina di consiglieri comunali, rappresentanti di associazioni di volontariato, comitati popolari, organizzazioni del mondo agricolo, di partiti (Pd, IdV, Pdci, Psi, Pdl, partiti di centro e di centro-destra) e soprattutto cittadini, venuti persino da Terranova del Pollino, che hanno sacrificato il sabato per incontrarlo ed ascoltarlo.
E il primo messaggio forte (per consensi popolari) e chiaro (per linguaggio da padre di famiglia) è arrivato – via facebook con le foto della convention – simultaneamente alle orecchie e agli occhi della nomenklatura del Pd riunita a Potenza – anch’essa in una sala d’albergo piena, in questo caso, solo di dirigenti di partito – superando finalmente le ultime resistenze sulle primarie. E se qualcuno le prevede “all’ultimo sangue” per il clima tutt’altro che pacifico interno al Pd, il clima che si respirava a Policoro (grazie anche all’aria condizionata) è stato, al contrario, di entusiasmo, partecipazione attiva, solidarietà e amicizia, voglia di cambiamento vero. Al punto che sino a notte alla convention hanno parlato in tanti – sindaci, casalinghe, agricoltori, pensionati e giovani – per far sentire l’incoraggiamento a Benedetto.
Il leader di Centro Democratico ha usato il suo abituale linguaggio diretto ripercorrendo le tappe che hanno prodotto lo scioglimento anticipato del Consiglio (“De Filippo, persona di spessore politico e morale, ha dovuto fare una scelta dolorosa”) e l’indizione di nuove elezioni per rispondere alla domanda centrale, parola d’ordine dell’iniziativa: Quale futuro per la Basilicata (povera o ricca?). “Non credo che ci siano più in giro statisti come quelli delle epoche passate e non credo che – sostiene Benedetto – la Basilicata ne abbia bisogno. La gente che incontro quotidianamente per i problemi di quotidiana sopravvivenza chiede pragmaticità e buon senso che sono poi i principi che hanno ispirato la mia attività di assessore in meno di 100 giorni dall’insediamento attraverso un impegno giorno dopo giorno per la soluzione dei problemi scontrandomi con un apparato burocratico che vorrebbe frenarmi anche se sono caparbio e non mollo mai”. Il leit-motiv – non a caso lanciato in una serata di mezza estate e non in campagna elettorale – è anch’esso semplice: “ci aspettano ancora lunghi anni di crisi perché una generazione si sta giocando il futuro dei propri figli. Non possiamo permetterlo”.
Poi lasciando il tono pacato al microfono ha fatto sentire una voce “arrabbiata”: “non sono disponibile a partecipare, come è avvenuto nell’ultimo incontro di Potenza di cosiddetti centristi, a manovre e strategie che hanno come unico obiettivo l’occupazione di posti e la sistemazione di destini personali. Abbiamo già molto da fare per superare uno sfrenato individualismo che tanto nuoce al destino collettivo delle nostre comunità per pensare a queste cose”. E da qui la proposta, accompagnata da applausi scroscianti : un’alleanza di gente per bene che superi gli steccati ideologici di destra, sinistra, centro, che sprigioni aria diversa e cultura diversa con un’unica motivazione che è quella di servizio per la nostra regione. Quanto alle idee programmatiche – rilanciate anche da Pasquale Lionetti, coordinatore di Cd ed altri dirigenti di partito, tra cui Rossana Florio – si punta a scrivere un “Manifesto di buone idee” per lo sviluppo responsabile della Basilicata nel quale troveranno spazio le proposte per costruire un nuovo modello di sviluppo e di crescita sociale e per contribuire ad affermare un’economia moderna e sostenibile rispettosa delle persone, dei territori e con lo sguardo sempre rivolto alle nuove generazioni. “Il primo sforzo da compiere – dice Benedetto – è quello di ridurre le sempre più intense disuguaglianze sociali e garantire a tutti, e in particolare ai giovani e alle donne, opportunità di lavoro e crescita professionale”. E alla fine, stringendo tantissime mani, Benedetto ammette: ho avuto coraggio e buona dose di presunzione nell’organizzare l’incontro. Ma sono stato ampiamente ripagato da sincero affetto e da una voglia di partecipare che non intendo deludere.
Lug 28