Da qualche giorno stiamo assistendo attoniti alla tragedia che sta colpendo l’Emilia Romagna e le alte Marche, dove alcuni centri abitanti sono sommersi dall’acqua, altri sono stati interessati da frane e smottamenti. Nell’esprimere la sincera vicinanza alle vittime, è doveroso interrogarsi sulle misure di prevenzione che avrebbero potuto se non evitare, quanto meno arginare il pericolo e limitare i danni.
Il 3 Maggio 2014 rappresenta una data emblematica per i cittadini marchigiani, in particolare modo quelli di Ancona, colpita da uno straripamento del fiume Misa che devastò la città. Fu allora che il governo Renzi decise di istituire la missione “ItaliaSicura”. Quest’ultima consisteva in un finanziamento pari a circa 9,8 miliardi di euro con cui, per la prima volta, mettere in sicurezza oltre 9 mila opere.
Peccato però che i pochi provvedimenti utili e veramente necessari per il Paese diventino il pretesto per attuare una vera e propria “damnatio memoriae” nei confronti degli atti del precedente esecutivo. Cosi, nella nuova legislatura l’unità di missione e’ stata chiusa, sostituita dal nulla.
“Italiasicura” è frutto non solo di una saggia cultura della prevenzione del dissesto idrogeologico portata avanti dai governi Renzi e Gentiloni, ma anche di investimenti in infrastrutture idriche ed edilizia scolastica, necessarie nel nostro Paese.
Nel corso degli anni i risultati sono stati straordinari e questo perché, oltre alla risorse economiche, si é voluto mettere in campo anche un processo di semplificazione del lungo e complicato iter burocratico per aprire un cantiere.
A livello regionale, sappiamo che il nostro territorio è caratterizzato da fenomeni franosi e molti sono i comuni lucani a rischio idrogeologico, individuati dal Ministero dell’Ambiente. I nostri consiglieri regionali, Luca Braia e Mario Polese, hanno più volte sottolineato la rilevanza dell’argomento, chiedendo lo stato di attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico e l’accelerazione di quei progetti non ancora realizzati per la messa in sicurezza del territorio regionale.
La frana di Maratea dello scorso Dicembre ci ricorda che non si può più aspettare. Alla presidente Meloni chiediamo di riattivare l’unità di missione “Italiasicura” con una struttura tecnica in grado di identificare le priorità e programmare le opere che necessitano di messa in sicurezza. In Italia servono infrastrutture di difesa per adattarci al cambiamento climatico, non meri calcoli di probabilità. La sicurezza e la salute degli italiani viene prima di tutto.