I capigruppo di Idea-Cambio e Fratelli d’Italia al Comune di Potenza, Antonio Di Giuseppe e Michele Napoli in una nota esprimono alcune riflessioni in vista dell’ingresso dall’1 marzo 2021 della Basilicata in zona rossa per l’emergenza sanitaria. Di seguito la nota integrale.
Dall’1 marzo 2021 la nostra regione ritornerà in zona rossa, una decisione che ha destabilizzato molti e catapultato nuovamente un intero territorio in piena crisi economica, queste le parole dei capigruppo al comune di Potenza Antonio Di Giuseppe (Idea-Cambiamo) e Michele Napoli (Fratelli d’Italia).
I dati in base ai quali il ministero della salute ha disposto per due settimane il blocco totale delle attività economiche non essenziali hanno evidenziato un balzo dell’RT da1,04 a 1,51. Un elemento che preso da solo desta la giusta preoccupazione e porta a ritenere come opportuna la decisione arrivata da Roma, ma che, parametrato al numero dei tamponi giornalmente eseguiti, a quello dei nuovi contagiati e a quello dei ricoveri gravi, contrasta con la realtà dei fatti. Da alcune valutazioni risulta infatti che l’aumento dei contagi in regione è stato registrato per il 30% negli ambienti scolastici. Un aspetto che non andava sottovalutato e che avrebbe richiesto non solo una maggiore attenzione da parte della stessa regione ma soprattutto interventi tempestivi, come il ritorno alla didattica a distanza, che avrebbero evitato, forse, di giungere a questo risultato. L’aver tralasciato questo aspetto ci ha portati ad una Misura di contenimento del contagio generalizzata e che, come tale, è risultata, comprensibilmente, eccessiva per molti. Non si può, proseguono i due consiglieri, colpire indistintamente tutto il tessuto economico ed imprenditoriale regionale. Non si può penalizzare per la seconda volta chi, con mille sforzi, anche con il sostegno che le amministrazioni locali hanno messo in campo, sta cercando ancora oggi di uscire a piccoli passi da un’emergenza economica senza precedenti. Ci sembra normale, continuano di Giuseppe e Napoli, non aggravare con misure troppo stringenti coloro che stanno provando in ogni modo a sopravvivere, a recuperare una parvenza di normalità nonostante le innumerevoli difficoltà del momento. Non possiamo far morire una regione che ha visto solo nel 2020 la chiusura di circa 2500 aziende. È una catena che deve essere interrotta;bloccare la nostra economia significa non solo fermare chi con coraggio ha deciso di fare impresa nella nostra terra ma soprattutto continuare ad impoverire la nostra gente. È necessario chiedere a gran voce la revoca dell’ordinanza ministeriale e iniziare ad invertire la rotta del piano vaccinale nazionale. Bisogna cominciare, concludono i due capigruppo, ad accelerare con le vaccinazioni delle categorie più a rischio, dei malati gravi, di chi non può permettersi di restare a casa se vogliamo cercare, nel nostro piccolo, di uscire da questo incubo e rialzarsi più forti di prima.