Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani e Membro del Consiglio generale del Partito Radicale (giunto al trentaquattresimo giorno di sciopero della fame dal 10 marzo e al sesto giorno dalla ripresa dell’iniziativa nonviolenta datata 17 aprile): “Non siamo ‘Immuni’ al virus del totalitarismo”. Di seguito la nota integrale.
In queste ore ripenso alle aspre critiche che lo scrittore cinese Wang Fang ha rivolto ai satrapi del PCC (Partito Comunista Cinese) e avrei voglia di indirizzare anch’io una missiva ai satrapi di casa nostra, a chi dall’iperuranio in cui vive sforna DPCM, Decreti Ministeriali, circolari e ordinanze a getto continuo. Ben 131 in meno di due mesi, come hanno sottolineato Maurizio Turco e Irene Testa, rispettivamente segretario e tesoriere del Partito Radicale.
Che Paese siamo? Che paese è quello che si accinge a celebrare il 25 aprile? Quale 25 aprile? Quale Repubblica, verrebbe da aggiungere?
Se prima di questa epidemia il nostro Stato era Stato canaglia sul piano tecnico-giuridico, nel corso di questi ultimi mesi la situazione si è ulteriormente aggravata.
Sì, siamo uno Stato criminale e lo siamo nella misura in cui, imperterriti, continuiamo a non rispettare il nostro dettato costituzionale; nella misura in cui chi rappresenta le Istituzioni continua a non onorare la Costituzione.
Siamo uno Stato criminale incapace, da troppo tempo, di rispettare la Convenzione Europea dei diritti dell’uomo e la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
Nelle parole e nel quotidiano agire del Ministro Alfonso Bonafede muoiono gli articoli 27 e 111 del nostro dettato Costituzionale; muore la civiltà giuridica di un Paese che dovrebbe essere culla del diritto.
Sì respira un’aria anni ’30 in questa nostra Italia. Un’aria anni ’30 accompagnata da una propaganda di regime che si traduce in attentato ai diritti politici del cittadino.
“Chiunque con violenza, minaccia o inganno impedisce in tutto o in parte l’esercizio di un diritto politico…”, così recita l’art. 294 del c.p.
C’è inganno e c’è violenza in una informazione che si è fatta manganello e megafono nelle mani di un regime totalitario qual è quello cinese.
C’è inganno nelle corrispondenze dalla Cina di Giovanna Botteri e in una informazione, non solo quella del servizio pubblico Rai, che ha esaltato i presunti aiuti cinesi e le parole di chi vorrebbe legare a doppio filo il nostro Paese ai destini della fattoria degli animali di Xi Jinping.
Tra utili idioti, utili covidioti e sardine di stato e di regime, rilanciati a reti unificate, si perde ogni traccia di verità e ogni tentativo di porre al centro del dibattito politico temi quali il rispetto dei diritti umani, l’amministrazione della giustizia, la qualità delle nostre democrazie, i totalitarismi e le nuove incombenti forme di totalitarismo.
Secondo un sondaggio della SWG, oggi la maggioranza assoluta degli italiani considera la Cina come il miglior amico dell’Italia, la Germania un nemico, mentre il 16% degli intervistati ritiene gli Usa addirittura un potenziale nemico.
Alessandro Pinna di Freedoom House, analizzando quel che sta accadendo in Italia, ha opportunamente osservato che la situazione di disagio che stiamo vivendo ha attirato l’attenzione di regimi autoritari, che provano a vendere la assai presunta superiorità dei loro sistemi caratterizzati dalla negazione di democrazia e di elementari diritti umani. Pinna ha tra l’altro affermato: “La consegna di forniture e altri aiuti tanto necessari da parte di Cina, Russia e Cuba è stato esaltata presso il pubblico italiano alimentando una narrazione che incolpa l’Europa della mancanza di solidarietà durante la crisi. Ad un esame più attento, tuttavia, è chiaro che queste iniziative di aiuto autoritario riguardavano più la propaganda che la solidarietà”.
Insomma, cavalli di Troia accompagnati dal coro dei vari Di Battista e da un malinteso senso dell’amicizia manifestato dai Di Maio, Grillo e associati vari.
Cavalli di Troia accompagnati anche, gioverà ripeterlo, da una informazione del servizio pubblico radio televisivo che, incredibilmente, nelle sue narrazioni, omissioni, censure e rimozioni inizia ad assomigliare in maniera sinistra alla CCTV cinese.
Perché in questi tre mesi non abbiamo ascoltato una parola su giornalisti e dissidenti arrestati e medici minacciati dal regime dell’amico Xi Jinping? Perché il Tg1 ritiene prioritario mostrare i canti e i balli da Wuhan e tace sul fatto che a Pechino si può solo “cantare” e “ballare” al ritmo imposto dal PCC?
“Eppure la mia impressione è che pochi funzionari del governo cinese riflettano sui loro misfatti, e tanto meno si dimettano volontariamente a causa loro”, così si esprime Wang Fang nel suo duro J’accuse contro il regime di Pechino e i funzionari del PCC di Wuhan, aggiungendo frasi dure come pietre: “Forse il minimo che il pubblico possa fare sarebbe scrivere una petizione per sollecitare le dimissioni di funzionari che considerano la politica come la loro linfa vitale ma trattano la vita delle persone come sporcizia”.
A 3 mesi dal dichiarato stato di emergenza nazionale, cosa si sta facendo per ripristinare in concreto il rispetto dell’art. 32 della Costituzione? I padroni del vapore e delle app neuronali che governano questo paese si sono accorti che al momento c’è una domanda di salute, un diritto alla salute negato?
Ho davvero la sgradevole sensazione che anche nel nostro paese, dove sempre più monta un dato di democrazia reale, la vita delle persone venga trattata come sporcizia.
No, non siamo affatto immuni al virus del totalitarismo e “Immuni”, ironia della sorte, è il nome della app che gli italiani dovrebbero installare sui loro smartphone. Manco a dirlo, in pochi in questi giorni hanno sottolineato alcuni aspetti inquietanti legati alla scelta della sopracitata app, offerta da una società finanziata anche da capitali cinesi. La app in oggetto, scelta attraverso una procedura alquanto discutibile volendo usare un eufemismo, di certo piace tanto alla grillina Pisano, fervente ammiratrice di Davide Casaleggio e cioè di un signore che sogna, in buona sostanza, di liberarsi del Parlamento. Ricordate quel “forse in futuro il Parlamento sarà inutile”?
A questo punto mi viene in mente, chissà perché, la romantica donna inglese interpretata da Enrico Montesano che canticchiava: “Questo è un paese da cui non esco perché riserva molte sorprese”.
Può capitare, in questo Paese, che il garante dei prezzi dorma e che ci si accorga solo dopo tre mesi che sono in atto vigliacche speculazioni sui prezzi delle mascherine.
Può anche capitare, a dire il vero, che la scuola pubblica o quel che ne resta finisca ostaggio di una Ministra che pontifica dall’iperuranio pentastellato e pentastellare.
Non so se in futuro il Parlamento sarà inutile, ma so, lo ripeto, che la sottile linea di confine tra democrazie reali e totalitarismi va sempre più assottigliandosi e so che il topo de “La peste” circola indisturbato.
Quale 25 aprile? Quale Repubblica? Cosa celebriamo? Temo qualcosa che è stato ridotto a simulacro.
Il mio sciopero della fame con gli obiettivi e le ragioni più volte illustrati prosegue ad oltranza.
La fame di democrazia, diritti umani, verità, giustizia e giustizia sociale, se possibile, in queste ore è ulteriormente cresciuta.