Il professionista policorese Mario Chippari in una nota denuncia una discriminazione registrata in occasione della richiesta del bonus di 600, rigettata in quanto beneficiario di un piccolo importo di una pensione di invalidità. Di seguito la nota integrale.
Sono un geometra lucano, un libero professionista.
Ma sono anche un malato oncologico.
Faccio parte di quella schiera di persone che ha combattuto in silenzio un mostro chiamato “cancro” e vi posso assicurare che durante la mia malattia non ho mai pronunciato questo bruttissimo termine.
Faccio parte di quelle persone che quando hanno bisogno di qualcosa si avvicinano in punta di piedi e la chiedono a bassa voce per non creare disagio ma, forse, anche perché non vogliono la compassione di nessuno.
Perché non piace e perché non è giusto. Ho sempre cercato di rispettare il prossimo e, in particolare, le persone disagiate, in difficoltà. Ho sempre pagato le tasse. Tutte.
Ma mai e poi mai avrei pensato che in questo momento, dove tutti dovremmo aiutare tutti, una categoria come gli “invalidi” (già con tanti problemi perché, appunto, invalidi e soggetti a visite di controllo, terapie, viaggi della speranza e chi più ne ha più ne metta!) fosse così bistrattata e messa ai margini.
Forse siamo da “rottamare” perché “ROTTI” in qualcosa? Di certo nell’umore!
Si, “ci siamo rotti” perché chi dovrebbe tutelarci ci abbandona e, come scrive nei suoi decreti ed emendamenti, aiuta solamente le persone “SANE”.
Da persona “invalida”, cioè “rotta”, percepisco mensilmente una miseria ma, da libero professionista, sono regolarmente iscritto.
E pago le tasse.
In questo momento così difficile in cui avremmo bisogno di aiuto, il Premier Conte ci riempie di decreti, delibere, stanzia tanti fondi.
Ma questi fondi sono proprio per tutti?
Secondo lui si; ma si sa, tra il dire il fare c’è di mezzo il mare.
Secondo il nostro Presidente, il bonus da € 600,00 aiuterebbe a superare la tempesta covid”, salvo poi scoprire, leggendo e rileggendo i decreti, articoli su articoli, che alla categoria “invalidi” si trova una bella sorpresa: non possiamo usufruire del bonus “perché titolari di pensione di invalidità”.
Stessa sorte tocca al bando regionale per i professionisti, che condivide gli stessi criteri nazionali. Scopro, infatti, con grande rabbia e delusione, che il Bonus è riconosciuto a tutti i “lavoratori autonomi e i liberi professionisti che hanno subìto un danno economico da Coronavirus” mentre viene negato ai lavoratori che percepiscono un assegno/pensione ordinario di invalidità, a cui si ha diritto in virtù dei contributi versati e della condizione di grave disabilità compatibile con la prosecuzione dell’attività lavorativa, seppur in forma ridotta.
E’ particolarmente evidente che, a parità di condizioni, chi ci dovrebbe tutelare ci ha negato in modo ingiusto e discriminatorio di usufruire del bonus e quindi negato a noi lavoratori in condizione di maggiore fragilità.
Oltre al danno, la beffa!
Faccio appello al Premier Conte e al Presidente lucano Bardi affinché rivedano questa forma di discriminazione e attuino concretamente quelle misure di inclusione sempre tanto decantate e annunciate.