Anche la Cia-Agricoltori Basilicata, dopo la proposta del presidente nazionale confederale Dino Scanavino rivolta al Ministro Bellanova, è disponibile alla distruzione di prodotti alimentari freschi (frutta, verdura, latte, prodotti caseari) agli ospedali e alle case di riposo-residenze per anziani della nostra regione.
Per la particolare situazione sanitaria ed economica che stiamo vivendo la Cia propone di:
• Modificare quanto prima il programma dando la possibilità di distribuire frutta, verdura, latte ma anche prodotti connessi come yogurt, miele e formaggi agli ospedali e alle case di cura. Sarebbe una risposta immediata a forte impatto economico e sociale, volta ad alleviare le sofferenze delle strutture, con benefici per la salute dei pazienti, e a sbloccare la distribuzione di beni programmati. “Frutta e latte negli ospedali” sarebbe uno schema a indubbio beneficio di imprese e collettività e potrebbe anche prevedere la distribuzione al personale sanitario dei prodotti citati.
• Provvedere alla rapida liquidazione delle forniture già svolte e al rimborso di quelle improvvisamente interrotte.
• Assegnare al capitolo “distribuzione” somme non spese per le misure di accompagnamento per poter ampliare la platea di fornitori e dare ossigeno anche ad altre aziende agricole penalizzate dall’emergenza in corso.
L’emergenza Coronavirus – sottolinea la Cia – sta avendo ripercussioni importanti su molte aziende agricole dei comparti ortofrutticolo e lattiero caseario, in particolare per quelle organizzate nel rifornire l’Ho.re.ca come destinazione finale. Parliamo per lo più di produzioni fresche, ad elevata deperibilità, il cui consumo, tra l’altro, apporta notevoli benefici alla salute. Lo schema europeo “Frutta e Latte nelle scuole” supporta la distribuzione di frutta, verdura e latte agli studenti europei e si esplica anche attraverso la realizzazione di misure di accompagnamento mirate a rafforzare la dimensione educativa e informativa. L’Italia per l’anno in corso conta su una dotazione complessiva di circa 30 milioni di euro. La chiusura degli istituti scolastici ha bloccato di fatto l’implementazione dello schema per l’anno 2019/2020 creando una situazione di incertezza per gli operatori aggiudicatari della fornitura, i quali, oltre ad aver dovuto presentare idonee garanzie per accreditarsi, avevano già riservato il prodotto stagionale ad una destinazione certa. Di qui la disponibilità manifestata.
Apr 04