La Basilicata sia pure tra le Regioni apripista nella riapertura delle attività, ma è impensabile farlo in autonomia e senza un piano chiaro, efficace e strategico: sarebbe da irresponsabili nei confronti dei nostri cittadini e delle nostre cittadine. Ho sentito parlare di una Basilicata che probabilmente farà da regione “prova” per la riapertura di tutte le attività, grazie al numero contenuto dei contagiati e ovviamente alla bassa intensità di abitanti e per la grande civiltà nel rispetto delle regole che ci caratterizza. Le condizioni di contesto, seppur condivisibili, a mio parere non sono assolutamente sufficienti ad oggi a tutelare la nostra comunità. Seppure potrebbe essere utile alle nostre imprese per avere un potenziale vantaggio competitivo sul mercato ancora bloccato.”
Lo dichiara il Consigliere Regionale Luca Braia, capogruppo di Italia Viva.
“Immaginarlo a poco più di 2 settimane dalla fine del lockdown previsto – al momento – per il 3 maggio prossimo – prosegue il consigliere Braia – senza averne minimamente discusso o definito nessun piano regionale per la ripresa, da coordinare con quello nazionale sui temi urgentissimi riguardanti la sanità, la sicurezza, i trasporti, il sostegno alle imprese e molto altro, é pura fantasia. Chiediamo ufficialmente al Presidente Bardi di illustrare pubblicamente quale sarà la strada che intraprenderemo, convocando un Consiglio Regionale apposito, anche se in modalità telematica, per affrontare le varie questioni.
Non si può partire prima di aver definito i modelli comportamentali, stabilito livelli e modalità di controllo, organizzato adeguata assistenza e completato il monitoraggio dell’epidemia in corso e degli scenari possibili. Con quali risorse economiche, sostegni, uomini e mezzi si gestirà tutto? Necessario avere un impianto chiaro e collegato alla strategia che dovrebbe venire fuori dai lavori del tavolo sulle attività produttive e agricoltura, unitamente alla task force regionale. Ovviare a tutto questo e affidarsi al caso o a modelli non contestualizzati alle peculiarità regionali, per quanto mi riguarda, sarebbe pericoloso oltre che irrispettoso verso la nostra intelligenza e dignità.
Occorre assolutamente pensare e attuare un monitoraggio con una sistematicità delle diagnosi. Necessario garantire la disponibilità continua, quotidiana, di dispositivi di sicurezza per il sistema pubblico e privato. Mettere il sistema sanitario tutto in sicurezza con disponibilità totale di personale, attrezzature adeguate e tamponi con reagenti.
Si effettuino controlli a tappeto nei luoghi sensibili (presidi sanitari, rsa, centri di riabilitazione pubblici e privati) e test sierologici per le persone che si avviano alla ripresa del lavoro.
In un’azione strategica di questo tipo avrebbe senso anche la definizione della installazione degli ospedali da campo completo ed autosufficiente terapie intensive comprese , presupponendo che la disponibilità “a vita” delle attrezzature e di personale medico e sanitario rimanga in capo alla Basilicata. Utile, magari in futuro, sia ad affrontare potenziali criticità derivanti dalle attività ordinarie e straordinaria legate all’agricoltura o magari a seguito della riapertura delle attività turistiche e conseguente aumento di popolazione in determinati periodi.
Si pensi, infine, alla infrastrutturazione tecnologica e informatica adeguata, a partire dagli edifici pubblici, alle scuole, università e a protocolli definiti di modelli di comportamento per l’accesso alle varie attività. Andrebbero, ad esempio, installati termoscanner in tutti gli accessi degli uffici pubblici e fatta una mappatura completa di dipendenti e visitatori.
Al Governo Regionale chiedo – conclude Braia – di aprire un confronto immediato ampio con tutte le categorie di rappresentanza e con i sindacati. Pensiamo sin da ora alla fase due per arrivare alla ripresa delle attività preparati e in totale garanzia della tutela della salute degli operatori pubblici e privati.
Non è dato, ovviamente, sapere a noi Consiglieri Regionali e ai cittadini tutti al momento, quali siano le strategie intraprese e a quale livello sia la discussione con con le parti sociali e datoriali interessate. Chiediamo al Presidente Bardi e alla sua Giunta, ad ogni modo, di non fare salti nel buio sulla pelle dei lucani. Riaprire il 4 maggio non è solo una medaglietta politica da appendersi sul petto per raccontare che siamo i primi, se ciò non accade con il totale controllo dei processi e delle conseguenze possibili.”