Il presidente di Confiva Giuseppe Digilio ha inviato una lettera aperta al governatore della Regione Basilicata, Vito Bardi per chiedere la riapertura immediata delle attività economiche, penalizzate dal blocco imposto dal Governo Conte per l’emergenza Coronavirus. Di seguito la nota integrale.
Caro Presidente,
Siamo stati attenti in tutta la fase uno a rispettare le norme e le prescrizioni che il Governo ci ha imposto. Lo abbiamo fatto con senso di responsabilità pagando in prima persona, ognuno per la propria parte, gli effetti economici disastrosi di questa scelta. Lo abbiamo fatto responsabilmente, sopprimendo sul nascere i pensieri negativi sulle conseguenze di una improvvisa chiusura delle nostre attività. Chiusura che deve finire ora, sia pure con i dovuti se e senza alcun ma!
L’apertura delle nostre attività non è più procrastinabile, signor Presidente. Dobbiamo ritornare al nostro lavoro per evitare disastri economici ben più gravi. Sappiamo tutti che non possono essere le promesse disattese e gli aiuti che non arrivano o che nelle migliori delle ipotesi arriveranno con irragionevole ritardo, a sostenere la nostra precaria condizione economica.
Signor Presidente, in questo periodo, noi piccoli imprenditori, commercianti, artigiani, agricoltori, lavoratori autonomi, possessori di partite IVA, abbiamo dovuto far fronte a tutte le spese e agli impegni economici con fornitori e con lo stesso Stato: Lo abbiamo dovuto fare per senso di responsabilità, azzerando tutte le riserve e i risparmi. Attingendo a quel salvadanaio, che la condizione di scarsa tutela che lo Stato riserva alle Partite IVA per il futuro, siamo costretti a riempire poco per volta con quel che resta del nostro lavoro, dopo aver pagato tutte le tasse, i dipendenti e i tanti, innumerevoli costosi balzelli vari, imposti da tutti i livelli istituzionali.
Ora Le chiediamo di lasciarci lavorare per continuare a vivere dignitosamente e nell’interesse dei nostri dipendenti, del territorio e, scusi la franchezza, anche di quello del nostro Paese. Ora Le chiediamo un atto di fiducia e di rispetto per i tanti sacrifici che siamo stati costretti a fare in tanti anni di attività per continuare a lavorare nei settori che amiamo e che rappresentano la nostra vita. Abbiamo investito tante energie e altrettante somme per adeguare le attività a tutte le norme che lo Stato ha imposto negli anni, alcune delle quali davvero incomprensibile e assolutamente inutili. Faremo lo stesso per tutelarci e tutelare gli avventori dal contagio del #coronavirus. Noi per primi lo vogliamo. La tutela della nostra salute e ancor di più per quella dei nostri clienti è sempre stata al primo posto. Questo è il patrimonio più grande, quello che amiamo conservare sopra ogni cosa: i nostri clienti.
Signor Presidente, pensa che ci possa spaventare un ulteriore, eventuale investimento per proteggere noi e loro da eventuali contagi? Non di certo!
Lei ci faccia aprire e noi utilizzeremo com’è giusto che sia tutte le precauzioni utilizzate nella Grande Distribuzione che ha consentito loro di continuare a operare in regime di esclusiva.
Presidente Bardi, accolga il nostro invito e con l’autonomia territoriale che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel suo discorso ha detto di voler garantire ci faccia aprire al più tardi dopo il 4 maggio. Per quella data saremo pronti ad affrontare la fase due dell’emergenza. Lo faremo con responsabilità garantendo la massima sicurezza anche a condizione di maggiori controlli da parte delle autorità competenti al fine di verificare il rispetto delle norme di massima sicurezza che la taskforce ha prescritto per tutti. Accolga il nostro appello: #salviamolepariteiva