I sindacati Cgil Cisl e Uil Basilicata e le organizzazioni datoriali Confindustria, Pensiamo Basilicata e Coldiretti, in continuità con la piattaforma unitaria de Gli Stati generali del Lavoro sottoscritta lo scorso mese di febbraio, hanno inviato unitariamente una lettera al presidente della Regione Basilicata Vito Bardi al fine di avviare un confronto tra amministrazione regionale e rappresentanti del mondo del lavoro, delle imprese, del terzo settore e del settore creditizio locale in vista della cosiddetta Fase 2 dell’emergenza coronavirus.
Per i sindacati e il mondo datoriale è necessario mettere in campo una strategia omogenea e coordinata, frutto di un lavoro comune, basato su linee guida dettagliate e protocolli condivisi. Occorre riprogrammare fin da subito le risorse per dare ossigeno e forza al tessuto produttivo e alle famiglie, ripensando i modelli di lavoro e di sviluppo per superare gli attuali divari, dalla logistica ai trasporti, dall’innovazione alla digitalizzazione, superando il digital divide.
Si tratta di adottare un coerente e costruttivo metodo di confronto con le parti sociali per definire piano straordinario per l’emergenza e per le fasi successive che sulla base di una circostanziata analisi dell’impatto di Covid 19 sui diversi settori adotti una road map nella quale stabilire profili e scenari di evoluzione produttiva e occupazionale nei grandi quadri dell’economia e della società regionale post Covid 19, a partire dall’agroindustria, dal settore energetico, dall’edilizia, dal manifatturiero, dal commercio e dai servizi della cultura e del turismo. Stabilendo modalità attuative, tempi e strumenti di intervento anche con l’attivazione di adeguati e nuovi fondi per il sostegno diretto a famiglie e imprese.
Nel Piano devono essere tracciati gli schemi di riorganizzazione e di riforma dell’apparato pubblico locale oltre ad una necessaria organica revisione dell’assetto sociosanitario, garantendo la tutela della salute di imprenditori e lavoratori, rispettando tutte le procedure previste dal protocollo sulla sicurezza sottoscritto lo scorso 14 marzo dal governo e tutte le parti sociali, attivando subito un protocollo regionale che definisca le condizioni di sicurezza nel sistema produttivo, dei trasporti, dei lavoratori e dei cittadini.
I sindacati e il mondo datoriale chiedono pertanto una serie di misure: sostegno a redditi di impresa e lavoro non “a pioggia” ma proporzionale alle perdite da coronavirus e progressive negli importi erogati rispetto a condizioni familiari e redditi; sostegno alle microimprese artigianali, turistiche, commerciali, industriali e dei servizi appartenenti ai settori colpiti dall’attuale crisi economica finanziaria, mediante la concessione di un bonus una tantum a fondo perduto; attivazione di un nuovo piano sanitario che ridefinisca la linea di offerta dei servizi ospedale-territorio fino, riorganizzando i servizi di medicina del lavoro a integrazione di quanto previsto dai protocolli di sicurezza nelle fabbriche.
Ancora, sostegno per le spese sanitarie, per le famiglie in difficoltà economiche e con disabili; per la didattica e la formazione a distanza, per la digitalizzazione, per la ripresa dei comparti produttivi strategici e del manifatturiero, dell’agricoltura e delle sue filiere, dell’edilizia, consolidando i programmi di sostenibilità ambientale, l’adeguamento sismico e l’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare, accelerando e rilanciando i lavori pubblici e dei piani di rigenerazione urbana con lo sblocco delle opere già finanziate e cantierabili.
Infine, la valorizzazione della rete tra università, enti di ricerca e imprese per l’innovazione verde, la bio-economia e la transizione energetica. Contestualmente occorre rafforzare la capacità amministrativa regionale e degli enti locali.
In una parola, è necessario che il governo regionale, oggi più che mai, si prenda “cura” del territorio e delle persone. E in Basilicata c’è ancora molto lavoro da fare in questa direzione.