“I dati ci confortano: il numero dei contagiati, alla giornata di ieri, il più basso nelle due province lucane (162 a Potenza e 153 a Matera) subito dopo il Molise, il numero anch’esso basso dei ricoveri nelle terapie intensive e negli ospedali, come il numero, sia pure doloroso dei deceduti che richiede commozione, cordoglio e rispetto del dolore delle famiglie. Tutto ciò mentre aumenta il numero dei tamponi grazie all’operatività delle dieci Usca (Unità speciali di continuità assistenziali) che operano sui territori. L’emergenza da Coronavirus sul piano sanitario è affrontata con risultati significativi anche e soprattutto – va riconosciuto – per l’atteggiamento responsabile dei lucani, al punto che esperti e consulenti del Governo indicano, sia pure ancora come ipotesi, la Basilicata insieme alla Sardegna quale possibile regione per sperimentare l’avvio della cosiddetta fase 2, quella della graduale ripresa produttiva, a cui tutti guardiamo con grandi aspettative. Senza l’attenuazione e il graduale superamento dell’emergenza sanitaria e senza condizioni di sicurezza per la salute di imprenditori, lavoratori e cittadini ogni riapertura di attività produttive non sarà possibile. Ovviamente non possiamo essere soddisfatti e non lo saremo fino a quando l’emergenza sarà completamente e definitivamente finita, ma non riusciamo a giustificare dichiarazioni disfattiste e soprattutto negazioniste della verità che richiedono risposte soprattutto alle nostre comunità che hanno bisogno di certezze e fiducia. Mi riferisco al consigliere Cifarelli che, strumentalizzando posizioni diversificate all’interno del centrodestra, che comunque in questa fase delicatissima meriterebbero una sintesi, pur nella legittimità di espressione di opinioni, continua in un’azione di falsificazione dei fatti per appigliarsi a non meglio precisate “cabine di regia”. Con la task force pienamente operante e dopo le ripetute dichiarazioni del Presidente Bardi che si appresta a nominare un comitato di esperti e che, va chiarito, sul progetto di ospedale a Policoro non ha assunto alcuna decisione perché il progetto non è stato ancora presentato in ogni dettaglio, dopo la task force che ho insediato al Dipartimento Attività Produttive con la partecipazione di consiglieri dell’opposizione, non so più di quale “cabina di regia” ci sarebbe bisogno. Piuttosto Cifarelli non dice una sola parola sulle misure contenute nel DL cosiddetto “Cura Italia” del Governo sostenuto dal suo partito che contengono troppi punti ancora oscuri – tra tutti la reale disponibilità finanziaria – e troppi lacci e lacciuoli che impediscono la reale erogazione di prestiti sbandierati dal Premier Conte ai titolari di piccole e medie imprese, ditte familiari ed individuali. Da giorni sono in tanti – piccoli imprenditori ed operatori economici, artigiani, commercianti, liberi professionisti, partite Iva, agricoltori – che si sono rivolti al nostro Dipartimento Attività Produttive con due domande semplici e al tempo stesso fondamentali: sono realmente disponibili i prestiti annunciati? E quando arriveranno? È il caso di ricordare allo smemorato consigliere regionale che sino ad oggi la Regione ha fatto fronte alle prime misure ed azioni rivolte ad imprese, lavoratori e cittadini, solo ed esclusivamente attingendo a fondi propri e che la Social Card Covid-19 ci è stata copiata dal Governo. Ma non siamo fermi al pacchetto di prime misure e Avvisi già approvati. Stiamo approfondendo il ricorso ad ogni possibile strumento che preveda l’abbattimento e/o riduzione di tributi e tasse di competenza della Regione e dei Comuni, di enti ed agenzie regionali. È nostra intenzione venire incontro alla forte domanda di liquidità delle imprese oltre che con i prestiti, a carico del bilancio della Regione, con il risparmio attraverso il taglio a quelle spese aziendali che hanno un peso non indifferente sui conti di ogni azienda, come Irap, rifiuti, energia, acqua, ecc. Mi sia consentito infine un riconoscimento a medici, infermieri, personale del servizio sanitario regionale: questi eroi – una volta superata l’emergenza – hanno diritto innanzitutto a condizioni di stabilità superando del tutto le forme di precariato esistenti, a condizioni di miglioramento del lavoro in tutte le strutture, ad adeguamenti di organico, strumentazioni, presidi di sicurezza personale ed indennità salariali. Sarebbe ipocrita dimenticarlo quando tutto sarà finito”.
Apr 13